Thailandia, i cinque siti Unesco che incarnano pienamente la grande potenzialità del Paese del sorriso
Sono cinque i siti Unesco che la Thailandia annovera nella sua offerta culturale con l'obiettivo - sempre presente - di valorizzare e promuovere i suoi luoghi designati Patrimonio dell’Umanità, ma anche di contribuire attivamente a un momento di interessante confronto sulle politiche per il turismo e alla definizione di linee guida per il futuro della promozione. Ecco dunque cosa non bisogna perdere quando si visita il Paese del sorriso.
(TurismoItaliaNews) I cinque siti thailandesi inseriti nella Heritage list Unesco, tre culturali e due naturalistici, incarnano pienamente la grande potenzialità che l’offerta culturale, storica, artistica e paesaggistica thai può offrire al mondo in un momento di totale ridefinizione delle dinamiche di promozione delle destinazioni turistiche. Il più importante fra i cinque siti thailandesi è senza dubbio il Parco Storico di Sukhothai, luogo che racchiude le rovine della prima capitale del Regno del Siam, tra il XIII ed il XIV secolo (1238-1351) All’interno della cinta muraria, lunga circa due chilometri, si trovano le rovine del palazzo reale e di 26 templi, il più grande dei quali è il Wat Mahathat. Il parco storico viene visitato ogni anno da migliaia di turisti affascinati dagli antichi Buddha, dai palazzi e dalle rovine dei templi.
Il secondo sito Unesco di Thailandia è Ayutthaya, anch’essa capitale del Paese a partire dal 1351. La città si trova su di un’isola alla confluenza di tre fiumi: Chao Phraya, Pasak e Lopburi, 70 km a nord della capitale Bangkok. Per 400 anni (tra il 1351 e il 1767) ben 35 re si susseguirono sul trono di Ayutthaya, controllando grandi parti del Siam, abbellendo ed estendendo continuamente la capitale, che, a partire dal XVI secolo, si popolò di commercianti europei che contribuirono anch’essi al suo splendore architettonico.
Il terzo sito Unesco è Baan Chiang, primo e unico insediamento preistorico trovato nel Sud-Est asiatico, situato nel distretto di Nong Han, nella provincia di Udon Thani. Scoperto nel 1957, divenne subito noto grazie ai rinvenimenti di un tipico vasellame colorato di rosso. I primi scavi vennero effettuati 10 anni dopo e portarono alla luce numerosi scheletri e offerte funerarie in bronzo. I materiali ritrovati hanno permesso di datare i primi insediamenti tra il 4420 a.C. ed il 3400 a.C., mentre i più recenti vanno dal 2100 a.C. al 200 d.C.
Il complesso forestale di Dong Phayayen e il Parco Nazionale di Khao Yai costituiscono il quarto sito patrimonio dell’Umanità thailandese, iscritto nella heritage list nel 2005. Dong Phayayen (in Thai, Giungla del Signore di Ghiaccio) è una catena montuosa della Thailandia centrale, nella quale trovano sede numerosi parchi nazionali, il più famoso dei quali è il Khao Yai, che è anche il più antico parco del paese (fu fondato nel 1962). Il quinto sito Unesco thailandese è rappresentato dai due Santuari della vita selvatica di Thungyai e Huai Kha Khaeng, aree che proprio in virtù del loro semi isolamento dal resto del Paese hanno potuto mantenere l’habitat originario per molte specie animali tipiche del sud-est asiatico.
L’Ente Nazionale per il Turismo thailandese ha preso parte al World Tourism Event Unesco, Salone Mondiale Città e Siti Unesco che si è tenuto, per il secondo anno consecutivo, a Roma dal 24 al 26 settembre 2020.
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