Michelangelo Buonarroti, tra Firenze e Roma 550 anni di bellezza incomparabile: si celebra l’anniversario della nascita del Maestro

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Eugenio Serlupini, Caprese Michelangelo / Toscana

Pittore, scultore, architetto e pure poeta. Sono trascorsi 550 anni dalla nascita di Michelangelo Buonarroti, che in questo 2025 l’Italia celebra dunque con una serie di iniziative che includono anche l’emissione di un francobollo. La storia di questo immenso genio creativo inizia il 6 marzo 1475 nel borgo toscano di Caprese, che abbina al proprio nome quello del Maestro: oggi la casa natale è un museo in cui si conservano i calchi ottocenteschi delle sue sculture, le opere in bronzo donate da grandi artisti del Novecento e la preziosa collezione di Piccola Scultura Italiana di ‘800-'900.

 

(TurismoItaliaNews) Per i 550 anni dalla nascita di Buonarroti sono numerose le celebrazioni curate da più enti, tra i quali il Comune di Caprese Michelangelo. L’opera dell’artista si può considerare a tutto tondo, con capolavori distribuiti tra Firenze e Roma, la sua seconda patria: dalla Pietà nella Basilica di San Pietro al David, dalle opere della Cappella Medici agli affreschi della Cappella Sistina, dal Mosè nella Basilica di San Pietro in Vincoli alla cupola vaticana.

Caprese Michelangelo

Michelangelo Buonarroti, tra Firenze e Roma 550 anni di bellezza incomparabile: si celebra l’anniversario della nascita del Maestro

“Il Museo Casa Natale di Michelangelo Buonarroti – spiegano Antonio Acquisti, docente e storico, e Gabriele Fiori, consigliere comunale di Caprese Michelangelo – ha avuto origine nel 1875 in occasione del quarto centenario della nascita, formandosi negli anni 1964 (400° dalla Morte), 1975 (quinto centenario della nascita) e ampliandosi in seguito. Il cuore di questo è la casa natale, Palazzo del Potestà del XIV secolo. Ne sono organi complementari il Palazzo del Comune (XIV secolo), la Chiesa del Battesimo (XIII secolo) e il Castello (IX secolo)”.

Proprio Antonio Acquisti e e Gabriele Fiori firmano il Bollettino illustrativo di Poste Italiane che accompagna l’emissione del nuovo francobollo dedicato a Michelangelo. Con il valore della tariffa B 50g pari a 2,75 euro, il dentello postale (che una tiratura di duecentocinquantamilaventi esemplari stampati dall’Ipzs) riproduce il ritratto di Buonarroti ispirato ad un’opera pittorica attribuita a Marcello Venusti e conservata al Museo Casa Buonarroti di Firenze; nel ritratto si incastona il logo realizzato in occasione del 550° della nascita di Michelangelo, caratterizzato da tre cerchi intrecciati con cui l’artista contrassegnava i marmi che sceglieva per le sue opere. Il bozzetto è curato da Marco Capaccioli.

Roma, Basilica di San Pietro in Vincoli: il Mosè di Michelangelo

Città del Vaticano, la cupola della Basilica di San Pietro

La storia della famiglia. A raccontarla sono ancora Antonio Acquisti e e Gabriele Fiori nel Bollettino di Poste Italiane: “Il padre Lodovico Buonarroti, fiorentino trentenne, assunse l'incarico di Potestà di Caprese e Chiusi, con residenza a Caprese, il 30 settembre 1474. Era con lui la consorte diciottenne Francesca del Sera, allora incinta del secondo figlio. Lodovico e Francesca trascorsero 5 mesi nel Palazzo del Potestà e nel Castello di Caprese, finché ‘il dì 6 marzo 1475, in lunedì matina inanzi dì 4 o 5 ore, nacque Michelagnolo’. Due giorni dopo, l’8 marzo, fu battezzato nella Chiesa di San Giovanni Battista adiacente alle mura del Castello, alla presenza di 9 compari. Lodovico annotò con precisione la nascita e il battesimo, citando i nomi di tutti i compari, sopra un foglio dei suoi Ricordi, il cui testo si è conservato fino ad oggi. Il 31 marzo 1475 terminò il mandato del Potestà che con la famiglia partì da Caprese per ritornare a Firenze. Gli studiosi ritengono che i 6 mesi trascorsi a Caprese ebbero qualche influenza sulla formazione di Michelangelo. Le forme aspre del colle dove nacque, i bellissimi panorami montuosi e collinari, l'aria estremamente sottile, la ricchezza di boschi e corsi d'acqua, l'alimentazione molto variegata e salubre, in cui spiccavano il pregiato marrone (oggi Dop) e la dolcissima farina di castagne, influirono certo positivamente sulla madre e sul nascituro”.

 

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