Stati Uniti, quella incredibile meraviglia del Grand Canyon
Giovanni Bosi, Grand Canyon / Stati Uniti
Viaggiando in aereo da Los Angeles a New York, se si ha la fortuna di essere seduti sul lato giusto e di beccare una perfetta giornata serena, si può ammirare il Grand Canyon direttamente dall’alto. Una sensazione bellissima, perché il colpo d’occhio è notevole e perché si ha proprio l’idea di cos’è questa immensa gola creata dal fiume Colorado, un vero e proprio taglio lungo ben tremila chilometri sulla crosta terrestre, nell’Arizona settentrionale.
(TurismoItaliaNews) La fama di questo spettacolo della natura è ben chiara e non è un caso se la visita provoca una condizione di attesa e di curiosità. Descrivere a parole le sensazioni che suscita è pressoché impossibile, ma l’emozione è di certo quella più forte. Nell’arco della giornata il Grand Canyon, complice lo spostamento del sole, cambia i propri colori in mille sfumature. Una tavolozza impressionante di gialli e rossi, bianchi e grigi in tutte le sfumature possibili e immaginabili. Non mancano gli animali, come l’aquila calva che lo sorvola maestosa, oppure serpenti a sonagli, piccoli mammiferi e roditori, ma anche pipistrelli e condor. Al parco nazionale che lo protegge (istituito nel 1919) si arriva in genere al South Rim percorrendo la statale 64, magari dalla direzione di Las Vegas, in Nevada.
A quel punto si può scegliere come avventurarsi nella sua scoperta: a piedi percorrendo i sentieri protetti, in groppa ad un mulo, sostando in macchina nei punti panoramici, affrontando le rapide del fiume o anche sorvolandolo in elicottero o con un piccolo aereo, con viste mozzafiato della diga di Hoover, del lago Mead, delle Grand Wash Cliffs, di Guano Point, Eagle Point e il celeberrimo Skywalk. E comunque per una visione d’insieme, si può sempre ricorrere nel vicino villaggio di Tusayan (decisamente stile far west con il suo general store) al video dell’Imax curato da National Geographic: anche in questo caso l’emozione è garantita.
L’Unesco non ci ha pensato due volte ad inserire il Grand Canyon tra i patrimoni dell’umanità: il maggiore statunitense John Wesley Powell, che alla fine degli anni ’70 del XIX secolo guidò la prima spedizione scientifica verso il canyon, descrisse le rocce sedimentarie esposte nel canyon come “pagine di un grande libro di storia“. Lo stesso presidente Theodore Roosevelt amava molto l’area del Grand Canyon e la visitò diverse volte, per andare a caccia di puma ed ammirare il paesaggio.
Qualche numero su questa meraviglia: il Grand Canyon è lungo quasi 446 chilometri, profondo fino a 1.600 metri e con una larghezza variabile dai 500 metri ai 27 chilometri. Quasi due miliardi di anni della storia della Terra sono emersi alla luce grazie all'azione del Colorado e dei suoi affluenti, che in milioni di anni hanno eroso strato dopo strato di sedimenti, e grazie al sollevamento del Colorado Plateau, rendendo visibili strati del Proterozoico e del Paleozoico.