Lazio, lungo le Gole di Antrodoco il Santuario della Madonna delle Grotte racconta la devozione popolare con le sue architetture
Angelo Benedetti, Antrodoco / Lazio
Percorrendo la statale 17 per l’Aquila, lungo le Gole di Antrodoco, non sfuggono le architetture gentilizie del Santuario della Madonna delle Grotte. A questo luogo si lega la devozione popolare sviluppatasi a partire dal primissimo Seicento, quando una pastorella di nome Berardina Boccacci scopre nei pressi di una piccola grotta un’immagine sacra che rappresenta la Vergine con Gesù Bambino in braccio. Così, secondo la tradizione, è sorto questo luogo di preghiera e pellegrinaggio.
(TurismoItaliaNews) Siamo in provincia di Rieti e questa costruzione dalle linee eleganti inevitabilmente è finita anche fra i luoghi del cuore del Fondo per l’Ambiente italiano. Merita una visita al di là del significato religioso che assume. Era l’ottobre del 1601 quando la giovanissima Berardina Boccacci scoprì l’immagine della Madonna con in braccio il piccolo Gesù, suscitando forte impressione e devozione fra la popolazione del luogo. Tanto che già il 29 settembre 1602 venne celebrata una messa sull’altare fatto installare dal vescovo di Rieti, Cesare Segni.
Una devozione talmente profonda tanto da indurre la gente ad avviare una raccolta di denaro per la costruzione di un vero e proprio santuario in grado di tramandare nel tempo quel ritrovamento ritenuto miracoloso. Così a partire dall’aprile 1603 a protezione del luogo venne costruita la bella chiesa su progetto dell’architetto Fausto Ruggeri da Montepulciano, con il cantiere praticamente concluso appena l’anno successivo: facciata in pietra e portale in stile barocco, sul quale lo stemma del vescovo Gaspare Pasquali ricorda che a lui si deve il completamente dei lavori di costruzione fra il 1604 e il 1612.
L’interno è ad una sola navata con la copertura in capriate di legno e nella cripta hanno trovato sepoltura i soldati francesi morti a seguito dei Moti contadini del 1799. Verosimilmente l’affresco della Vergine è da ricondurre al lavoro di un artista di passaggio in zona oppure anche ad un eremita che aveva scelto la grotta come luogo di vita e preghiera; l’immagine potrebbe essere datata intorno al XIV - XV secolo. Alla struttura religiosa era connesso il Monte Frumentario, sorto come vera e propria istituzione per l'aiuto alle persone bisognose del posto.