Castiglione in Teverina: la tradizione di famiglia della Fattoria Madonna delle Macchie racconta profumi, sapori e colori della Tuscia

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Giovanni Bosi, Castiglione in Teverina / Lazio

In azienda oggi c’è la quarta generazione di una famiglia che vanta un’antica tradizione imprenditoriale nel cuore di una zona in cui la viticoltura è una specializzazione di lungo corso. Questa è la Tuscia, siamo al confine tra Lazio ed Umbria, in una porzione di territorio di particolare bellezza, dove i boschi si alternano a vigneti ed uliveti. Tanto che lo stesso nome della fattoria si richiama ad un’espressione di devozione che arriva da lontano: Madonna delle Macchie. A due passi dal borgo di Castiglione in Teverina, Leonardo e Maria Serena, punte di diamante della famiglia Belcapo di ultima generazione, proseguono una mission che parla prima di tutto di grande passione.

 

(TurismoItaliaNews) Si può essere vignaiuoli senza mettere il cuore in quello che si fa? Ovviamente no, perché l’amore per la terra e per i suoi frutti è il primo ingrediente di ciò che si produce. Un ingrediente neppure troppo segreto se si considera che il racconto, lo storytelling come si dice oggi, della Fattoria Madonna delle Macchie ti avvolge completamente. Il capostipite si chiamava Cesare e da lì in poi è stata un’evoluzione sul solco della tradizione, come è giusto che sia.

Castiglione in Teverina: la tradizione di famiglia della Fattoria Madonna delle Macchie racconta profumi, sapori e colori della Tuscia

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Leonardo Belcapo

Castiglione in Teverina: la tradizione di famiglia della Fattoria Madonna delle Macchie racconta profumi, sapori e colori della Tuscia

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“L’azienda con i suoi terreni, è adiagata su una dolce collina dell’alta teverina laziale, tra Orvieto e Civita di Bagnoregio, ad un’altezza che va dai 300 ai 450 metri di quota e con un’estensione totale di 40 ettari, tra vigneti, oliveti e seminativo” ci spiega Leonardo. Una ventina quelli dedicati alla produzione di vino (espressione di varietà autoctone come Grechetto e Malvasia, Drupeggio e Vermentino Toscano, Violone, Ciliegiolo, Aleatico) con 50mila bottiglie per la commercializzazione; e 1.500 piantoni tra Frantoio, Moraiolo, Canino, per due tipologie di extravergine Bland e Cri Biologico Moraiolo “8ore” (ovvero il tempo trascorso dalla raccolta alla trasformazione).

“Con la nostra cantina e il nostro frantoio – sottolinea Leonardo Belcapo – siamo orientati su una produzione di nicchia di vino ed olio legata al territorio. Valorizziamo le varietà autoctone, investiamo in tecnologia, ma un lavoro di cantina e frantoio deve essere svolto con amore ed esperienza, coniugando tradizione e tecnologia” tiene a dire. E il racconto prosegue svelando quella che nel tempo è diventata una filosofia di vita: “Il segreto della qualità dei prodotti è nella natura stessa, vale a dire nella felice combinazione tra caratteristiche ambientali e passione produttiva, tramandatasi da tre generazioni. L’appartenenza ad una famiglia tradizionalmente frantoiana, la personale esperienza olearia e soprattutto l’eccezionale origine e qualità delle olive, ci consentono di produrre un olio extra vergine d’oliva finemente delicato con un ottimo fruttato. Così per i vini, prodotti nella nuova cantina dotata delle più moderne tecnologie, avviando l’azienda nel sentiero delle innovazioni tecniche agronomiche ed enologiche più qualificate, per essere poi perfezionati nella storica cantina di famiglia, ambiente unico e suggestivo”. Questa, va ricordato, è la zona del Doc Tuscia e dell’Orvieto Doc…

Maria Serena Belcapo

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Tra i vini più iconici di Fattoria Madonna delle Macchie, ma in fondo anche evocativi, c’è il “Matilde”, un Orvieto Doc per il quale si impiegano uve di Drupeggio, Procanico, Verdello e Grechetto di Orvieto. E poi il “Fonte Vionica”, un Igt che mette insieme insieme Trebbiano e Malvasia. La visita alla cantina è una scoperta: la parte antica ti conduce letteralmente nelle viscere della terra, nel tufo sapientemente scavato. Un valore aggiunto nell’affinamento: “Alcuni dei nostri vini richiedono un passaggio più o meno lungo in botti di legno e barriques – evidenzia Leonardo Belcapo – queste botti consentono la cessione del vino di tutte quelle sostanze che determinano l’arricchimento del bouquet. Oltre al passaggio in legno è importante l’ambiente di conservazione. L’affinamento avviene nella vecchia cantina storica, in particolare in una grotta immersa nella roccia vulcanica, scavata a mano agli inizi del ‘900, determinante per la microareazione costante delle botti, ottenendo una complessità organolettica e aromatica ideale dei nostri vini”.

L’esperienza è totale nella cantina Fattoria Madonna delle Macchie, come del resto ci si aspetta in un’azienda a conduzione familiare: Maria Serena Belcapo ci conduce per mano nell’abbinamento tra vini ed eccellenze del territorio. Perché se Castiglione in Teverina è terra di vigneti e produzioni specializzate, con la Tuscia è anche la cornice di prodotti di grandi tradizioni. “Solo comunicando il territorio si può far capire la tipicità di un grappolo di uva e l’unicità di un vino” ammicca Maria Serena. E l’extravergine trova tutto il suo spazio in un percorso di gusto: “La tradizione è il saper riconoscere le cose buone: è questa la filosofia che ancora oggi fa vivere il nostro frantoio. Manteniamo il frantoio tradizionale con macine in pietra e spremitura a freddo ottenendo un olio extravergine d’oliva di qualità”. Insomma, per dirla con Leonardo, “in questa azienda la tradizione non è museo delle cose vecchie, ma è il saper riconoscere le cose buone”. E il consumatore moderno che ricerca qualità, gusto e rispetto del territorio, ringrazia.

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