EVENTI | E’ considerato il più bello della Sicilia: torna la tradizione del Carnevale di Acireale, nell'incantevole “Riviera dei Limoni”

E’ considerato il più bel Carnevale di Sicilia, una delle più antiche ricette di buonumore di questa splendida Isola. E’ il Carnevale di Acireale, che per l’edizione 2025 dà appuntamento dal 15 febbraio al 4 marzo. “Se avete un pizzico di allegria e la giusta predisposizione al sorriso, unitevi alla folla e sarete protagonisti di un teatro delle meraviglie: maschere, coriandoli, luci, arte, fiori, musica e soprattutto tanto calore umano” è l’invito irrinunciabile...
(TurismoItaliaNews) Le vie e le piazze del centro storico di Acireale, tra l'Etna e il mare, sono la cornice ideale per uno spettacolo che raggiunge il clou con le sfilate dei carri allegorici-grotteschi, attraverso i quali gli artigiani acesi esprimono la loro fantasia e bravura artistica. Ammirare i maestosi carri allegorici, ma anche farsi coinvolgere dall'allegria dei gruppi mascherati, godersi gli spettacoli serali e assaporare le specialità della cucina siciliana. Tutto tra i vicoli del barocco nell'incantevole “Riviera dei Limoni”.
Il Carnevale di Acireale è una delle manifestazioni più autentiche e coinvolgenti del folklore isolano. Per tutto il periodo dei festeggiamenti carri allegorici, gruppi in maschera, bande e carri infiorati sfilano lungo un percorso articolato per le vie del centro. Mostre e concerti sono collocati all’interno del circuito, interamente immersi nello splendore del barocco siciliano. Le prime documentazioni su presunti festeggiamenti del Carnevale nella terra di Jaci risalgono al 1594, come si evince da un mandato di pagamento ordinato dai Giurati a favore dei Cappuccini per le “festi di carnilivari”.
Slegàti da ogni vincolo, nel periodo dell’anno in cui tutto è permesso, i cittadini potevano concedersi la libertà di scherzare sui potenti del tempo. È da questa propensione alla satira che ha preso vita una delle prime maschere del carnevale acese, “l’Abbatazzu” (chiamato anche Pueta Minutizzu), che con i suoi grossi libri ironizzava sulla classe clericale del tempo, in particolare su monsignor Michelangelo Bonadie, Abate-Vescovo di Catania. Ancora oggi, a distanza di secoli, la manifestazione trae la propria linfa vitale dal rinnovato entusiasmo del pubblico partecipante, un pubblico che sceglie di farsi trasportare in una realtà alternativa, fatta di suoni e colori di una città in festa.