Sigillo Dop per il Pecorino Crotonese, bontà dei pascoli silani
Arriva il sigillo di qualità Dop per il Pecorino Crotonese, straordinario prodotto caseario della Calabria usato come formaggio da tavola nelle varianti fresco, semiduro e stagionato, anche da grattugia. La zona di produzione è un'area omogenea sia dal punto di vista geografico che storico-culturale e coincide, sostanzialmente, con il territorio del Marchesato di Crotone, che sin dall'anno 1390 dell'era volgare identifica questa zona.
(TurismoItaliaNews) La zona dove si produce il Pecorino Crotonese è caratterizzata dalle tipiche colline di argilla plioceniche e dalla fascia montana che va dalla Sila Piccola alla Sila Grande. Un’area geografica che condivide molti aspetti: gli altopiani silani sono in gran parte i pascoli naturali estivi per le greggi stanziate sulle colline comprese fra i monti e il mar Jonio.
E’ la natura a dare il tocco di originalità grazie alle essenze vegetali fresche quali loglio, trifoglio, cicoria, sulla, erba medica di ecotipi locali. La specificità del prodotto è data essenzialmente dalla qualità organolettica unica del formaggio, le cui caratteristiche sono ben definite e riconoscibili dagli esperti. Appena tagliata la forma, si avverte un odore lieve di latte di pecora legato armonicamente con altri odori suoi caratteristici, quali odore di fieno, erbe mature di campo, sentore di nocciola e di fumo.
Ecco dove si produce
La zona di provenienza del latte, di produzione e di stagionatura del formaggio Pecorino Crotonese Dop comprende in provincia di Crotone i comuni di Belvedere Spinello, Caccuri, Carfizzi, Casabona, Castelsilano, Cerenzia, Ciro', Ciro' Marina, Cotronei, Crotone, Crucoli, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Melissa, Mesoraca, Pallagorio, Petilia Policastro, Rocca di Neto, Roccabernarda, San Mauro Marchesato, San Nicola Dell'Alto, Santa Severina, Savelli, Scandale, Strongoli, Umbriatico, Verzino; in provincia di Catanzaro i comuni di Andali, Belcastro, Botricello, Cerva, Cropani, Marcedusa, Petrona', Sellia, Sersale, Simeri Crichi, Soveria Simeri, Zagarise; in provincia di Cosenza i comuni di Bocchigliero, Calopezzati, Caloveto, Campana, Cariati, Cropalati, Crosia, Mandatoriccio, Paludi, Pietrapaola e San Giovanni in Fiore, Scala Coeli, Terravecchia. |
La produzione del Pecorino Crotonese è consentita tutto l’anno. Quello Fresco ha un gusto deciso, morbido e leggermente acidulo, la crosta è sottile e sono evidenti i tipici segni del canestro; la pasta è uniforme e cremosa di colore bianco latte, con rare occhiature. Quello Semiduro ha un gusto intenso e armonico; la crosta è spessa, di colore leggermente bruno. Quello Stagionato è dotato di gusto intenso e deciso, dal leggerissimo retrogusto piccante. La pasta può essere cappata (curata) con olio o morchia di oliva.
Nei formaggi a lunga stagionatura è presente un leggerissimo retrogusto piccante. La caratteristica che lo contraddistingue è l'armonicità dell'aroma in tutte le sue componenti odorose, che si sommano senza una specifica dominanza o, al massimo, con una leggera dominanza del sentore di pecora.
La consistenza è scarsamente elastica: si avvertono i granuli della struttura che si sciolgono bene in bocca dopo un'accurata masticazione. Si avverte la presenza di grasso, ma non la sensazione di burrosità. Per effetto della masticazione e del calore corporeo si ha la medesima impressione aromatica avuta al taglio, ma in forma più completa e marcata. E l'aroma tipico avvolge la bocca con una lunga e piacevole persistenza.
Nella produzione del Pecorino Crotonese assume particolare rilevanza l'utilizzo di sieri naturali provenienti dalla zona di produzione, che crea un importante legame microbiologico con l'area di produzione e la tecnica di caseificazione, derivante dalla tradizione secolare locale dei mastri caporali/casari, fra i più bravi al mondo dicono da queste parti, dai quali deriva anche la reputazione del prodotto. Da secoli è infatti l'unico prodotto caseario calabrese ad aver volumi utili all'esportazione extraregionale.
Il Pecorino Crotonese è un formaggio che rappresenta un elemento costitutivo dello spazio rurale identificato con l'area di produzione della Dop: le testimonianze della sua produzione sono molto antiche, prima ancora del medioevo, ma documenti comprovanti l'esportazione risalgono al XVI secolo.
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