Da Cartagine a Tunisi: i tesori del Museo del Bardo

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Giovanni Bosi, Tunisi

Il nuovo Museo Nazionale del Bardo a Tunisi, contenitore della più grande collezione al mondo di mosaici romani e bizantini perfettamente conservati, è diventato realtà. La struttura progettata dallo studio Codou Hindley di Parigi associato con l'architetto tunisino Amira Nouira, è stata aperta al pubblico presentando altri straordinari reperti mai esposti provenienti dai siti archeologici del Paese. Grandi spazi, ampie vetrate, il bianco che sfuma l'azzurro del cielo. Siamo andati a vederlo.



(TurismoItaliaNews) Sobrio e luminoso, straordinariamente avvincente. A dare subito l'idea dei contenuti del nuovo maxi Bardo è il grande mosaico che domina l'atrio a doppia altezza di quella che è ormai la moderna vetrina storica della nuova Tunisia, quella uscita dalla rivoluzione del 14 gennaio 2011. Aperto al pubblico nella primavera 2012, di fatto anche il grande Bardo ha conosciuto una riorganizzazione generale partita già da alcuni anni e praticamente conclusa in contemporanea con il nuovo ciclo del Paese. La particolarità di questo museo - da visitare assolutamente se si è cultori dell'arte classica - è che possiede la più grande raccolta di mosaici nel mondo, addirittura più dell'Italia, perfettamente conservati e di eccezionale fattura, con tantissimi altri che devono ancora essere esposti.

L’antico porto di Cartagine
Da qui partiva il grano per Roma

Quando si è a Tunisi merita sicuramente una visita l’antico porto di Cartagine, appena fuori città. L’impianto (completamente artificiale) è ancora perfettamente visibile, anche se di dimensioni leggermente più piccole e con alcune variazioni connesse alle modificazioni dello stato dei luoghi. Si leggono ancora il grande bacino rettangolare riservato ai commerci marittimi e la zona circolare utilizzata come porto militare con una capacità di oltre duecento navi; al centro c’è un isolotto circolare dove avveniva la manutenzione delle navi e sul quale sorgeva una torre per il controllo della costa. Era da questo porto che durante la dominazione romana partivano le navi dell'annone incaricate di approvvigionare Roma di grano.

La collezione più ricca è di certo quella dei mosaici africani di tradizione ellenistica del II - IV secolo dopo Cristo. Storie mitologiche, divinità, eroi epici, animali, scene di caccia e di vita quotidiana sono i soggetti più ricorrenti di queste autentiche opere d'arte realizzate dalle scuole sorte nei diversi centri della Tunisia e destinati ad arricchire case patrizie e strutture pubbliche degli antichi centri: Cartagine, Hadrumetum (l'odierna Sousse), Utica, Bulla Regia, Dougga, Tabarka, Chebba, Oudna. È la storia che sfila davanti ai nostri occhi quando visitiamo le sale del Bardo: l’ingresso avviene dall’ampliamento ma il giro comincia attraverso le antiche stalle della struttura originaria del palazzo del Bey, la cui costruzione risale al XIV secolo, poi ingrandita man mano fino ad assumere la forma attuale del XIX secolo, in uno stile eclettico molto diffuso in Tunisia in quel periodo.

L 'ampliamento è stato pensato per avere la massima flessibilità espositiva: il pezzo forte è costituito dal famosissimo mosaico "Virgilio e le Muse", gioiello dell'arte del mosaico africano in cui il poeta, vestito con la toga e con un rotolo di papiro sul ginocchio con l'ottavo verso dell'Eneide, è raffigurato tra Clio, musa della storia, e Melpomene, musa della tragedia. L'opera è stata rinvenuta nel 1896 appena pochi centimetri sotto terra tra le rovine di un palazzo di Hadrumetum (Sousse) ed è di datazione incerta, collocabile tra il III e il IV secolo dopo Cristo.

Una storia cosmopolita
che parte da molto lontano

In Tunisia hanno scritto pagine di storia berberi, fenici, romani, vandali, bizantini, arabi, turchi, spagnoli e francesi. Le prime tracce risalgono addirittura al 4.000 avanti Cristo, ma in realtà da queste parti la storia umana è molto più antica: gli ominidi vissero qui due milioni di anni fa come testimoniano i ritrovamenti nella regione di Chott el-Jerid. Cartagine è stata fondata nell'anno 814 avanti Cristo da parte di una leggendaria regina fenica proveniente da Tiro, di nome Elyssa.

In realtà di mosaici famosi il Bardo ne conserva diversi: nella sala di Thugga (con il raffinato soffitto decorato da artisti italiani) c'è quello che raffigura Nettuno con le quattro stagioni. E' il trionfo del dio del mare su un carro trainato da quattro ippocampi condotti da un Tritone e una Nereide ed è uno dei più spettacolari dell'Africa antica. Le quattro stagioni sono associate alle loro piante preferite: il grano, l’olivo, la vite e il roseto e intorno vi sono i lavori corrispondenti alle stagioni stesse. L’intero mosaico è di grandi dimensioni e decorava il pavimento di una grande sala con colonne in una casa romana di Chebba, risale alla metà del III secolo dopo Cristo.

Nell’ampliamento del Bardo sono esposti, tra l’altro, i reperti rinvenuti nel relitto di una nave mercantile scoperto nel 1907 al largo di Mandia. Carica di opere d’arte, secondo gli archeologi la nave era in viaggio da Atene a Roma passando attraverso lo stretto di Messina. In genere i comandanti delle imbarcazioni sapendo del maltempo si rifugiavano nelle insenature per un giorno o due. Ma nel caso di questa nave, una perturbazione atmosferica provocata dalla corrente nord oceanica in combinazione con un forte vento dalla direzione del Mar Ionio, potrebbe averla portata alla deriva in direzione della piccola Syrte fino a concludere la sua corsa nella zona di Mandia.

Tra le altre bellezze del museo vanno sicuramente annotati la fonte battesimale di epoca romana e sculture con i volti degli imperatori provenienti da Bulla Regia, quella interamente in mosaico proveniente da Demna, sul Capo Bon; e ancora il cosiddetto "mosaico del Signor Julius" con la storia del patrizio narrata su tre registri scoperto a Cartagine (collocato nella sala delle feste di stile ispano-moresco, il cui soffitto ottocentesco è stato decorato da artigiani italiani con 16 pannelli lignei intarsiati e decorati a fondo oro).

Oppure nella Sala di Ulisse, il famoso mosaico rinvenuto nella località Thugga e databile nel quarto secolo dopo Cristo, in cui l'eroe greco per non cedere ai canti delle sirene (rappresentate con un corpo metà di donna e metà di uccello) è rappresentato con le mani legate all'albero della nave per non cedere alle tentazioni e al fascino, secondo la celebre scena tratta dall’Odissea. Ma al Bardo di Tunisi c’è pure un’altra particolarità: il mosaico con donne centauro, l'unico al mondo con questo tipo di raffigurazione.


Fino ad arrivare nella Sala di Cartagine, uno degli ambienti più spettacolari del museo con le sue decorazioni a stucco. E’ qui che è esposto il vaso in ceramica sigillata del III secolo dopo Cristo, a forma di testa, sul cui collo c’è la firma dell'artista: Nabigius.

Ma sul Bardo si potrebbero scrivere pagine intere. In ogni caso le sensazioni e le emozioni più belle le riserva una visita accurata alla scoperta dei dettagli che la storia ha voluto tramandarci.

Per saperne di più
www.bardomuseum.tn

Ente Nazionale Tunisino per il Turismo
Via Pantano, 11 - 20122 Milano
tel. 02 86453044
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