A Monterubbiano un borgo da scoprire e da assaggiare: nelle Marche tra le mura di Francesco Sforza spuntano le Tagliatelle fritte

Giovanni Bosi, Monterubbiano / Marche
Dai Monti Sibillini al Mare Adriatico passando per la Valle dell’Aso. E’ davvero a tutto tondo il colpo d’occhio che assicura Monterubbiano, il borgo delle Marche dalle origini antichissime che fra storia, tradizioni e cultura popolare è il classico luogo che si fa amare subito. E non solo per quanto racconta ai visitatori attraverso il patrimonio artistico e scorci emozionanti, ma perché qui ti senti subito in famiglia grazie alla sua gente. E se poi assaggi le Tagliatelle fritte…
(TurismoItaliaNews) A Monterubbiano sono tutti orgogliosi della storia locale e delle tradizioni del paese. Ed è per questo che ci si è messi d’impegno per reinserire nei circuiti turistici delle Marche anche questo borgo, al quale il Touring Club Italiano ha assegnato la Bandiera Arancione. “Ultimamente eravamo scomparsi dai radar – ammicca la sindaca Meri Marziali – ma questo paese merita di essere conosciuto ed apprezzato per quanto può offrire”. A partire dal fatto che nel 1443 Francesco Sforza ne ha fortificato le mura castellane, lasciando in dote al paese “un raro esempio di architettura militare che ne circonda il perimetro per quasi due chilometri - come ci spiega Ludovica Tassotti dell'Ufficio turistico del Comune - originando un bellissimo percorso che tocca le antiche porte di accesso: Porta del Pero, Porta Sant’Andrea e Porta San Basso”. E da cui c’è un affaccio spettacolare sulla Valle dell’Aso, famosa per i suoi campi coltivati ad ortaggi e cereali e per i suoi coloratissimi frutteti.
E se Monterubbiano si entusiasma per l’antichissima festa di “Sciò la Pica”, evento insieme pagano e religioso, in cui curiosi rituali di epoca picena si mescolano ad elementi di epoche successive, in cui le quattro Corporazioni di arti e mestieri (Zappaterra, Bifolchi, Mulattieri e Artisti) si sfidano in corrispondenza della Pentecoste in una giostra cavalleresca all’Anello, preceduta da un corteo storico in abiti medievali; c’è anche un altro elemento che mette tutti d’accordo; sono le Tagliatelle fritte.
Siamo evidentemente a tavola, per una tradizione che ormai fa parte dell’assunto popolare di Monterubbiano e che qui non vedono l’ora di farti conoscere, anzi assaggiare. Perché si tratta di una vera e propria creazione datata 1973, il cui marchio di fabbrica si deve ad una cuoca d’eccezione: la signora Santina Pistolesi del ristorante “Pazzi”. Che volendo preparare qualcosa di assolutamente speciale ed eccezionale per il pranzo di nozze del figlio Giovanni, prova e riprova, mescola e rimescola, tenta e ritenta, mette a punto a questa pietanza dal nome intrigante che a Monterubbiano finisce con il surclassare i canonici vincisgrassi. Ma cosa sono allora le tagliatelle fritte? “Delle polpette a base di tagliatelle, preparate con la consueta sfoglia ma tagliate un po’ più strette dell’ordinario, assemblate con besciamella, panna, parmigiano e avvolte in farina, uovo e pangrattato, fritte e quindi condite con ragù di carne” ci dice la signora Savina, figlia di Santina, mentre mescola il sugo. Più facile a dirlo che a farlo, perché la lavorazione è lunga e macchinosa.
L’assaggio svela la bontà di queste tagliatelle fritte, a cui il paese in agosto dedica una frequentatissima sagra: a prepararcele sono le donne del paese nella sede del Centro Anziani in collaborazione con la Pro loco di cui è presidente Massimo Properzi. Irrinunciabile anche la degustazione delle pesche gialle della Val d'Aso nella versione sciroppata. Fatte in casa, naturalmente.