Irpinia, il respiro verde e il sapore forte di una terra autentica: qui l’appetito è desiderio di scoperta

Giuseppe Botti, Irpinia / Campania
L’Irpinia non si visita soltanto: si respira, si assaggia, si cammina. È una terra che ha il dono raro di trasformare la semplicità in eccellenza, di far dialogare natura e cucina, storia e tradizione. Un mosaico di boschi e altipiani, di tratturi battuti dai pastori della transumanza e di tavole imbandite con i frutti più genuini. Qui l’appetito non è soltanto fame: è desiderio di scoperta.
(TurismoItaliaNews) L’Irpinia è il cuore verde della Campania, un territorio montano e collinare che regala panorami autentici e suggestivi. Siamo nell’entroterra, tra l’Appennino campano e lucano, a due passi da Napoli, Salerno, Benevento e non lontano dalla Puglia e dalla Basilicata: una posizione ideale per chi vuole scoprire un volto diverso e sorprendente del Sud. La sua anima è fatta di borghi medievali, castelli, santuari, tradizioni contadine e sapori che parlano di genuinità. Dal capoluogo Avellino ai centri storici di Ariano Irpino, Sant’Angelo dei Lombardi, Calitri, Montella e Solofra, fino ai piccoli paesi incastonati tra valli e montagne, ogni luogo custodisce un pezzo di storia e un’emozione da vivere.
La cucina dei pascoli: ecco il caciocavallo di Calitri. Prima tappa di un viaggio del gusto è proprio il piccolo borgo che custodisce una tradizione casearia antica quanto le sue pietre. Il protagonista assoluto è il Caciocavallo Podolico, formaggio che nasce dal latte delle mucche podoliche, razza resistente e fiera, allevata allo stato brado. Il loro latte, ricco di profumi di erbe e muschi, diventa nelle mani esperte dei casari un capolavoro di sapore.
La lavorazione è lenta e artigianale: la cagliata cotta due volte, la pasta filata a mano, i gesti tramandati di generazione in generazione. Il risultato è un formaggio che racconta la montagna, immancabile nei taglieri di antipasti, fedele compagno di merende rustiche e protagonista delle famose “braciate”, dove viene legato con uno spago sopra le braci ardenti, lasciando colare il suo cuore filante su pane casereccio. Una liturgia del gusto che è anche rito collettivo.
Una terra-parco: il respiro dell’Irpinia
Non è un caso che l’Irpinia sia definita il “cuore verde” della Campania. Qui la natura non è scenografia, ma protagonista. Tre Parchi Naturalistici Regionali – Partenio, Monti Picentini e Vallo Lauro-Pizzo Alvano – custodiscono una biodiversità di valore europeo: 18 siti naturalistici di Importanza Comunitaria, 3 Zone di Protezione Speciale per gli uccelli e numerose Oasi Wwf. Camminare in Irpinia significa imbattersi in prati fioriti, sorgenti oligominerali, boschi di castagni e faggi secolari. Significa osservare aquile, falchi, allocchi e altre specie che qui trovano rifugio. È un invito al trekking, alle escursioni naturalistiche, al birdwatching, ma anche a gite lente e familiari, tra picnic e pedalate in mountain bike.
Il Parco del Partenio: natura e storia intrecciate
Tra i tesori irpini, il Parco del Partenio merita una sosta lunga e attenta. Istituito nel 2002, abbraccia quasi 15mila ettari e tocca 22 comuni, di cui ben 15 in Irpinia. Qui i sentieri si snodano tra paesaggi mutevoli: dal “Sentiero dei Pellegrini” verso Summonte, all’“Alta Via dei Monti di Avella”, fino alla sorgente del Mafariello, le tappe sono scrigni di natura e spiritualità. La biodiversità è straordinaria: più di mille specie floristiche e oltre 70 tipi di uccelli censiti. Dai boschi di leccio ai castagneti, fino alle faggete in quota, la varietà vegetale è un catalogo di bellezza. E poi le sorprese: il garofano selvatico, la viola dell’Etna, il narciso, il giglio martagone. E ancora l’Anthemis del Partenio, rarissima pianta usata per liquori locali.
Ma il Parco del Partenio non è solo natura: è anche un viaggio nella storia. Borghi medievali e palazzi nobiliari punteggiano il paesaggio, testimoniando un passato ricco e stratificato. A Cervinara il palazzo Del Balzo-Caracciolo, a San Martino Valle Caudina il castello Pignatelli della Leonessa, a Summonte la Torre Cilindrica medievale con il Museo Civico. A Mercogliano, infine, il capolavoro barocco del Palazzo Abbaziale del Loreto, con il suo cortile-giardino e la biblioteca monumentale.
Un invito al viaggio
L’Irpinia è un territorio che non concede scorciatoie: per amarla occorre attraversarla con passo lento, con lo zaino sulle spalle o con una forchetta in mano. È terra di resistenza e autenticità, capace di unire l’incanto dei panorami all’intensità dei sapori. Che sia un tagliere di caciocavallo fuso su pane caldo o un sentiero immerso tra faggi e castagni, l’Irpinia chiede al viaggiatore una sola cosa: fermarsi, respirare, assaggiare. Perché in queste valli, più che altrove, la natura e la tavola parlano la stessa lingua.