Racconti da brividi: il fantasma della piccola Maria Costanza Sanvitale si aggira nella Rocca di Fontanellato

Giovanni Bosi, Fontanellato / Parma
Suggestioni? Racconto reale? Mito? Leggenda? Prendetela per quella che è, o perlomeno per come viene riferita. E sì, perché la storia ha come cornice la meravigliosa Rocca Sanvitale di Fontanellato, in mezzo al borgo in provincia di Parma, circondata ancora dal fossato e con al suo interno uno dei capolavori del manierismo italiano: la saletta dipinta dal Parmigianino nel 1524 con il mito di Diana e Atteone. Ma c’è dell’altro: il fantasma della piccola Maria Costanza Sanvitale, nipotina della Duchessa Maria Luigia d'Austria. Morta all’età di 5 anni, 7 mesi e 7 giorni.
(TurismoItaliaNews) La pelle d’oca è d’ordinanza quando si visitano rocche, fortezze e residenze d’epoca dei Castelli del Ducato, ovvero il circuito che mette in rete in un itinerario imperdibile luoghi di grande bellezza e grande storia, fantasmi inclusi. Perché ogni castello che si rispetti ha il suo spettro, spirito, apparizione od ombra che dir si voglia. Anche qui a Fontanellato i testimoni sarebbero diversi e, badate bene, non sono racconti messi in circolazione per attrarre chissà chi: la Rocca è un monumento eccezionale e non ha certo bisogno di farsi pubblicità con storie che fanno accapponare la pelle. E tuttavia, un pizzico di mistero ci sta sempre bene.
Ma cosa accade allora qua dentro? Alcune guide del castello e alcuni turisti in visita hanno riferito di aver udito passi, la voce di una bimba che li chiamava e di aver visto ombre, in particolare in due sale: la Sala da Ricevimento e la Sala del Biliardo. C’è voluto poco a collegare i dettagli dei racconti con la vicenda della piccola sfortunata Maria Costanza, morta prematuramente lasciando i genitori, i giovani Conti Albertina e Luigi, nella disperazione più totale. Poco più di cinque anni di età, ma quanto è bastato per mettere in luce la sua vocazione alle belle arti, al canto e al ballo.
Quando sarete in visita alla Rocca state dunque ben attenti, pronti a cogliere ogni rumore o ogni suono intorno a voi. In ogni caso, i motivi per arrivare fino a Fontanellato, oltre al richiamo di Maria Costanza Sanvitale, sono davvero tanti, il primo dei quali si rivela quando si arriva nel cuore di borgo e ci si trova al cospetto della Rocca, le cui origini risalgono al Medioevo, al 1124, quando i Pallavicino costruirono la prima torre a scopo difensivo.
“Nel corso dei secoli è arrivata cinta esterna, a partire dal torrione quadrato posto a nord probabilmente dopo il 1386 per opera dei Sanvitale, che acquisirono il castello dai Visconti di Milano – ci spiegano durante la visita - la struttura è stata completata solo nel sedicesimo secolo attraverso la costruzione e l’adattamento ad appartamento del primo piano, dando il via libera alla sua trasformazione da fortezza difensiva a dimora residenziale”. Ancora oggi le tracce dei Sanvitale (che l’hanno abitata per circa sei secoli) si rinvengono un po’ ovunque: non solo in stemmi e blasoni, ma nella stessa forma del borgo, nelle stanze della Rocca, che hanno l’aspetto di essere ancora vissute, così come nelle chiese.
In effetti la Rocca è tuttora interamente arredata con mobili e suppellettili d'epoca, inclusa l'unica Camera Ottica in funzione in Italia all’interno della quale un sistema di specchi riflette l’immagine della piazza antistante su uno schermo. Ci sono l’Affresco del Parmigianino nella celebre Camera Picta, e lo Stendardo della Beata Vergine di Fontanellato, grande drappo in damasco rosso lungo 5 metri e alto 4 metri, datato tra il 1654 ed il 1656, probabilmente servito anche come bandiera navale.
Suggestioni sia dentro che fuori, insomma. Il primo approccio con la Rocca, prima di varcare il ponte che consente di bypassare il fossato che la circonda su tutti i lati, è sicuramente il giro completo tutt’intorno, anche per ammirare da diversi punti di vista l’altrettanto affascinante borgo che la custodisce. I muri merlati e le quattro torri angolari sono perfettamente conservati, mentre un tempo il fossato era alimentato dall’acqua di una risorgiva e risistemato all’inizio del XVII secolo dall’architetto parmense Smeraldo Smeraldi. L’ingresso alla Rocca è a pagamento, ma rappresenta un’esperienza imperdibile per chi desidera immergersi nella magia di un luogo senza tempo.
Per saperne di più
www.fontanellato.org
www.castellidelducato.it
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