Puglia, riapre il quartiere delle ceramiche di Grottaglie con oltre 50 botteghe artigianali secondo la tradizione nata nel Medioevo

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Dopo ben sette mesi di chiusura al pubblico, riaprono le botteghe che da sempre animano il quartiere delle ceramiche di Grottaglie, in provincia di Taranto, alcune delle quali hanno ancora all’interno torni e fornaci. In ciascun laboratorio è possibile osservare le diverse fasi di lavorazione degli oggetti, secondo la tradizione nata nel Medioevo. Torna fruibile anche il Museo della Ceramica con oltre 500 manufatti che raccontano la storia della produzione ceramica locale dalla Preistoria al contemporaneo.

 

(TurismoItaliaNews) Antica ed ancora oggi fiorente a Grottaglie è la produzione di ceramica anche grazie alle ricche cave di argilla rossa presenti sul territorio. Lugo la gravina San Giorgio, si è formato nei secoli un intero quartiere di esperti ceramisti i quali, ricavando laboratori e forni di cottura nella roccia di ambienti ipogei utilizzati in passato anche come frantoi, hanno saputo sviluppare una fiorente attività artigianale oggi riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Nello storico Quartiere delle ceramiche, ci si perde tra le oltre 50 botteghe artigianali, alcune delle quali hanno ancora all’interno torni e fornaci. In ciascun laboratorio è possibile osservare le diverse fasi di lavorazione degli oggetti, secondo la tradizione nata nel Medioevo.

Puglia, riapre il quartiere delle ceramiche di Grottaglie con oltre 50 botteghe artigianali secondo la tradizione nata nel Medioevo

Puglia, riapre il quartiere delle ceramiche di Grottaglie con oltre 50 botteghe artigianali secondo la tradizione nata nel Medioevo

Oltre a piatti, ciotole, coppe, recipienti di varie forme, ci sono i galletti, tipici di Grottaglie, i “pumi”, che si vedono esposti sui davanzali delle case salentine e sono considerati di buon auspicio (ma solo se dati o ricevuti in dono), e la “pupa baffuta“, personaggio nato da una leggenda: un vignaiolo, per sottrarre la giovane moglie alla brutale tradizione dello ius primae noctis (diritto della prima notte) , si travestì da donna per presentarsi al feudatario al posto della ragazza. Dimenticò però di tagliarsi i baffi e fu subito scoperto. Il feudatario ne rise, ma gli chiese, per risparmiargli la vita, che gli portasse tutto il vino prodotto dalle sue vigne in anfore che avessero le sue fattezze travestito. E lui, grazie all’aiuto degli artigiani del paese, glielo portò: nelle anfore a forma di pupa baffuta.

Contrariamente a quanto avviene negli altri centri di antica produzione ceramica italiani, Grottaglie è l’unica città della ceramica con un quartiere interamente dedicato alla produzione di questo tipo artigianato. Definita la “città dalle molte grotte”, sorge su una collina a pochi chilometri da Taranto sul ciglio del gradone murgiano che degrada verso il Mar Piccolo; il territorio è interessato dalla presenza di gravine, spettacolari canyon lungo i quali, fin dalla preistoria, sono stati scavati numerosi rifugi in grotta.

“Il turismo per Grottaglie, soprattutto quello estivo è diventato uno straordinario ‘generatore’ di economia. - sottolinea l’assessore al turismo Mario Bonfrate – vedo molto entusiasmo tra i nostri commercianti e artigiani, loro rappresentano una grande forza propulsiva per la ripresa. La pandemia sta cambiando il nostro modo di viaggiare e per questo pensiamo che  ci saranno tanti turisti e viaggiatori che verranno a Grottaglie per scoprire il patrimonio turistico della nostra città”. A pochi passi dal quartiere, nel Castello Episcopio, riapre anche il Museo della Ceramica, altro centro attrattivo turistico pugliese. L’esposizione permanente rappresenta il più importante museo pugliese sul tema dell'arte delle ceramiche e rappresenta il connubio tra quest'antichissima arte e la cittadina jonica. Il Museo è suddiviso in cinque sezioni e svela ben 517 pezzi che vanno dalla ceramica tradizionale d’uso, alle maioliche fino agli oggetti contemporanei. I manufatti, che provengono da collezioni pubbliche e private, raccontano la storia di un passato in cui la ceramica rivestiva un ruolo fondamentale nella vita degli uomini, soddisfacendo il loro bisogno primario di igiene e di conservazione degli alimenti, ma anche la loro necessità di possedere oggetti che assolvessero ad una funzione puramente ornamentale.

Coppia di pupe maiolicate, ceramista Galeone, donazione al Museo

Le sezioni
Sezione ceramica tradizionale d’uso. Si tratta di una tipologia di ceramica che copre un arco temporale che va dagli inizi del XVIII secolo alla prima metà del XX secolo e risulta rappresentata da forme usate per contenere acqua, vino, olio, aceto, per trasportare liquidi o per conservare provviste alimentari.
(capasoni, capasa, trimmone, vummile). A questi si aggiungono oggetti per cucinare (pignata) e per contenere piante (craste).
Sezione presepi. L’esposizione presenta varie forme interpretative: si passa dal presepe monoblocco con figure miniaturistiche, a quello monumentale ricco di personaggi in cui forme e colori esprimono la sperimentazione delle nuove tecniche ceramiche.
Sezione archeologica (secolo VII a.C. – XV d.C). Le diverse campagne di scavo hanno portato alla luce numerosi reperti ceramici fra cui spiccano olle globulari con motivi geometrici e patere dipinte e o incise.
Sezione maioliche (secolo XVIII– XX): brocche monoansate (sruli), brocche biansate (cirale) zuppiere, vasi da farmacia e mattonelle per pavimentazione.
Sezione contemporanea. L’ultima è dedicata alla ceramica contemporanea, in particolare alle opere donate dagli artisti che hanno partecipato alle edizioni del Concorso di Ceramica Contemporanea avviata per la prima volta dal Comune di Grottaglie nel 1971 con l’obiettivo di un’apertura verso la cultura mediterranea e quindi un dialogo tra artisti di provenienza diversa.
Il Museo della Ceramica è aperto al pubblico, nel rispetto delle disposizioni governative, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 dal martedì alla domenica, compresi i festivi.

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