Innsbruck, quell’incredibile parata di miti all’Hofkirche: faccia a faccia con gli “uomini neri” dell'Imperatore Massimiliano I

Giovanni Bosi, Innsbruck / Austria
La chiamano la chiesa “degli uomini neri” perché nella sua bellezza è impressionante, talmente sembra affollata di personaggi in carne ed ossa. E invece sono decine e decine di statue di bronzo colossali così realistiche che potrebbero muoversi da un momento all’altro mentre sei al loro cospetto. Non a caso la Hofkirche, la Chiesa di Corte di Innsbruck che ospita il cenotafio dell'Imperatore Massimiliano I, è il monumento più illustre del Tirolo e il più imponente dei mausolei imperiali europei. Ecco perché vale la pena andare a vederlo.
(TurismoItaliaNews) “Uomini neri” perché è il colore delle statue in bronzo che raffigurano antenati imperiali, idoli e personaggi illustri che fiancheggiano, in una parata di ossequio e riverenza, il sepolcro impreziosito da finissimi rilievi marmorei. Concepito dallo stesso Massimiliano I, doveva rendere indelebile il suo ricordo e dare imperitura fama alla Casa d’Asburgo. E nell’intento c’è riuscito benissimo, perché tra le mille attrazioni della capitale delle Alpi, quella alla Chiesa di Corte è una visita irrinunciabile quando si è ad Innsbruck. “E’ la testimonianza di una cultura cortese che permeava tutta l'Europa e in nome della quale Massimiliano seppe avvalersi dell'operato degli artisti migliori del suo tempo, come Albrecht Dürer, Peter Vischer il Vecchio o altri – ci spiegano durante la visita – l’arte cortese quale si venne sviluppando alla corte di Innsbruck fu influenzata dagli Asburgo ma caratterizzata al contempo da una specifica impronta locale. Poche altre figure di regnante rimasero impresse tanto a lungo nella memoria popolare come l’Imperatore Massimiliano I (1459-1519). Al suo nome è legata la fama e l’ascesa di Innsbruck nell'Europa rinascimentale”.
Quando sei faccia a faccia con le ventotto statue che sono allineate su due lati lungo il cenotafio dell’Imperatore (ma lui è sepolto nella Cappella di San Giorgio nel suo castello di Wiener Neustadt e non ha mai potuto vedere il lavoro completato) ti senti piccolo piccolo e persino indifeso. I volti severi, i dettagli delle armature, dei fregi e degli abiti, appaiono come il risultato di una cristallizzazione di persone autentiche. Un lavoro certosino che è impossibile non apprezzare e che ti impone di sostare a lungo di fronte a ciascuna delle statue per coglierne ogni particolare, di intercettarne un impossibile movimento. Dietro la scelta di ciascun personaggio immortalato si cela in realtà una lunga ricerca voluta direttamente da Massimiliano I, che incaricò storici di corte e umanisti di scegliere le personalità da raffigurare, mostrando quanto fosse consapevole del suo ruolo e del potere della sua dinastia.
Con risultati sorprendenti, se si considera la somiglianza delle statue con i personaggi reali: somiglianza e tratti della personalità erano importanti per i ritratti rinascimentali, statue bronzee incluse. Per la loro realizzazione, Massimiliano I fece preparare dei modelli basati su ritratti, lapidi o monete. “Gli Asburgo – ci dicono ancora - si consideravano infatti diretti discendenti degli imperatori, a partire da quelli romani. Figure leggendarie del mondo cristiano e cavalleresco, ma anche i santi patroni testimoniano l’attaccamento degli Asburgo alla fede cattolica, legittimando il ruolo della dinastia a livello temporale e spirituale”. Ecco allora Artù, il leggendario re che simboleggia il potere sull’Inghilterra; Giovanna di Castiglia, ereditiera dei reami di Castglia ed Aragona; Maria di Borgogna, ricca ereditiera delle terre lungo il confine franco-tedesco; Cimburga di Masovia, Elisabetta di Ungheria, Ferdinando del Portogallo. Ma nulla è lasciato al caso: la posizione delle armi delle statue era pensata per poter sorreggere delle candele in occasioni speciali.
La Chiesa gotica di Corte è stata edificata tra il 1553 e il 1563 dall’architetto Andrea Crivelli per volere dell'imperatore Ferdinando I in memoria di suo nonno Massimiliano I d’Asburgo, proprio con l’intento di accogliere le spoglie dell'Imperatore deceduto nel 1519. Ma quel sepolcro è rimasto vuoto. Lui è stato un personaggio di cui la storia ha parlato molto, a partire dal fatto che nonostante le sue vanità era molto religioso. Nobile, povero o ricco, la morte non guarda in faccia a nessuno. Ecco perché ordinò che alla sua morte il suo corpo venisse flagellato e il capo rasato, perché voleva compartire dinanzi a Dio come un povero peccatore.
Il complesso di Innsbruck contempla anche l’adiacente convento francescano, attualmente sede del Museo dell’arte popolare tirolese. Solo durante il regno dell’arciduca Ferdinando II del Tirolo (1529-1595), figlio di Ferdinando I, il cenotafio è stato completato con la statua dell’imperatore inginocchiato. Sul lato nord-ovest della Chiesa l’arciduca ha fatto anche edificare la Cappella d’Argento, nella quale riposano le sue spoglie e quella della consorte, la borghese Philippine Welser.
La Hofkirche accoglie anche la tomba di Andreas Hofer, patriota tirolese amatissimo. Nato a San Leonardo in Passiria nel 1767 e giustiziato a Mantova nel 1810 (secondo la leggenda nelle mani aveva un crocifisso ornato di fiori) Hofer è stato un vero e proprio condottiero e guerrigliero austriaco, diventato tale (da locandiere e commerciante di cavalli qual era) dopo l'invasione del Tirolo da parte delle truppe francesi. Conosciuto anche come Generale Barbòne, si mise alla testa delle milizie di insorti tirolesi che combatterono al fianco dell'esercito dell'Impero austriaco contro francesi, bavaresi ed alleati, nel corso della guerra della quinta coalizione.
La Hofkirche di Innsbruck è dunque un concentrato meraviglioso di storia e di arte, di vite e di avventure, di aneddoti e miti assolutamente da conoscere.
I personaggi immortalati.
-Giovanna di Aragona e Castiglia (1479 - 1555), nuora di Massimiliano
-Ferdinando II di Aragona (1452 - 1516), re d'Aragona, Castiglia e Leon
-Filippo III di Borgogna (1396 - 1467), duca di Borgogna, padre di Carlo il Temerario
-Carlo I il Temerario (1433 - 1477), duca di Borgogna e suocero di Massimiliano
-Cimburga di Masovia (1397c. - 1429), nonna paterna di Massimiliano
-Margherita d'Asburgo (1480 - 1530), figlia di Massimiliano
-Bianca Maria Sforza (1472 - 1510), seconda moglie di Massimiliano
-Sigismondo il Danaroso (1427 - 1496), duca d'Austria
-Re Artù (opera Peter Vischer il Vecchio)
-Ferdinando del Portogallo (1345 - 1383), re di Portogallo
-Ernesto I d'Asburgo detto il Ferreo (1377 - 1424), Duca di Stiria e Carinzia, nonno paterno di Massimiliano
-Teodorico il Grande, re degli ostrogoti (opera di Peter Vischer)
-Alberto II lo Sciancato (1298 - 1358), duca d'Austria e di Carinzia, trisnonno paterno di Massimiliano
-Rodolfo I d'Asburgo (1218 - 1291), Rex Romanorum
-Filippo I di Castiglia (1478 - 1506), figlio di Massimiliano
-Clodoveo I, re dei Franchi
-Alberto II d'Asburgo (1397 - 1439), imperatore
-Federico III d'Asburgo (1415 - 1493), imperatore, padre di Massimiliano
-Leopoldo III di Babenberg (1073 - 1136), margravio d'Austria
-Alberto IV il Saggio (1188 - 1239), conte di Asburgo, mangravio dell'Alta Alsazia, di Burgau e dell'Argovia
-Leopoldo III d'Asburgo (1351 - 1386), duca d'Austria e bisnonno paterno di Massimiliano
-Federico IV d'Asburgo (1382 - 1439), prozio di Massimiliano, capostipite della linea tirolese degli Asburgo
-Alberto I d'Asburgo, (1255 - 1308) re di Germania e imperatore
-Goffredo di Buglione, re di Gerusalemme
-Elisabetta di Lussemburgo (1409 - 1442), figlia dell'imperatore Sigismondo I
-Maria di Borgogna (1457 - 1482), prima moglie di Massimiliano
-Elisabetta di Tirolo-Gorizia (1262c. – 1313), moglie di Alberto I d'Asburgo
-Cunegonda d'Austria (1465 - 1520), sorella di Massimiliano
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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