I 300 anni di sepolture ai piedi della Piramide: il Campo Cestio di Roma è una straordinaria testimonianza della biodiversità mondiale
E’ uno straordinario luogo del ricordo, da visitare con ammirazione e con curiosità. Perché il Campo Cestio di Roma, ovvero il Cimitero Acattolico per gli stranieri al Testaccio, non è un posto di sepoltura qualsiasi. Sono quasi 4000 le persone che dormono qui l'ultimo sonno: inglesi e tedeschi i più, ma anche molti americani e scandinavi, russi, greci; persino qualche cinese e rappresentante di altri Paesi orientali. E sono scrittori, pittori, scultori, storici, archeologi, diplomatici, scienziati, architetti e poeti, e tra loro, molti di fama internazionale.
(TurismoItaliaNews) E’ famosissimo, eppure sono ancora in troppi a non averlo mai visitato. Certo, il genere e l’argomento potrebbero risultare poco attraenti, ma il Cimitero acattolico per gli stranieri al Testaccio, a Roma, è pure un museo d’arte a cielo aperto, fra la Piramide di Caio Cestio e le Mura Aureliane, oltre che un incredibile concentrato di persone e personaggi che in vita hanno legato i loro nomi all’arte, alla libertà, alla diplomazia, alla scienza. Molti di loro morti nel compimento del Grand Tour nel Belpaese. E dunque assolutamente da visitare, tra rispetto e ammirazione, fra stupore e curiosità. Sono trecento anni che esiste e di fatto è uno dei luoghi di sepoltura tuttora in uso più antichi in Europa.
| Il Cimitero Acattolico di Roma risale almeno al 1716, stando alla documentazione che riporta il permesso concesso da Papa Clemente XI, per membri della Corte Stuart in esilio dall’Inghilterra, ad essere sepolti di fronte alla Piramide. Il permesso fu esteso ad altre persone non cattoliche, molte di loro giovani nel compimento del Grand Tour. Oggi come allora, il terreno è a ridosso di due antichi monumenti: la Piramide di Caio Cestio, risalente circa al 12 a.C., e le Mura Aureliane, che fanno da cornice di sfondo al Cimitero. |
“L’inizio del suo utilizzo risale al 1716 circa – spiega il direttore Amanda Thursfield - nel 2016 festeggiamo i 300 anni di sepolture ai piedi della Piramide. La popolazione del Cimitero è eccezionalmente varia, ma anche eccezionalmente ricca di scrittori, pittori, scultori, storici, archeologi, diplomatici, scienziati, architetti e poeti, e tra loro, molti di fama internazionale. Oltre al significativo numero di tombe protestanti e ortodosse orientali, vi si possono trovare tombe appartenenti ad altre religioni quali l’Islam, lo Zoroastrismo, il Buddismo e il Confucianesimo”.
Insomma un crogiuolo di culture, pensieri, attitudini, filosofie e stili di vita, come attestano le iscrizioni in più di quindici diverse lingue – lituano, bulgaro, ceco-slavo, giapponese, russo, greco e avestico, e spesso incise con i tratti della propria scrittura. Di fatto ben 2.500 piccoli monumenti.
E per questo già dal 1918 è stato dichiarato Zona monumentale d’interesse nazionale. Camminando per i curatissimi vialetti (anche se in realtà la situazione del Cimitero non è così facile stante gli altissimi costi della manutenzione ormai essenzialmente demandata a donatori e benefattori) si scoprono nomi conosciutissimi: da Arnoldo Foà ad Antonio Gramsci, fino a John Keats, il poeta unanimemente considerato uno dei più significativi letterati del Romanticismo inglese, nato a Londra il 31 ottobre 1795 e morto a Roma il 23 febbraio 1821). Sulla sua tomba Keats non ha voluto scritti né il nome né la data di morte, ma semplicemente un breve epitaffio in inglese che recita: “Questa tomba contiene i resti mortali di un giovane poeta inglese che, sul letto di morte, nell'amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: ‘Qui giace un uomo il cui nome fu scritto nell'acqua’”. A documentare che si tratta di lui, c’è la vicina lapide in memoria di Joseph Severn, morto il 31 agosto 1879, nella quale è citato il nome di John Keats.
| La tomba più antica e di cui si sono trovate tracce è quella di George Langton, laureatosi ad Oxford. I suoi resti furono trovati durante degli scavi effettuati nel 1929, coperti da una placca a forma di scudo in piombo con una iscrizione. Il primo nord americano fu sepolto nel 1803 (la diciottenne Ruth McEvers) e nello stesso anno il barone Friedrich Wilhelm von Humboldt, ministro della Prussia e residente a Roma, vi seppellì suo figlio Wilhelm di nove anni. Tra il 1738 e il 1822 trovarono sepoltura più di sessanta persone. |
“Molti sono gli artisti che qui riposano – sottolinea il direttore Amanda Thursfield - notissimi i nomi di Keats e Shelley, le cui tombe sono meta di pellegrinaggio per tanti inglesi. Nel 1821 il Papa proibì di effettuare ulteriori sepolture di fronte alla Piramide concedendo però un lotto di terra adiacente intorno al quale fu costruito un muro perimetrale (il ‘Nuovo Cimitero’). Nel 1824 la Santa Sede permise lo scavo di un fossato di protezione intorno al Cimitero Vecchio. Il Nuovo Cimitero fu ampliato per ben due volte nel corso del XIX secolo. Il secondo ed ultimo ampliamento del 1894 gli ha conferito dimensioni e definizione, nella misura che vediamo oggi”.
Ma come detto la sopravvivenza di questa autentica istituzione filantropica non è semplice: da manutenere ci sono oltre 2.500 monumenti che non godono della stessa attrattiva che invece la vicina Piramide di Caio Cestio. “Poiché sono stati eretti in onore di defunti – aggiunge il direttore Amanda Thursfield - dobbiamo accertarci di tramandarli intatti alle generazioni future. Per circa l'80% delle nostre tombe non viene più pagata la manutenzione. Siamo perciò grati per il sostegno che riceviamo dagli Amici del Cimitero, da diverse ambasciate a Roma e da donatori privati. Nel 2015 abbiamo collaborato di nuovo con l’Iccrom e con il Getty Conservation Institute che portano esperti restauratori della pietra da tutto il mondo per dodici settimane di apprendimento intensivo”. Come avvenuto per l’importante tomba della giovane norvegese Helene Klaveness, con i delicati delicati della scultura, le iscrizioni e gli stemmi araldici sulla stele che erano nascosti da muschi, licheni ed alghe, ora tornati completamente leggibili. Oppure il monumento al giovane diplomatico britannico Edward St. Lo Malet (1872-1909), i cui capitelli in marmo erano probabilmente elementi medievali riutilizzati. O ancora la Tomba Nazionale Tedesca, sistemata dagli scalpellini della Fachschule fur Steintechnic di Monaco di Baviera sotto la supervisione dei restauratori de Il Laboratorio Sas.
Per saperne di più
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Dove si trova
Via Caio Cestio, 6 nel Rione di Testaccio, Roma
(strada laterale di via Marmorata sul lato nord della piramide)
Mezzi pubblici: linee 3 – 75 – 23 – 60 – 83 – 95 – 280 – 30 – 175; Metro B “Stazione Piramide”
Orario di ingresso: lunedì - sabato 9-17 (ultimo ingresso 16.30); domenica e festivi 9-13 (ultimo ingresso 12.30)
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