Il Castello di Govone e il suo "intorno rurale" dichiarati di notevole interesse pubblico dalla Regione Piemonte
Giuseppe Botti, Cuneo
Il maniero è già Patrimonio dell'umanità, ma la Regione Piemonte è voluta andare oltre dichiarando di notevole interesse pubblico il castello di Govone e il suo intorno rurale. Un provvedimento questo del 2019 che intende riconoscere e tutelare ulteriormente il carattere storico-culturale, identitario, estetico-percettivo del complesso storico e dell'area circostante. Luoghi magnifici di grande tradizione. E paesaggi inimitabili.
(TurismoItaliaNews) Neanche a dirlo il Castello di Govone – siamo in provincia di Cuneo – fa parte di quel magnifico sito seriale delle Residenze della Casa Reale di Savoia in Piemonte, inserito nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 1997. E giocoforza l'intera area caratterizzata dal complesso di elevato valore storico-architettonico e dalle aree rurali circostanti, costituisce un’importante testimonianza dell’organizzazione territoriale dalla fine del XVII secolo sino a metà Ottocento e rappresenta un sistema armonico e sostanzialmente integro. L’immagine dei luoghi consolidata nell’iconografia storica è tuttora fruibile da numerosi punti panoramici: “la mole del castello è un elemento identitario consolidato all’interno del territorio circostante e fulcro visivo che domina il paesaggio rurale” si sottolinea nel documento tecnico che accompagna la decisione della Regione Piemonte.
La sua posizione ne fa un significativo punto di belvedere attrezzato, accessibile al pubblico, dal quale si aprono ampi panorami sulle circostanti colline del Roero e sull'altro sito Unesco dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. Il nucleo antico di Govone, riconosciuto come buffer zone del castello, insieme al paesaggio rurale limitrofo, al sistema della viabilità storica, delle cascine e dei nuclei rurali disposti sui crinali, forma un paesaggio unitario a cornice e naturale completamento del castello e in funzione delle reciproche relazioni che si instaurano tra le varie componenti paesaggistiche. L’emergenza monumentale del castello di Govone domina l’intero territorio comunale e l’ampia valle del Tanaro. Il maniero ha un'origine medievale; la struttura e la funzione, da fortezza a residenza, vengono trasformate a fine Seicento, su progetto dell’architetto Guarino Guarini, proseguito da Benedetto Alfieri, allievo di Filippo Juvarra.
La storia. Nel 1792 il castello entra a far parte dei possedimenti dei Savoia. Nei primi anni dell’Ottocento diventa proprietà della Nazione francese e tale passaggio comporta un periodo di degrado e abbandono. Viene poi acquisito dagli Alfieri di Sostegno, che ne scongiurano la demolizione, e nel 1816 rientra nuovamente in possesso dei Savoia, che lo plasmano nella sua forma attuale. Nel 1825, terminati i lavori più consistenti, la residenza estiva dei reali viene spostata nel castello, che resta di loro proprietà fino al 1870; dopo diversi passaggi, nel 1897 viene acquisito dal Comune di Govone. Nel 1987, come luogo di testimonianza della vita di corte piemontese di inizio Ottocento, entra a far parte del patrimonio mondiale dei siti Unesco, tra le Residenze della Casa Reale di Savoia in Piemonte. Viene individuata come buffer zone la parte del nucleo storico adiacente al castello stesso.
Il territorio di Govone presenta una morfologia varia, caratterizzata da una parte pianeggiante a sud-est, in prossimità del Tanaro, e una parte di rilievi collinari con pendici lievi, utilizzate a fini agricoli. Il castello si trova in posizione dominante ed è interessato da due differenti tipologie di relazioni percettive: da un lato è un fulcro visibile dalle colline circostanti, poiché posto in posizione sopraelevata dominante, dall’altro è un belvedere sul paesaggio agricolo circostante. Dal parco, accessibile al pubblico, si apre la vista in diverse direzioni e in particolare esiste una forte relazione visiva reciproca con i castelli di San Martino Alfieri e Magnano Alfieri; la balconata di accesso al castello ha un affaccio privilegiato verso la frazione di San Pietro e la sottostante valle Cravera, ambito agricolo di particolare integrità. Il nucleo storico di impianto medievale, è organizzato in cellule edilizie in linea, che seguono la morfologia del rilievo e sottolineano ulteriormente l’emergenza del castello.
Oltre che sul castello, nel corso del Settecento furono intrapresi interventi di ammodernamento sulla chiesa parrocchiale di San Secondo e sulla vicina chiesa dello Spirito Santo. Questi edifici religiosi rappresentano anche significativi fulcri visivi a livello locale, percepibili dalla viabilità panoramica e dai nuclei edificati di crinale, e caratterizzano, unitamente al castello, lo skyline del centro abitato di Govone. L’edificato si dispone in modo compatto lungo i percorsi viari principali che collegano il castello e il borgo sottostante con i nuclei di crinale; la rete viaria è una componente paesaggistica rilevante, ricalca percorsi storici già mappati nel Catasto Sabaudo e, sviluppandosi sui crinali collinari, consente la percezione del paesaggio circostante; significativa è anche la rete delle strade bianche, che in parte riprendono tracciati storici, in particolare le Provinciali n.8, n.235 e n.49, rilevanti sia per quanto riguarda l’aspetto percettivo sia per il carattere paesaggistico. Il paesaggio collinare rurale, delimitato dai principali crinali collinari che collegano le frazioni con il nucleo storico e con l’emergenza del castello, è caratterizzato da un’eterogeneità di colture in cui si alternano, nelle zone di maggior rilievo, vigneti di pregio e aree boscate, mentre, nell’area caratterizzata da lievi pendenze, seminativi e arboricoltura; questa varietà non è riscontrabile nelle restanti parti del Roero e costituisce un elemento di pregio paesaggistico.
Il sistema del paesaggio rurale si contraddistingue per la sua integrità; le colture attualmente presenti nel territorio comunale di Govone sono strettamente correlate al paesaggio produttivo storico e pertanto permane una continuità con le colture tradizionali. Già nel Seicento, il territorio rurale era stato plasmato in funzione degli aspetti legati alla produzione agricola: la famiglia Solaro, proprietaria del castello e dei terreni circostanti, possedeva anche cascine e mulini, patrimonio che passò poi ai Savoia. La presenza storica di numerose cascine è testimoniato ancora nel Catasto Sabaudo del 1751; molte di esse sono ancora presenti sul territorio e costituiscono elementi di valore storico e documentario e, in alcuni casi, anche interessanti punti panoramici (Cascina Monte Oliviero, Cascina Chiavi). Alle cascine si affiancano ulteriori testimonianze religiose che caratterizzano i nuclei frazionali, quali la chiesa della Madonna delle Grazie, la chiesa di San Defendente e la chiesa di San Rocco.