Molise, Red Carpet! La première d’autunno tra Matese e borghi di pietra
Giuseppe Botti, Campobasso / Molise
In Molise l’autunno non arriva: debutta. E lo fa stendendo un tappeto rosso naturale che invade i boschi, le radure e i vicoli medievali come in una vera première. “Molise, Red Carpet!”, il claim lanciato da Visit Molise e ideato da Roberto Colella per l’Assessorato al Turismo regionale, racconta proprio questo: un territorio autentico che sceglie di presentarsi in anticipo sulla stagione, puntando su emozioni semplici e memorabili.
(TurismoItaliaNews) Dopo il successo della prima Borsa del Turismo Esperienziale – fortemente voluta dal consigliere delegato al Turismo Fabio Cofelice – la regione fa un passo in più: programmazione, visione e invito esplicito a rallentare. Il palcoscenico è quello dei boschi del Matese e delle foreste dell’Alto Molise, dove l’oro dei faggi, il rame degli aceri e il verde profondo degli abeti si mescolano a sentieri morbidi di foglie. Qui la camminata diventa rito: si parte al mattino con la luce obliqua che accende i crinali e si rientra al tramonto quando la montagna profuma di legna e castagne. L’itinerario può spingersi fino a Campitello Matese, per poi deviare verso Capracotta – balcone naturale sui monti – e Agnone, dove le campane della storica fonderia raccontano ancora una manualità che resiste. In mezzo, una trama fittissima di tratturi: le antiche autostrade della transumanza oggi sono percorsi ideali per trekking e gravel, con pendenze dolci, muretti a secco, ovili in pietra e scorci di rara quiete.
Il “red carpet” molisano non è scenografia, ma esperienza. Camminare su foglie fruscianti, fermarsi a una fonte, assaggiare pane caldo con olio nuovo: dettagli che rimangono addosso. Nelle riserve Collemeluccio–Montedimezzo (programma Mac Unesco) l’autunno è una sinfonia di colori e biodiversità; lungo la ferrovia storica Sulmona–Carpinone, i convogli turistici attraversano vallate e ponti con finestre spalancate sul foliage. E quando la giornata vira al fresco, i borghi si accendono: Oratino con le sue pietre color miele, Sepino con l’area archeologica di Altilia dove il decumano punteggiato di foglie sembra un tappeto d’epoca, Isernia con la cattedrale che veglia sulle piazze.
La tavola è parte del viaggio. In quota il pranzo è una sosta contadina: zuppe di legumi, patate e funghi, formaggi di latte podolico, salumi stagionati all’aria di montagna. In cantina, i calici si tingono di Tintilia, il vitigno bandiera che in autunno esprime profumi di piccoli frutti e spezie. Tra ottobre e novembre il bosco regala tartufi generosi: esperienze di ricerca con trifolai e degustazioni in osteria trasformano l’escursione in una storia da raccontare. E se si prolunga il soggiorno fino a dicembre, Agnone prepara la sua ’Ndocciata, il rito del fuoco che chiude l’autunno e apre l’inverno.
Il turismo qui è lento e diffuso: piccoli alberghi di charme, b&b nei centri storici, agriturismi con camino e colazioni a base di miele, confetture e dolci casalinghi. La campagna “Molise, Red Carpet!” propone esperienze semplici e ben curate: escursioni guidate tra faggi e aceri, uscite in e-bike sui tratturi, laboratori di cucina con paste fatte a mano, visite in frantoio durante la molitura, weekend fotografici dedicati al foliage. Tutto con la misura di chi sa accogliere senza affollare.
Il consiglio pratico è di viaggiare leggeri ma preparati: scarponcini comodi, strati termici per le altitudini, borraccia e macchina fotografica. Le settimane centrali di ottobre e novembre regalano le cromie più intense; per chi preferisce i silenzi assoluti, i giorni feriali sono un privilegio. Spostarsi è facile: strade secondarie, soste scenografiche e quell’aria fine che invita al respiro lento.
“Molise, Red Carpet!” non è solo uno slogan riuscito, è un invito cortese: venite a posare i piedi su un tappeto che non si srotola da solo, ma grazie al lavoro di foreste vive, artigiani, produttori e comunità che credono in un’idea semplice di felicità. Qui il foliage non è una moda ma un tempo dell’anno, e la regione lo celebra con discrezione, senza clamori. Il resto lo fanno i passi, i profumi del bosco, il vapore che sale da una zuppa calda a fine giornata. Quando il tappeto rosso è di foglie, ogni arrivo somiglia a una prima volta.





