Umbria, Foligno ritrova il suo Duomo: dopo 8 anni riapre la Cattedrale di San Feliciano (con i suoi tesori)

Giovanni Bosi, Foligno / Umbria
E’ il luogo intorno al quale da secoli la città si ritrova. Uno scrigno di fede prima di tutto, ma anche di arte perché a questo edificio sacro hanno legato il loro nome personaggi illustri come Luigi Vanvitelli e Giuseppe Piermarini, l’imperial regio architetto che qui ha avuto i suoi natali. A Foligno la Cattedrale di San Feliciano, sorta sul sito di una struttura del IX-X secolo dove fu sepolto il santo patrono, è stata restituita ai folignati dopo 8 anni di chiusura e l’esecuzione dei lavori per ripristinare i danni causati dal sisma del 2016.
(TurismoItaliaNews) Una riapertura in grande stile, con il Duomo di nuovo scintillante e l’aula gremita di folignati ed autorità. Sono arrivati in tantissimi, nessuno è voluto mancare ad un evento atteso da troppo tempo, peraltro a pochi giorni dalla celebrazione della solennità del patrono San Feliciano, il 24 gennaio.
“E’ bello celebrare finalmente nella chiesa che più di tutte esprime il mio ministero - ha commentato monsignor Domenico Sorrentino, arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e vescovo di Foligno - la cattedrale è una delle chiese giubilari di Foligno, la prima delle quattro che ho scelto nelle quali si potrà ricevere l’indulgenza plenaria. Per tutto l’anno ci sarà un servizio di confessioni affinché ciascuno possa trovare, nel momento in cui ne ha bisogno, un sacerdote disponibile ad ascoltarlo. Riaprire la cattedrale serve anche a spiegare che non basta avere una chiesa fatta di mura, per quanto storiche, belle e artistiche. È il simbolo di una comunità di cristiani che vuole prendere sul serio il Vangelo, di un cristianesimo che vuole rifarsi vivo dentro una cultura che si va distaccando dalle radici evangeliche. Da sempre le cattedrali sono state al centro di una vitalità sì ecclesiale ma anche civile, un punto di riferimento anche per quei cittadini che stanno sull’uscio, o addirittura fuori, ma comprendono l’importanza storica degli edifici di culto. Infine, mi rivolgerò ai ragazzi, le nuove generazioni che per otto anni non hanno avuto la possibilità di conoscere e frequentare la cattedrale. Sono state private dell’esperienza ecclesiale fatta dentro una chiesa così significativa. Bisognerà riguadagnare il tempo perduto”.
La storia della cattedrale di Foligno è praticamente ultramillenaria. Nel 1133 è stata rinnovata per la prima volta, come documenta un'iscrizione su una fascia del portale maggiore. Nel 1201 è stato aggiunto il transetto sinistro quando presentava tre navate con presbiterio sopraelevato, mentre coro ed abside sono stati ampliati tra il 1457 ed il 1465. Una trasformazione profonda è stata diretta da Cola da Caprarola, cui si deve la demolizione delle navate laterali e l’assetto attuale dell’edificio a croce latina, a navata unica con volte a crociera e la grande cupola all’incrocio dei bracci, disegnata da Giuliano di Baccio d'Agnolo e costruita tra il 1543 ed il 1548. Ancora una nuova trasformazione tra il 1772 e il 1819, quando l'interno è stato ridisegnato in stile neoclassico su progetto di Giuseppe Piermarini, che ha variato lo studio originale di Luigi Vanvitelli. Si arriva infine al 1904, quando Vincenzo Benvenuti dirige il restauro delle due facciate esterne, ripristinando le forme romaniche iniziali. Lavori importanti, per il consolidamento, si sono poi avuti all’indomani del terremoto del 1997 e quindi per quello del 2016.
All’interno del Duomo sono molte le opere d’arte conservate, tra cui spicca un’antica copia della “Madonna di Foligno” di Raffaello: l’originale si trova ai Musei Vaticani, prima pala d’altare romana di Sanzio, commissionata intorno al 1512 come ex voto da Sigismondo de’ Conti, segretario di Papa Giulio II, per la chiesa di Santa Maria in Arcocoeli sul Campidoglio. Nel 1565 la pala venne portata a Foligno, nel monastero di Sant’Anna, dove era badessa la nipote di Sigismondo, Anna de Comitibus. Da allora fu motivo di attrazione per molti viaggiatori illustri, e ispirò molti pittori locali, tanto che prese il nome di Madonna di Foligno. Nella cattedrale di Foligno c’è poi il ciborio in legno dorato di Andrea Calcioni (1698), copia in scala con qualche variante del più famoso Baldacchino di San Pietro nella basilica vaticana: l’unica differenza fra i due cibori, a parte le proporzioni, i materiali e i colori, è la sostituzione delle tiare pontificie con le mitria vescovile.
Gli ultimi lavori. Alla riapertura del Duomo si è arrivati, il 19 gennaio 2025, dopo una chiusura di otto anni, causata dai danni provocati dal terremoto del 2016. Quattro gli stralci che ne hanno segnato il cammino: due finanziati dalla Conferenza episcopale italiana attraverso i fondi dell’8xmille, di cui uno da 800mila euro per la copertura della cattedrale; e l’altro da 780mila euro per il recupero della copertura della parte absidale ma anche per la ristrutturazione sterna. Dai fondi post sisma 2016, invece, un milione di euro per riparazioni, restauri e restituzioni pittoriche interne alla cattedrale. Questi i tre stralci già conclusi, mentre il quarto – da 850mila euro stanziato a dicembre 2023 con un’ordinanza a firma dell’allora commissario Giovanni Legnini – si concluderà nel 2026, interessando il campanile e la copertura della cappella Jacobilli.
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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