Sinis, Sardegna: un patrimonio da proteggere, non solo un incontaminato paradiso naturale
		
La spiaggia di quarzo bianco di Aruttas e Mari Ermi e le ripide scogliere di Su Tingiosu: sono gli straordinari luoghi dell'Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre che si susseguono lungo i 40 km della fascia costiera. Un territorio ovviamente da scoprire e dove nelle zone aperte ai visitatori le attività legate al turismo vengono permesse e incoraggiate. Purché ecocompatibili, ovviamente.
(TurismoItaliaNews) La macchia mediterranea colora la campagna, che si solleva nelle rigogliose colline di Su Pranu, dove diverse sono le specie animali a rischio, oggetto di protezione e studio da parte dei laboratori di ricerca dell’Area. Nell’immediato entroterra le dune di sabbia lasciano spazio agli stagni di Cabras e alla laguna di Mistras, popolata da numerosi esemplari di fenicotteri rosa. La penisola del Sinis non è solo un incontaminato paradiso naturale. Nella sua estremità meridionale si estende l’antichissimo sito archeologico di Tharros. Fondata dai fenici nell’VIII secolo a.C. diventa in epoca punica uno dei maggiori centri della Sardegna. Tharros vive il suo momento di massimo splendore durante la dominazione romana, per poi cedere a una lenta decadenza in epoca paleocristiana. Di questo periodo la testimonianza più affascinante è costituita dalla chiesetta di San Giovanni a Cabras, risalente al V secolo. Al XVI secolo appartiene invece la torre di San Giovanni, situata sull’altura che sovrasta le rovine di Tharros.

La navigazione a motore e l’ancoraggio, la pesca sportiva e le immersioni hanno luogo in uno scenario dallo straordinario impatto visivo. Sui fondali si alternano ampie praterie di poseidonia oceanica e imponenti rilievi basaltici, punteggiati da colonie di corallo rosso. Orate, cernie, aragoste e branzini si aggirano fra i relitti di vecchie navi. Al largo non è inusuale imbattersi nei delfini.
Un lungomare tranquillo orlato da alte palme è la peculiarità della spiaggia di Torregrande, caratterizzata anche da un fondo sabbioso dorato a grani grossi e ghiaia sottile. L'origine del toponimo è legata a Sa turri manna, la più alta fra le numerose torri di epoca spagnola dislocate lungo le coste sarde ed edificate per tutelare territori e persone dalle frequenti incursioni piratesche. Alla spiaggia si accede percorrendo da Oristano la Sp.1 in direzione Cuglieri; nelle vicinanze del Santuario della Madonna del Rimedio si svolta per Torregrande: è ben segnalato comunque fin da Oristano dal momento che viene considerato il lido del capoluogo dal quale dista solo una decina di chilometri.


Nelle foto sopra la zona di Cabras, con i fenicotteri
La spiaggia, proprio per la sua posizione nevralgica all'interno della provincia, è molto bene attrezzata: accessibile ai diversamente abili, è dotata di ampio parcheggio adatto anche ai camper. Per l'alloggio, vi sono in zona sia hotel che camping e per mangiare non mancano i punti di ristoro e i bar. La lunghezza dell'arenile e la graduale profondità dei fondali rendono la spiaggia di Torregrande perfettamente fruibile dai bambini e adattissima ad ogni tipologia di passatempo. È possibile noleggiare ombrellone, sdraio e patino, ma anche effettuare escursioni a cavallo con l'ausilio dei numerosi maneggi dislocati nella zona. I fondali sono ricchi di piacevoli sorprese per quanti amano praticare il diving e lo snorkeling. È possibile infine praticare ogni varietà di surf.

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