Gli “Scatti di stile” di Ambra Cenci: cronaca e moda a Foligno tra 1890 e 1914 diventano uno straordinario racconto di costume

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Giovanni Bosi, Foligno / Umbria

Un punto di vista inedito. Un percorso che mancava e che illumina un periodo storico di grande fascino. Un glamour per certi versi insospettabile ma che al contempo conferma la vivacità persino in una laboriosa città di provincia nel Regno d’Italia. E’ la moda che diventa protagonista in una chiave di lettura originale e che porta la firma dell’unica persona che avrebbe potuto imbastire un lavoro di questo tipo. E’ il libro “Scatti di stile. Cronaca e moda a Foligno 1890-1914”, l’autrice è Ambra Cenci. Qui d’autre qu’elle?

 

(TurismoItaliaNews) Foligno per studiosi, ricercatori e cultori di storia locale ha sempre rappresentato un irrinunciabile soggetto di indagine e di approfondimento. Perché la bella città umbra si può tranquillamente definire un unicum nel cuore d’Italia. La città dei Palazzi, è stata definita, appellativo che dà subito conto della sua eleganza e della sua opulenza nel corso dei secoli, peraltro in passato troppo frettolosamente liquidata come “città commerciale” ma in realtà molto, molto di più. Indagata in ogni sua particolarità storica, artistica, architettonica e culturale, in realtà mancava per Foligno un dettaglio di non poco conto: quello che oggi potremmo definire “di costume”. Mancava, perché il vuoto adesso è stato colmato attraverso un’opera che è il frutto di una lunga marcia di avvicinamento che si sovrappone ad una vita intera. Quella di una persona che ha fatto del buon gusto, del glamour, dell’eleganza e dello stile la sua filosofia di vita. Sì, proprio lei: Ambra Cenci.

Gli “Scatti di stile” di Ambra Cenci: cronaca e moda a Foligno tra 1890 e 1914 diventano uno straordinario racconto di costume

Foligno in una cartolina postale d'epoca

La Professoressa folignate è un punto di riferimento in questo campo, una testimonial indiscussa e un orgoglioso alfiere della città di origine. Ecco perché il suo nuovo libro “Scatti di stile. Cronaca e moda a Foligno 1890-1914” pubblicato da Fabrizio Fabbri Editore, arriva come prezioso documento di scoperta, conoscenza e approfondimento di un segmento di storia locale che mancava. Un vero e proprio atto d’amore verso la sua Foligno, quello di Ambra. Ben 320 pagine con una curatissima impaginazione in cui il bianco & nero si rivela un valore aggiunto nel contribuire a rendere concreto quell’immaginario reso possibile da un ricco apparato iconografico.

Ma allora qual era lo scenario della Foligno, seppur lontana dagli eccessi delle Folies Bergère, a cavallo tra Otto e Novecento in tema di moda? “Le sarte della città sceglievano per le clienti sete preziose di Ravasi, velluti ombreggiati, taffetà cangianti e poi gale, merletti e nappine che avrebbero conferito alla donna fascino e femminilità, indipendentemente dallo stile e dalla personalità della committente – ci spiega Ambra Cenci - molte foto lo raccontano: c’era chi preferiva ancora i bustini steccati e le enormi maniche a gigot per esaltare la ‘linea ad S’ e chi, probabilmente con maggior coraggio, osava indossando i primi tailleur, ispirati alle fogge di corrispondenti costumi maschili. Era quest’ultima un tipo di moda estremamente sobria, che subirà una rapida accelerazione intorno al 1915, a seguito delle condizioni di difficoltà indotte ancora una volta dal contesto storico: la Prima Guerra Mondiale”.

Foligno in una cartolina postale di primo Novecento

Gli “Scatti di stile” di Ambra Cenci: cronaca e moda a Foligno tra 1890 e 1914 diventano uno straordinario racconto di costume

L’originalità della ricerca e quindi la restituzione di un affresco che meritava di essere “guardato” con cura e non semplicemente “visto” attraverso le immagini d’epoca, sta proprio nell’aver saputo interpretare con sagacia quello che il passato ci ha tramandato. “A suggerire le nuove tendenze in fatto di stile, proliferavano già in quegli anni le riviste di moda, spesso arricchite di cartamodelli che consentivano agli atelier locali di riprodurre copie pressoché identiche degli abiti originali francesi – sottolinea la professoressa Cenci - in quelle riviste non si ricorreva tuttavia alla fotografia di moda, preferendo le incisioni o semplici schizzi, perché si riteneva che la foto ingrassasse la modella, che sarebbe apparsa goffa e inelegante, annullando il fascino del modello proposto. Le ricche folignati sfogliavano quelle riviste e, nel turbine di un mondo che stava cambiando velocemente, apprendevano come ridimensionare o rincorrere il trionfo dell’apparenza, coniugando la regola ferrea di allora: sì è quello che si sembra, ossia ‘l’abito fa il monaco’”.

Ecco allora che gli scatti all’albumina di Rinaldo Laurentini, per eccellenza “il fotografo” di Foligno (prezioso per i folignati quanto i Fratelli Alinari per il mondo) si rivelano un patrimonio indiscusso anche per questo aspetto. “Ai volti ritratti da Laurentini non era possibile attribuire un'identità anagrafica – sottolinea Ambra Cenci - ma le immagini non mentivano sull’occasione imminente, sul messaggio che si voleva tramandare, sulla loro condizione sociale, in un’epoca in cui l'abito ‘faceva veramente il monaco’. Erano borghesi, piccoli nobili, popolani e contadini: tutti accomunati dalla volontà di apparire e di mostrare alllobiettivo la ricercatezza dell’abito indossato. E se il perugino Averardo Montesperelli parlava ‘di un'animata e ben abbigliata gioventù femminile di cui Foligno gode’ diceva il vero, perché belle ed eleganti erano le folignati di ieri, che subivano le lusinghe della moda e della vanità!”.

Gli “Scatti di stile” di Ambra Cenci: cronaca e moda a Foligno tra 1890 e 1914 diventano uno straordinario racconto di costume

L’autrice definisce “breve taccuino di costume cittadino” il suo lavoro, ma ovviamente è molto di più. Non solo perché nelle pagine di questo volume si trova, come ammette poi Ambra, “il mio entusiasmo, le mie passioni, le vostre curiosità, ma soprattutto un po' di vita vera della nostra Foligno, che si racconta in una sorta di Spoon River, in cui a parlare non saranno i nostri avi estinti, ma i loro elegantissimi, austeri, frivoli e intramontabili “abiti da ritratto’”. E dunque vogliamo sperare che questo sia il primo capitolo di una storia che poi evidentemente prosegue per tutto il Novecento. La chiosa più bella del libro è quello che i figli Marco e Roberta hanno voluto riservare alla loro mamma in una post-fazione, dove la Professoressa è da loro definita nientemeno che “una Cinquecento rossa”. Ma forse noi possiamo permetterci di dire che è una Ferrari rossa fiammante…

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