[ REPORTAGE ] Amsterdam, a tu per tu con Vincent Van Gogh: viaggio immersivo alla scoperta della sensibilità dell’artista

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Giovanni Bosi, Amsterdam

La visita al Museo è come trovarsi faccia a faccia con lui. Apprezzi i suoi capolavori, approfondisci la sua creatività, scopri la sua ricerca dei colori, ma alla fine quella che ti sorprende di più è la sua vicenda personale, il suo rapporto con l’amatissimo fratello Theo (“sei il mio unico amico”) e come quest’ultimo gli sia stato sempre vicino, E come poi sia morto di crepacuore dopo la malattia mentale e la scomparsa di Vincent. Il Van Gogh Museum è un viaggio nell’intimo del grande artista autore di quasi novecento dipinti e di più di mille disegni, senza contare i numerosi schizzi non portati a termine. Ad Amsterdam è un must ed è imperdibile.

 

(TurismoItaliaNews) “Nell’arte bisogna dare cuore e anima” ha scritto Vincent Willem van Gogh. E come non rendersi conto che questa considerazione, tra alti e bassi, ha sempre guidato il suo pennello sulla tavolozza dei colori e sulle tele? Quando nel Museo di Amsterdam ti trovi davanti ai suoi quindici girasoli, un’icona autentica della produzione dell’artista, la solarità di questo dipinto ad olio, dove i colori abbondano in quantità, ti ipnotizza e rimani lì a guardare, a pensare, ad immedesimarti in lui come se fosse nella stanza in cui è esposto il quadro. E come me, molti altri. Legato a questo dipinto, c’è anche un riverbero dell’amicizia tra Van Gogh e Gauguin: durante il soggiorno con Vincent ad Arles, Paul stimolò l’amico a lavorare partendo dalla sua immaginazione piuttosto che dalla realtà. E questo è ciò che ha fatto lui stesso: Gauguin ha ritratto Van Gogh mentre dipingeva dei girasoli. Ciò non era basato sulla realtà poiché Van Gogh non dipinse alcun girasole in questo periodo. Pensò che il suo ritratto somigliasse abbastanza, come scrisse: “Da allora il mio viso si è illuminato molto, ma ero proprio io, estremamente stanco e carico di elettricità come ero allora”.

Amsterdam, a tu per tu con Vincent Van Gogh: viaggio immersivo alla scoperta della sensibilità dell’artista

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Tra i soggetti preferiti dal pittore, proprio i girasoli sono tra le sue opere più riconoscibili, una serie di dipinti ad olio su tela realizzati nel 1888 esposti in diversi del mondo, non solo ad Amsterdam, ma anche al Metropolitan Museum di New York, al Kunstmuseum Bern, al Neue Pinakothek di Monaco di Baviera, al Philadelphia Museum of Art, alla National Gallery di Londra, al Sompo Japan Museum of Art di Tokyo, quasi a dimostrare l’universalità della figura di Van Gogh. Qualcuno ha interpretato la raffigurazione dei petali e degli steli con forme contorte come un’esternazione del suo tormento, ma dalle lettere inviate al fratello traspare che questo soggetto portò gioia e ottimismo, come simbolo del clima temperato del sud.

Aggirarsi nelle sale del museo della capitale dei Paesi Bassi, si rivela insomma un viaggio nella vita dell’artista, mai facile. L’allestimento delle opere, il percorso studiato, la multimedialità aiutano in modo decisivo ad esplorare l’intimo di Vincent, le sue idee ed ambizioni. Van Gogh sperimentava intensamente la vita e il mondo, e voleva che la sua arte rappresentasse i grandi temi dell’umanità come la speranza, l’amore, l’ansia e la sofferenza. Una continua ricerca attraverso la quale l’artista cercava costantemente di migliorarsi, un mood che consente al visitatore di “costruirsi” una nuova visione di quel pittore che pensa di conoscere (a grandi linee). E questo grazie anche alla storia della sua arte raccontata in ogni fase con i suoi disegni e le sue lettere. Scoprendo peraltro aspetti inimmaginabili, come l’ambizione di dipingere i contadini, la ricerca del colore e una personale interpretazione della natura, che trovano un posto di rilievo nel museo. L’enorme impatto che ha avuto Van Gogh sulla prima generazione di artisti dopo la sua morte è documentato da opere espressive come quelle di Maurice de Vlaminck e Kees van Dongen, appartenenti alla collezione dello stesso Museo di Amsterdam.

Amsterdam, a tu per tu con Vincent Van Gogh: viaggio immersivo alla scoperta della sensibilità dell’artistaAmsterdam, a tu per tu con Vincent Van Gogh: viaggio immersivo alla scoperta della sensibilità dell’artista

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Tra tanta creatività, quella che però finisce con il colpirti sono la sensibilità di Vincent e lo straordinario rapporto con il fratello minore Theo. In una vita costellata di alti e bassi, ha sempre potuto contare sul suo sostegno. È stato Theo a consigliare a Vincent di diventare un artista e a sostenerlo finanziariamente, e quando le cose si sono fatte difficili, Theo è stato al suo fianco. Quando Vincent (diventato molto confuso, fino a tagliarsi l’orecchio sinistro) viene ricoverato in manicomio, Theo gli è sempre accanto. L’artista nonostante tutto, continua a dipingere anche se la sua condizione è quella di una persona mentalmente instabile. Tenta il suicidio e rimane gravemente ferito. Theo è al suo fianco quando Vincent muore. Sei mesi dopo muore anche Theo: sua moglie Jo conosce la forza del loro amore fraterno e quindi fa in modo che Theo venga seppellito accanto a Vincent. Le loro storie commuovono e ti fanno guardare con occhi nuovi le opere immortali di Vincent. La speranza di Van Gogh che la sua opera possa continuare a ispirare il mondo dopo la sua morte si è avverata: ancora oggi raggiunge milioni di ammiratori. Nato a Zundert il 30 marzo 1853, è morto ad Auvers-sur-Oise il 29 luglio 1890.

Il Museo. Ubicato nella Museumplein, tra lo Stedelijk Museum e il Rijksmuseum con due edifici interconnessi (l'edificio principale e l'ala nuova) questi museo statale ha come mission la conservazione, il restauro e l'acquisizione delle opere dell’artista. La nuova ala, progettata da Kishō Kurokawa e dedicata alle mostre temporanee, è un edificio ellittico rivestito in pietra naturale e titanio, realizzato in cemento, per metà interrato nella Museumplein. E’ da oltre 50 anni che questa istituzione è impegnata a promuovere l’opera dell’artista, con grandi obiettivi per il futuro: rimanere un luogo rilevante per i giovani adulti, immaginando che il museo del futuro sia socialmente consapevole, come luogo di incontro per celebrare l'arte e la creatività.

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Per saperne di più

Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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