Francia, Auvergne: Clermont-Ferrand città “vulcanica” tra siti Unesco, architetture ardite, street art e movida giovanile [VIDEO]

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Giovanni Bosi, Clermont-Ferrand / Francia

E' incredibile come questa città mostri tutta la sua maestosità all’alba e poi ancora al tramonto, quando il Sole le dona riflessi dorati che sembrano amplificarsi sulle sue architetture “nere”, nate dalla pietra lavica nel corso dei secoli. E sì, perché Clermont-Ferrand, nella regione francese dell'Auvergne (l’Alvernia per noi italiani) è praticamente il baricentro della Chaîne des Puys – Faglia della Limagne, l’insieme degli 80 vulcani tutelati come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, paradiso per gli amanti del trekking e delle escursioni. In questo territorio davvero “vulcanico” non solo per natura, ma anche per creatività, città e dintorni sono da scoprire in tutti i loro aspetti. Non a caso Clermont-Ferrand è candidata a Capitale europea della cultura 2028.

 

(TurismoItaliaNews) Una geografia eccezionale. Grande come l’Austria o il Portogallo, con una superficie di 85mila kmq, il Massiccio Centrale è la più grande catena montuosa francese e rappresenta oltre il 15% del territorio metropolitano. Montagna abitata e dinamica, il Massiccio Centrale riunisce quattro regioni e ventidue dipartimenti, 3.942 comuni e 3,8 milioni di abitanti. Boschi, laghi, prati, montagne… Le Massif Central è un vero e proprio mosaico di paesaggi, che costituisce un formidabile patrimonio naturale e culturale. Il territorio conta ben 11 parchi naturali regionali, un parco nazionale con la famosissima catena del Puys e la faglia della Limagne inserita nella World Heritage List dell’Unesco. Su scala europea è la ricchezza di questo territorio, la sua identità singolare, che dà pieno vigore al progetto Clermont-Ferrand Massif Central 2028.

Il Puy-de-Dome visto dal parco Vulcania

Il Palazzo Comunale di Clermont Ferrand

Francia, Auvergne: Clermont-Ferrand città “vulcanica” tra siti Unesco, architetture ardite, street art e movida giovanile

Clermont-Ferrand è ricca di street art

Ecco dunque “Clermont-Ferrand punta di diamante di un progetto che trova la sua ragion d’essere nelle tante peculiarità di un’area di grande valore” sottolinea Véronique Feuerstein, Chargée des relations presse tourisme del Conseil départemental du Puy-de-Dôme. Tra i viaggiatori italiani non è particolarmente famosa, ma solo perché dev’essere scoperta come merita. Tanto che, quando si arriva, le sorprese non mancano. A partire dallo spettacolare skyline punteggiato di campanili e guglie mozzafiato come quelle della cattedrale di Notre-Dame-de-l’Assomption, la “cattedrale nera” (“solo grigia” secondo i clermontois), costruita interamente in pietra lavica, la pietra di Volvic. Davanti a tanta bellezza, già di buon mattino è irresistibile la voglia di andare alla sua scoperta percorrendo il dedalo di vie e viuzze che salgono fino alla chiesa, per farsi venire le vertigini guardando da sotto proprio le guglie delle torri gemelle, ideate dall’architetto Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc e alte ben oltre i 96 metri. Meravigliosa. Così come sono ammalianti le vetrate artistiche, gli affreschi, le decorazioni, i gargoyles più fantasiosi che si affacciano sulle pareti.

Ci sono voluti secoli per vederla come appare oggi, con lavori andati avanti a più riprese. Iniziata nel 1248, è stata infatti completata soltanto nel XIX secolo con le 3 campate, il portale e gli archi rampanti occidentali. Eretta sul sito di chiese preesistenti, come testimonia la cripta, sorge sulla collina centrale di Clermont, un vero e proprio plateau vulcanico, ed è il primo e il più grande edificio interamente costruito in lava di Volvic, ispirata al radioso gotico dell’Ile de France. Come molti altri luoghi, anche questo monumento ha subìto danneggiamenti irreparabili durante la Rivoluzione Francese... La visita è irrinunciabile e assicura suggestioni intense.

La cattedrale di Notre-Dame-de-l’Assomption

La cattedrale di Notre-Dame-de-l’Assomption

La cattedrale di Notre-Dame-de-l’AssomptionLa cattedrale di Notre-Dame-de-l’Assomption

La cattedrale di Notre-Dame-de-l’AssomptionLa cattedrale di Notre-Dame-de-l’Assomption

Eppure questa emblematica Cattedrale è solo una delle peculiarità di Clermont-Ferrand. Città universitaria e dunque fresca e vitale (con la classica movida giovanile davanti ai tanti locali che arricchiscono l’attrattività del suo centro storico), questo capoluogo del dipartimento del Puy-de-Dôme, nella regione dell’Auvergne-Rhône-Alpes, conosciuto nel mondo non solo per la zona vulcanica ma anche per essere il quartier generale della Michelin (sì, quella degli pneumatici e delle guide), si fa subito amare per gli eleganti palazzi signorili, i loro chiostri segreti, il suo impianto medievale a scacchiera, le fontane, le chiese arcaiche, i giardini, gli antichi eroi che affollano le piazze con le loro statue, la street art, persino un tram monorotaia con le ruote di gomma in onore - neanche a dirlo – dell'amatissima industria di casa. Tutti gli stili convivono armoniosamente: romanico e contemporaneo, Belle-Epoque, gotico e rinascimentale. L'atmosfera è piacevole, assorbente, coinvolgente. A tutte le ore.

In effetti qui il marchio Unesco non è legato solo al sito dei vulcani e del Puy de Dôme (le plus mythique, come amano dire da queste parti) ma persino al Cammino di Santiago di Compostela grazie  alla basilica di Notre-Dame-Du-Port, baluardo dell’architettura, testimonial dei canoni più puri della grande arte romanica della Limagne. Questa basilica è famosa per la sua abside piramidale ornata di rosoni, il suo portale scolpito e più di 250 capitelli romanici con decorazioni certosine e raffinate. La leggenda narra che sia stata costruita nel VI secolo da Saint Avit, vescovo di Clermont; distrutta dai Normanni nel IX secolo, sarebbe stata ricostruita da San Sigon, successore di Avit.

La basilica di Notre-Dame-Du-Port

La basilica di Notre-Dame-Du-Port

La basilica di Notre-Dame-Du-Port

La costruzione dell’attuale chiesa romanica è iniziata nel XII secolo per essere completata verso la fine dello stesso secolo, ma niente pietra vulcanica in questo caso: i costruttori hanno optato per la bionda arkose, pietra arenaria proveniente dalla cava di Montpeyroux, esaltata dai mosaici in pietra lavica che coronano l’abside. Il cui prospetto, gli archi semicircolari e la finezza delle sculture testimoniano la maestria dei costruttori del dodicesimo secolo. Per i clermontois è un fiore all’occhiello. Peraltro Notre-Dame du Port fa parte del “parcours du Port”, a partire da Place de la Victoire, proprio accanto alla cattedrale, un itinerario che è una passeggiata nel quartiere degli antiquari e delle pinacoteche, un circuito prestigioso per la ricchezza del patrimonio incontrato: ville private, fontane scolpite, gioielli dell’arte romanica...

Eroi del passato, dicevamo. Nomi altisonanti a ben guardare, che campeggiano a caratteri cubitali nei libri di storia. Vi dice nulla Papa Urbano II? In Place de la Victoire la sua statua in bronzo presidia una monumentale fontana in pietra di Volvic scolpita. L’acqua scorre dalle bocche di teste demoniache con le orecchie appuntite; tutt’intorno si dispiega un fantastico bestiario con grifoni e mostri alati. Urbano II, proprio a Clermont, lanciò nel 1095 la prima crociata in Terra Santa. In Place de Jaude il posto d’onore è per Vercingétorix, ovvero Vercingetorige il Gallo, “il grandissimo re dei guerrieri”, quello che le suonò a Caio Giulio Cesare nella mitica battaglia di Gergovie nel 52 a.C. Il suo ritratto dettagliato emerge dai Commentarii de bello Gallico che lo stesso Cesare redasse nel corso delle sue campagne militari in Gallia e che compilò dopo la sua vittoria decisiva sui Galli ad Alesia. Il capo gallico alza la spada su un cavallino rampante, ai suoi piedi c’è un soldato romano morto; la statua equestre in bronzo, arroccata su un alto piedistallo, è opera dello scultore Frédéric-Auguste Bartholdi, lo stesso che ha realizzato nel 1886 la Statua della Libertà, donata dalla Francia agli Stati Uniti. Storia chiama storia.

Il monumento dedicato a Papa Urbano II

Il monumento dedicato a Vercingetorige il Gallo

E poi c’è Blaise Pascal, uno degli uomini più affascinanti del XVII secolo. Genio universale, ha dedicato la sua vita allo studio della matematica, della filosofia, della fisica, dell’imprenditorialità e della teologia. E’ nato a Clairmont il 19 giugno 1623 in una casa ai piedi della cattedrale, nell’attuale Place Léon-Lemaigre, dove la scritta scolpita sulla pavimentazione “Qui sorgeva la casa di Blaise Pascal” ne segna l’ubicazione.

Non sono da meno le fontane, componenti d’arredo urbano imprescindibili. Passeggiando per Clermont-Ferrand se ne incontrano molte e tutte attirano l’attenzione, tutte scenario adattissimo per un selfie perché raccontano un mondo fantastico. In marmo, bronzo o pietra di Volvic, adornano strade e piazze, e la loro ricca decorazione è ispirata a temi legati all’acqua, alla poesia, alla mitologia, ai miti pagani, alla storia e alle allegorie. Come quella curiosa Fontana che ricorda il vescovo Jacques d’Amboise, datata 1515: un uomo selvaggio, vestito di pelli di animali, campeggia su una cascata di getti d’acqua. Maschere, grottesche all’italiana, ghirlande e candelabri in stile rinascimentale adornano le vasche sottostanti, mentre archi rampanti gotici sostengono il tutto.

La Fontana che ricorda il vescovo Jacques d’Amboise, datata 1515

Insomma tanto da vedere. Ma la vista non è tutto per il turista che arriva a Clermont-Ferrand. Da trent’anni AcceSens, la nuova identità di Braille & Culture, si pone il compito di “facilitare l’accesso alla cultura e al tempo libero per tutto il pubblico”. L’associazione invita le persone normodotate con disabilità visive, uditive o mentali a scoprire il centro storico in modo diverso, utilizzando strumenti sensoriali: percorsi sensoriali in audiodescrizione, caratteri grandi, video in lingua dei segni, “Facile da leggere e capire” ( Falc), ausili da visita in rilievo e colori a contrasto, modelli tattili. Un grande segno di civiltà. Un motivo in più per scoprire questa città di una Francia meno nota, ma non per questo meno intrigante.

Per saperne di più
clermontauvergnetourisme.com
www.france.fr

 

 

Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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