Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

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Giovanni Bosi, Cervia / Emilia-Romagna

Mare azzurro, saline preziose, pinete secolari. Ben 9 km di spiaggia attrezzata, Bandiera Blu per l’ennesimo anno, attrazione del Parco del Delta del Po per l’elevatissimo interesse naturalistico e paesaggistico, un Parco naturale verde luogo incontaminato per una pausa di completo relax, a contatto con la natura e gli animali. Beh, ci sono davvero tanti buoni motivi per essere a Cervia e dintorni in qualsiasi momento dell’anno. E per scoprire un capitolo incredibile di questa perla della Riviera romagnola: un’intera città in un granello di sale.

 

(TurismoItaliaNews) Un mondo di uomini e mare, sole e vento. Ben più di un claim, a ben guardare il riassunto perfetto dell’essenza di Cervia. Amatissima nel periodo estivo, grazie al suo mare e alle sue attrazioni stagionali, in realtà questa cittadina ha le carte in regola per un turismo in qualsiasi periodo, a prescindere dal mare e dai chilometri di spiagge attrezzate. Cervia è un libro di storia a cielo aperto e un baluardo del buon gusto italiano, grazie a quell’eccellenza a cui dà il nome: il Sale dolce. Prezioso per le sue proprietà, cela dietro di sé una lunga storia costellata di intuizioni, sacrifici, tensioni, scorribande ed oggi anche di passione e attaccamento alle tradizioni. Tanti buoni motivi dunque per scoprire il tutto, perdendosi nei luoghi della produzione del sale e nei racconti dei protagonisti odierni, come i volontari che animano il Musa, il Museo del Sale di Cervia.

Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

Capolavoro di architettura del passato, gli antichi magazzini del sale, parte del cuore storico della città, potevano custodire fino a 230.000 quintali di oro bianco. E’ qui che ora è allestita l’esposizione museale - tappa di un itinerario che prende le mosse dalla Salina Camillone - che conserva e valorizza utensili, attrezzi, documenti, ma anche tradizioni, leggende e detti popolari legati al sale, alla sua gente, alla cultura, allo sviluppo e alla storia della città, trasformandosi in centro di documentazione e ricerca. “Cervia ha una storia antica, suggestiva e affascinante in cui il sale è il motore e anima profonda della culture locale – mi spiegano durante la visita al Musa - la tradizione salinara è stata nel corso del tempo studiata e tutelata, fino a portare alla realizzazione di questo museo che offre ai visitatori un’importante chiave di lettura del territorio”. Un vero e proprio luogo di incontro e di studio che valorizza ricordi e testimonianze, memoria e tradizioni, leggende e realtà legate ai luoghi e alla gente.

Già i Magazzini sono museo di se stessi, con quei mattoni a faccia vista, le enorme capriate, le dimensioni incredibili pensate per fare di queste strutture dei forzieri alla Paperon de’ Paperoni in cui proteggere un prodotto che quando non c’erano i frigoriferi era l’alchimia giusta per conservare i cibi. Non per niente fino a tempi recenti è rimasto un appannaggio dei Monopoli di Stato, mentre in passato era del Papa. E Cervia era un caposaldo economico dello Stato Pontificio, tanto che l’intera evoluzione urbanistica della città è frutto di una programmazione (e una strategia militare) messa a punto tra le mura di San Pietro. Se le origini della città si intrecciano in ipotesi nebulose e leggendarie, ma risalgono con tutta probabilità all’epoca romana, pur con testimonianza di frequentazione sul territorio già dalla tarda età del Bronzo, è la strategicità del sale a dettare l’agenda cervese. Intorno al decimo secolo è attestata nei documenti l’esistenza di Cervia vecchia, collocata al centro delle saline. Protetta da un terrapieno, caratterizzata dalla presenza di numerose chiese e da ampi spazi interni, resta nel cuore delle saline fino al 1698, anno di posa della prima pietra della città nuova, affacciata sul mare, che si svilupperà poi negli anni '60 del Novecento in località turistica di grande attrattiva.

Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

"La storia di Cervia è scandita dalla lavorazione del sale e dal rapporto dei cervesi con le acque, una convivenza difficile e sofferta in cui l’acqua salata ha un ruolo fondamentale nella produzione del sale, mentre le acque dolci che circondano le saline creano problematiche di tipo sanitario tali da mettere in serio pericolo la forza lavoro e di conseguenza anche l’importantissima produzione del sale – mi spiegano ancora durante la visita del Musa - questo il motivo del ‘trasloco’ della città, autorizzata da Papa Innocenzo XII”. Così Cervia viene ricostruita sul mare, su un progetto predefinito che garantisce difesa e funzionalità produttiva della “città fabbrica” con la creazione del complesso che la gente di qui chiama Quadrilatero.

Ai quattro angoli, nei suoi bastioni, sono collocati alcuni servizi: il forno, il macello, l’ospedale e le carceri, mentre nella piazza centrale, ieri come oggi, trovano spazio le sedi delle autorità civili e religiose. Le mura di difesa hanno ospitato fino agli anni Cinquanta le case del salinari, quando nel 1959 il cambiamento epocale introdotto dai Monopoli di Stato con una grande trasformazione strutturale delle saline e la modifica del sistema di produzione con un’unica raccolta annuale di sale e l’utilizzo di mezzi meccanici, spazza via in un colpo solo le piccole saline artigianali e la figura del salinaro.

Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

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Il Musa racconta tutto questo, integrando nella storia la Salina Camillone, ultimo fondo salifero salvato dalla ristrutturazione. Come gli altri fondi saliferi, è una speciale e delicata opera idraulica composta da una rete di bacini dove nel periodo estivo avviene la deposizione dei cristalli di sale. Ha una superficie complessiva di quasi due ettari e mezzo: l’acqua del mare viene guidata da un bacino all’altro una volta raggiunto il giusto grado di salinità. Dai 3,5° Beaumè (Bè) giunge fino ad un massimo di 26/28° Bè la concentrazione che porta alla deposizione dei cristalli di cloruro di sodio, con un piccolo grande miracolo della Natura: il grado massimo di salinità che l’acqua raggiunge nelle saline cervesi non permette la deposizione di altri elementi presenti nell’acqua salata che normalmente aggiungono quel retrogusto amaro classico del sale.

Per questo motivo il sale di Cervia è definito “dolce”, per il suo gusto particolarmente gradevole e delicato, e dunque riconosciuto presidio Slow Food. La salina Camillone può produrre dai 500 ai 2.000 quintali di sale dolce, a seconda dell’andamento della stagione estiva, che dalla prima quindicina di giugno si protrae fino all’incirca a metà settembre. Il lavoro è duro e il metodo antico, il risultato è una montagna di candido sale che luccica sotto il sole estivo. Tutto questo avviene ancora oggi grazie al lavoro costante di salinari volontari, che producono il sale seguendo il sistema artigianale a raccolta multipla unico in Italia. Un metodo antichissimo probabilmente introdotto nel Mediterraneo dagli Arabi nel nono secolo.

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Nel Musa c’è anche una sezione archeologica, che attraverso molti reperti si sofferma sul passato della Cervia vecchia, dei porti, dei luoghi di culto. Reperti importanti stupiscono il visitatore e scandiscono i tempi di sviluppo di un territorio variegato dalle mille sfaccettature, mentre immagini, oggetti e documenti testimoniano la realtà storica e sociale della città.

E’ fuori dal Musa che altri luoghi raccontano la storia del sale. A partire dalla scenografica Torre San Michele, costruita nel 1691 insieme al magazzino che si trova sullo stesso lato del canale del porto. E’ nata come torre di difesa da incursioni e assalti provenienti dal mare e di controllo del commercio del sale. Primo faro di Cervia nuova, pensate che al momento della costruzione si trovava in riva al mare, oggi invece è più lontana per effetto dell’arretramento della linea di costa. E poi il Canale del Porto, artificiale e non naturale, di cui si hanno notizie già in epoca medievale in carte nautiche e portolani: era un’importante via di controllo e di collegamento fra l’area produttiva e l’area commerciale, ovvero la zona in cui si trovavano i magazzini che servivano per lo stivaggio del sale. Adesso è il cuore del “salotto buono” della Cervia contemporanea, sul quale si affacciano locali e in estate si consuma il rito dello struscio nelle ore serali. Ma posso assicurarvi che è altrettanto affascinante anche con i colori dell’inverno…

Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

Un’intera città in un granello di sale: in riva all’Adriatico Cervia con il suo “oro bianco” si fa amare per una tradizione antichissima

Per saperne di più
www.turismo.comunecervia.it
musa.comunecervia.it

 

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