La pasta è tradizione di famiglia: a Camerino l’epopea di Gaetano Maccari racconta la storia di un territorio ricco di eccellenze

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Giovanni Bosi, Camerino / Marche

La cornice dei Monti Sibillini è di per sé uno spettacolo della natura. Che dona oltre alla bellezza del paesaggio, anche risorse importanti come l’acqua e tutto quel che serve per la creazione e la produzione di eccellenze che ormai si equivalgono al nome del territorio. Inclusa la pasta, simbolo indiscusso del Belpaese e pure ambasciatrice delle Marche, grazie all’intuizione e al coraggio di un imprenditore e della sua famiglia, che ha saputo comprenderne il valore arricchendola con il passaggio generazionale e il rispetto della tradizione. E’ la storia della famiglia Maccari di Camerino.

 

(TurismoItaliaNews) Parli di Camerino e parli della sua antica (modernissima) Università fondata nientemeno che nel 1336. Ma parli anche di colline pettinate tra le valli del Chienti e del Potenza, di un borgo che seppure oggi sia alle prese con la ricostruzione post-sisma, dall’alto del colle su cui è posizionato regala con lo skyline suggestioni ed emozioni, perché qui si vive ancora di toni sommessi e caldi, grazie alla pietra che alterna al cotto l’intonaco rosato, ocra, arancio. E dove la gente è genuina, attaccata alla sua terra, alle sue tradizioni, alla voglia di esserci comunque. Anche nei momenti di grande difficoltà come quello attuale.

Camerino

Camerino

E tuttavia il nome di Camerino va in giro per il mondo. Complice quell’alimento a cui come italiani non possiamo proprio rinunciare, perché fa parte del nostro vissuto, del nostro modo di essere, della nostra tradizione e dell’amatissima dieta mediterranea. Il riferimento è lampante: parliamo de La Pasta di Camerino, ormai ben più di un brand visto che è il terzo marchio più venduto in Italia. Non a caso: dietro c’è la storia e la lungimiranza di una famiglia che ha scelto la strada dell’imprenditoria anche per promuovere il borgo dove vive. E non è poco. Se tante aziende, la quasi totalità, scelgono come denominazione quella del nome dei proprietari, qui sin dall’inizio si è voluta dare una chiara indicazione territoriale.

Il fondatore dell’impresa si chiama Gaetano Maccari che poco più di una ventina di anni fa insieme alla moglie Mara ha condiviso il progetto di aprire un piccolo laboratorio artigianale. Da lì in poi la crescita è stata vertiginosa, con il successivo inserimento in azienda dei figli Federico e Lorenzo, diventando nel giro di poco grazie alla pasta all’uovo e ad altri prodotti un marchio leader in Italia e nel mondo, con 500 quintali di pasta al giorno prodotti, 87 dipendenti (di cui 64 sono donne), un fatturato da 26,5 miloni di euro e un mercato che per l’85 per cento è in Italia ed un export che raggiunge Stati Uniti ed Australia. Il segreto? “Produciamo pasta così come la faceva mia madre – ci racconta Gaetano Maccari con quella semplicità che è patrimonio di chi ha costruito tutto da sé – la nostra attività punta su qualità e tradizione, ecco perché la nostra pasta è ruvida e porosa come quella fatta in casa, realizzata nel rispetto dei migliori metodi artigianali”.

Lorenzo Maccari con il sindaco di Camerino, Roberto Lucarelli

Lorenzo Maccari con il sindaco di Camerino, Roberto Lucarelli

Lorenzo Maccari con il sindaco di Camerino, Roberto Lucarelli

La storia è avvincente ed è bello conoscerla perché denota un attaccamento non comune, ma soprattutto perché dimostra come al di là delle necessità industriali di una produzione sia possibile provare a mantenere il sapere di come e quando si faceva tutto a mano. “Noi abbiamo anche modificato delle macchine che oggi utilizziamo per realizzare i diversi tipi di pasta, sia secchi di freschi - sottolinea ancora il fondatore – pensi che i quadrucci li otteniamo prima facendo la sfoglia, poi tagliandola a tagliatella e quindi ottenendo i quadrucci. Anche le tagliatelle hanno larghezza diversa perché quando mia madre le tagliava con il coltello non poteva riuscire a farle tutte uguali… E’ questa la bellezza e quando le mangi te ne accorgi…”.

L’innovazione è arrivata anche grazie alla preparazione dei figli Federico e Lorenzo: “L’arte di fare la pasta in casa è quella che vogliamo preservare – rileva Lorenzo Maccari – oggi ‘La Pasta di Camerino’ è il principale marchio di Entroterra Spa e da quel piccolo laboratorio artigianale aperto da nostro padre, anno dopo anno il gruppo è cresciuto scalando i vertici del mercato nazionale e internazionale. Oltre alla pasta all’uovo, premiata come la migliore pasta italiana per il rapporto qualità/prezzo, l’azienda produce anche pasta di semola di grano duro, pasta all’uovo bio e pasta al farro bio”. “Il nostro orizzonte è disegnato dalle vette dei Monti Sibillini, innevate per la maggior parte dell’anno. Monti incantati sui cui si fondano numerose leggende, dove è possibile osservare una flora e una fauna ricchissime. L’aria fresca e l’acqua pura di queste meravigliose montagne arrivano fin qui, a Camerino, e fanno parte del dna della nostra pasta” chiosa Lorenzo. Trafilatura al bronzo a lenta estrusione, ingredienti italiani, filiera di alta qualità, triplo impasto lento a bassa temperatura, essiccazione lenta sono tra i segreti della produzione. L’aria, l’acqua e la terra genuina dei Monti Sibillini: così La Pasta di Camerino è figlia delle Marche, terra ricca di tradizioni di famiglia, in cui la tavola è protagonista. A quelle tradizioni si ispirano i nostri prodotti”. E pure la scelta di prodotti come il grano antico Hammurabi.

Mezzemaniche con cime di rapa, guanciale e crema di ricotta di pecoraPenne di grano Hammurabi con broccoletti, zucca e castagne

Tagliatelle rustiche al ragù bianco di faraona al profumo di Varnelli Tortellini antica ricetta al sugo di pomodoro arrosto e olio al basilico

L’azienda ha anche deciso di “sposare” la propria qualità ad altri testimonial della nostra Italia: “La scelta di ingredienti Dop e Igp è semplicemente sinonimo di qualità, genuinità e rispetto per le nostre radici. Il Prosciutto di Parma Dop ad esempio è un prodotto che solo tra le colline parmensi trova sia il microclima ideale per la sua stagionatura naturale sia l’abilità di esperti artigiani le cui competenze si tramandano da generazioni. E poi il Parmigiano Reggiano Dop. Il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp, nome che certifica e garantisce la carne delle tre razze bovine tipiche dell’Italia centrale: la Chianina, la Marchigiana e la Romagnola, viene allevato con foraggi freschio conservati provenienti da prati naturali, artificiali e coltivazioni erbacee tipiche della zona geografica indicata. L’alimentazione naturale, la tipologia di allevamento e una predisposizione genetica di queste razze rendono la loro carne di alto pregio, molto magra e con una composizione in acidi grassi adatta all’alimentazione moderna”.

L’azienda, insomma, si è posta come obiettivo la valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano, facendo particolare attenzione alla provenienza degli ingredienti utilizzati. “Non solo – sottolinea ancora Lorenzo Maccari – c’è un legame indissolubile che ci lega a Camerino, ricca di storia, tradizione e di genuina bellezza. Abbiamo voluto mantenere integro il legame con il territorio d’origine, producendo una pasta come quella che tante nonne marchigiane hanno tramandato ai loro nipoti: solo uova fresche e farine di alta qualità, senza acqua né additivi”.

Il Relais Villa Fornari di Camerino

Alessio Bottacchiari

Non potrebbe mancare una degustazione per comprendere fino in fondo il legame con il territorio. Ci ha pensato Alessio Bottacchiari alla guida del Relais Villa Fornari che si trova proprio a due passi dal borgo antico, proponendo una “verticale” di primi piatti della Pasta di Camerino: Mezzemaniche con cime di rapa, guanciale e crema di ricotta di pecora; Penne di grano Hammurabi con broccoletti, zucca e castagne; Tagliatelle rustiche al ragù bianco di faraona al profumo di Varnelli e Tortellini antica ricetta al sugo di pomodoro arrosto e olio al basilico; il tutto coniugato con Verdicchio di Matelica doc biologico “Borgo Paglianetto”, Colli Maceratesi rosso Dc “Villa Forano” e Moscato parzialmente fermentato “Moroder” per la cresciafogliata con gelato alla vaniglia.

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