La tradizione è di casa a Meșter Faur: benvenuti da Pavel e Nelea Taranu, la guest house di Cioburciu, Moldova
Giovanni Bosi, Cioburciu / Moldova
Lui è un mago dell’intreccio e della falegnameria e giocoforza costruisce tutto da sé. Lei, forte della tradizione di famiglia, conduce la cucina dove tutto è a chilometro zero. Il loro fazzoletto di terra lungo il fiume Nistru (al confine con Transnistria) dove anche la cicogne fanno una sosta per riposare, è un vero e proprio mini-parco che documenta in miniatura quello che è stato e che è tuttora la Moldova. Loro sono Pavel e Nelea Taranu. Benvenuti a Meșter Faur, Cioburciu.
(TurismoItaliaNews) Le parole d’ordine sono turismo rurale e artigianato. E praticamente abbiamo detto tutto. Sì, perché Pavel Taranu è un vero entusiasta contagioso e non a caso da anni è l’animatore di un progetto che in questo villaggio nel distretto di Ștefan Vodă, nella zona meridionale della Moldova, punta alla valorizzazione dei saperi e dei sapori che vengono tramandati da tempo immemore, con un’attività didattica rivolta ai bambini della zona. Del resto è vero che questo gioiellino di Paese incuneato tra Ucraina e Romania, food e manualità sono il patrimonio più buono e più bello della gente che vi abita.
Gente sorridente, accogliente, amichevole, pronta a spalancare le porte di casa. Con questo spirito Pavel e la moglie Nelea si sono gettati a capofitto nell’esperienza di gestire una guest house dove è possibile pernottare e sedersi a tavola a prezzi davvero convenienti, dove è la qualità a fare la differenza. Quel chilometro zero che a noi italiani piace tantissimo. Anche qui in Moldova è un’esperienza da provare, soprattutto se si considera che le costruzioni realizzate personalmente da Pavel, in legno e altri materiali ecosostenibili, sono arredate con il mobilio della tradizione. E anche se pensate di arrivare qui in camper siete i benvenuti.
Se da un certo punto di vista Meșter Faur è sì una guest house ma anche un vero e proprio “museo” della civiltà contadina, dall’altro è un’oasi di pace e tranquillità, dove si può imparare a ricamare con le fibre vegetali, a intrecciare vimini, praticare canoa e trekking. Il territorio peraltro ha una valenza incredibile: basti considerare che è sottoposta alla tutela della Convenzione di Ramsar, il patto sulle zone umide di importanza internazionale sottoscritto nel 1971 nella città iraniana per la conservazione e la gestione degli ecosistemi naturali.
Un territorio naturale dove “la fabbrica dell’uomo” ha arricchito di molto l’elenco delle attrazioni da vedere: il Muzeul de etnografie Crocmaz, il Muzeul Verde di Ștefan Vodă, la splendida Biserica “Adormirea Maicii Domnului” costruita nel 1455, il Manastirea Maria si Maria di Hagimus, il magnifico Cetatea Alba (che attualmente si trova in territorio ucraino) e poi il pezzo forte: la Cantina Purcari, da non mancare per nessun motivo al mondo.
Le sensazioni più autentiche si vivono infine davanti alla tavola imbandita di Pavel e Nelea, bontà da assaggiare accompagnate dal vino di casa. E prima di andarsene la tradizione della botul calului, l’ultimo brindisi con l’ultimo bicchiere di buon vino spillato “in diretta” dalla botte direttamente in cantina, il sancta sanctorum di ogni casa contadina moldava. Andarsene senza rispettare la tradizione sarebbe un sacrilegio. Noroc! Salute!
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
(A.F.)