“Notti. Cinque secoli di stelle, sogni, pleniluni”: alla Gam di Torino si esplora il tema della notte con gli occhi degli artisti

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Ripercorre la rappresentazione del notturno nell’arte figurativa dall’inizio del XVII secolo fino alla contemporaneità, la mostra che presenta la Gam Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino fino al 1° marzo 2026. A cura di Fabio Cafagna ed Elena Volpato, nell’ambito della Terza Risonanza, l’esposizione presenta un centinaio di opere provenienti da prestigiose istituzioni pubbliche e collezioni private d’Europa, delle quali un nucleo consistente è parte delle collezioni della Gam.

 

(TurismoItaliaNews) Ordinata tematicamente, in una sequenza tesa a rispettare nel suo percorso principale il susseguirsi cronologico delle diverse stagioni culturali, la mostra esplora come il tema della notte sia stato per gli artisti, nei secoli, un campo privilegiato di sperimentazione tecnica, riflessione scientifica e introspezione poetica.

Figurano in mostra opere e documenti che hanno segnato la storia dell’arte e della scienza dal Seicento a oggi. Tra i principali nomi di riferimento: Galileo Galilei, Maria Clara Eimmart, Giuseppe Antonio Petrini, Jules César Denis Van Loo, Joseph Wright of Derby, Antonio Canova, Francisco Goya, Giuseppe Pietro Bagetti, Giovanni Battista De Gubernatis, Ippolito Caffi, Victor Hugo, Odilon Redon, František Kupka, Franz von Stuck, Wenzel Hablik, Giacomo Balla, Paul Klee, Alberto Martini, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Felice Casorati, Arturo Martini, Pablo Picasso, Marc Chagall, Joseph Cornell, Jackson Pollock, Louise Nevelson, Fausto Melotti, Osvaldo Licini, Sergio Romiti, Titina Maselli, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Gino De Dominicis, Vija Celmins, Thomas Ruff, Merlin James, David Schutter.

Attraverso la selezione di opere esposte nelle sale della Gam, “Notti. Cinque secoli di stelle, sogni, pleniluni” invita a una riflessione sul fascino del notturno come luogo dell’ambiguità, del mistero e della scoperta, in un dialogo costante tra razionalità e sentimento, scienza e visionarietà. La mostra sottolinea la duplice natura della notte, che se tradizionalmente attribuita al dominio dell’immaginazione, è anche il tempo deputato all’indagine scientifica. Il percorso espositivo si apre con una sezione dedicata al rapporto tra arte e scienza: dal celebre Sidereus Nuncius di Galileo Galilei alle visioni astronomiche di Maria Clara Eimmart, in dialogo con opere di Johann Carl Loth, Giuseppe Antonio Petrini, Pietro Ricchi e Antonio Canova.

Ampio spazio è dedicato all’Ottocento, con le vedute notturne di Giuseppe Pietro Bagetti e Giovanni Battista De Gubernatis, dove l’indagine topografica si intreccia con le prime suggestioni romantiche. Del Novecento si presentano opere in cui la notte è intessuta di sogni e visioni, come i notturni di Victor Hugo, Odilon Redon, Franz von Stuck, František Kupka, Marc Chagall, Jackson Pollock e Joseph Cornell. Le ricerche italiane si sviluppano attraverso il simbolismo dei dipinti di Alberto Martini, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Felice Casorati in dialogo con le sculture di concentrazione estatica di Arturo Martini. Una sala è dedicata al rapporto tra le figure oniriche di Osvaldo Licini con l’immaginazione astratta di Fausto Melotti.

Si dà inoltre rappresentazione dell’interesse per le atmosfere notturne nella pittura del secondo Novecento, attraverso le opere di Sergio Romiti e Titina Maselli. Una sala presenterà il dialogo tra le opere cosmiche di Wenzel Hablik e Giulio Paolini, accompagnato dalle forze di propagazione futurista di Giacomo Balla e Luigi Russolo. Nella parte finale del percorso espositivo, troveranno spazio rilevanti opere di artisti che guardano alla volta stellata come Michelangelo Pistoletto, Vija Celmins e Thomas Ruff, mentre forme fantasmatiche e mnestiche compaiono sulle superfici dipinte di Gino De Dominicis, Merlin James e David Schutter.

La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Corraini Edizioni con saggi dei curatori, della storica dell’arte Anna Ottani Cavina e del fisico Alessandro Bettini.

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