Rovigno si svela tra mare e cielo, un gioiello dal volto veneziano e cuore istriano che il tempo ha dimenticato di mutare

Giovanni Bosi, Rovigno - Rovinj / Istria
Tra i vicoli acciottolati che si inerpicano verso la chiesa di Sant’Eufemia, Rovigno si svela tra mare e cielo, un gioiello che il tempo ha dimenticato di mutare. Le sue case color pastello, aggrappate l'una all'altra come a proteggersi dal vento salmastro, riflettono nel mare Adriatico come in uno specchio liquido, raccontando storie antiche di marinai, mercanti e promesse sussurrate tra calli silenziose. Dietro il suo volto veneziano, Rovigno custodisce l’anima autentica dell’Istria: una terra che sa essere generosa e schiva, aspra e dolce, come il suo vino Malvasia e l’oro liquido dei suoi oli. Siamo venuti a vedere.
(TurismoItaliaNews) Il profilo della città, con il campanile che svetta elegante come un custode discreto, richiama irresistibilmente la Serenissima. Ogni pietra, ogni balcone in ferro battuto, ogni arco sembra parlare la lingua dei secoli in cui Venezia ne fu signora. Ma qui, tutto ha un respiro più intimo, quasi segreto: Rovigno non si offre, si lascia scoprire. Di più: Rovigno non si visita, si contempla. E a chi sa guardare, offre un frammento d’eternità custodito tra le sue mura. E tuttavia, a ben guardare, se da una parte gli edifici in stile veneziano si mostrano in tutta la loro inconfondibile unicità, dall’altra imponenti palazzi si ricollegano alla cerchia artistica architettonica triestina e austriaca.
Nel porto, le barche da pesca ondeggiano lente, dipingendo quadri di quiete in un mondo che altrove corre. La luce del tramonto avvolge tutto in tonalità ambrate, accendendo le facciate delle case come candele in una processione laica dedicata alla bellezza. Circondata da una natura che alterna il verde argenteo degli ulivi ai profumi intensi della macchia mediterranea, la città si fonde con il paesaggio in un’armonia perfetta, dove ogni elemento sembra creato per esaltare l’altro.
E mentre la città ammalia con la sua architettura sospesa tra Oriente e Occidente, è la sua posizione – affacciata su un arcipelago di isole verdi e silenziose – a completare l’incanto. Da lì, Rovigno guarda il mondo con occhi antichi e innamorati, pronta a donare a chi la sfiora la sua eterna promessa di bellezza. I sentieri che si snodano tra i pini e le scogliere della Punta Corrente invitano al silenzio, al respiro, alla meraviglia. Le piccole baie, nascoste come segreti tra gli scogli, offrono rifugi d’acqua cristallina dove il tempo si dilata in sospiri e carezze di sole.
Durante l'anno, Rovigno si anima con eventi che celebrano la sua ricca tradizione culturale e gastronomica. Il Festival d’Estate di Rovigno porta concerti e spettacoli nelle piazze cittadine, mentre la Festa di Sant’Eufemia, patrona della città, è un momento di devozione e festa, con processioni, mercatini e fuochi d'artificio che illuminano il cielo sopra il mare. Il folklore rovignese vive grazie ai gruppi tradizionali che durante l'estate si esibiscono nel centro storico, raccontando con danze e costumi la storia profonda della regione. Per gli amanti della cucina, il Festival della Supa Istriana celebra una bevanda tradizionale a base di vino rosso, pepe, olio d'oliva e pane abbrustolito, servita nella tipica bukaleta.
Infine, la Notte di San Lorenzo trasforma Rovigno in un luogo incantato: luci soffuse, musica dal vivo e desideri affidati alle stelle cadenti rendono ogni estate irripetibile.
La mappa dei luoghi imperdibili
Palazzo Comunale.
Oggi è la sede dell’amministrazione comunale, in passato era il Palazzo pretorio, le cui prime “fondamenta” risalgono al 1308. Il piano terra, nella parte interna, era adibito a prigione mentre al primo piano era adibito a Sala del Consiglio, uffici e archivio. Nel corso degli anni il Palazzo ha registrato ampliamenti e restauri, tra il 1850 e il 1860 sono stati restaurati la facciata e l'atrio, mentre nel 1835 sul prospetto esterno sono stati collocati gli stemmi delle famiglie rovignesi e veneziane che hanno connotato la storia della città, oltre allo stemma del Comune.
Via Grisia.
E’ di fatto una magnifica scalinata che si inerpica fino al sagrato del Duomo di Santa Eufemia. E’ uno dei simboli più suggestivi del cuore storico di Rovigno. La sua notorietà è dovuta all’omonima spettacolare mostra-concorso artistico che si tiene lungo la via per una giornata soltanto e organizzata ininterrottamente dal 1967 dal Museo Civico di Rovigno. La mostra è stata ideata da un gruppo di artisti aderenti alla Colonia artistica di Rovigno con l'intento di promuovere l'arte stando in compagnia, esporre le proprie opere artistiche al grande pubblico e di rivitalizzare il centro storico. Ogni anno la kermesse ospita numerosi artisti le cui opere attraggono migliaia di turisti e visitatori. Alla Grisia hanno esposto più volte artisti famosi come Mascarelli, Bassani, Matić, Milić, Škrnjug, Šumonja, Vuličevič e tanti altri.
La Torre dell'Orologio.
Campeggia sulla piazza principale di Rovigno: rappresentava nel passato la torre meridionale delle antiche mura difensive della città. Più volte modificata e ricostruita, la torre risale al XII secolo. Nel passato, la parte inferiore fungeva da carcere per i condannati per reati minori. Nella metà del XIX secolo sulla torre sono stati collocati l’orologio ed il Leone marciano, simbolo della Serenissima, che un tempo si trovava sopra la porta della Torre del Ponte, di fronte al palazzo Califfi.
L'Arco dei Balbi.
Sul sito attuale una volta si trovava la porta principale della città fortificata - Porton della Pescheria Negli anni 1678–1679 la vecchia porta è stata demolita e al suo posto è stato realizzato l’Arco dei Balbi. A documentare che fu costruito ai tempi del podestà Daniele Balbi, c’è una lapide di pietra che si trova sull’arco stesso.
Il Duomo di Sant'Eufemia.
Tipico esempio di Barocco veneziano, il Duomo si eleva con elegante imponenza alla sommità del centro storico. La lunghezza della chiesa è di 51 metri, la larghezza di 30; la navata mediana è alta 17 metri quelle laterali sono alte dieci metri. La chiesa primitiva dedicata a San Giorgio e realizzata in epoca tardo antica, è stata sostituita intorno alla metà del decimo secoloda una nuova costruzione a tre navate, con cupole sovrapposte ai tre altari maggiori; nella navata laterale destra dietro l’altare è collocato il sarcofago di Sant’Eufemia in marmo.
Le Mura.
Il nucleo cittadino era cinto da mura sin dal VII secolo ed in seguito rinforzato con le torri cittadine. Nella città si poteva entrare attraverso sette porte, tre delle quali hanno ancora oggi mantenuto la loro forma originaria: la porta di San Benedetto, quella di Portica e la Porta di Santa Croce.
L'Isola-Penisola.
La città vecchia è testimone dei tempi passati e delle mani capaci di artigiani locali. Il ridotto spazio urbano ha condizionato la costruzione concentrata di case, vie e piazzette. Una delle particolarità sono i caratteristici comignoli sui tetti, così come le numerose scale esterne e le scalinate, i ballatoi, i portici, i cortili interni, i vicoli ciechi, le cisterne, le terrazze sui tetti, le mansarde e i numerosi effetti chiaroscurali e le decorazioni “plastiche” di portali, finestre, balconi e cornicioni. Grazie a queste specificità la città vecchia è stata dichiarata nel 1963 monumento culturale.
Museo della Città.
È collocato nel palazzo barocco dei Conti Califfi del XVII e XVIII secolo. E’ stato fondato nel 1954 su iniziativa degli artisti rovignesi. Il loro intento era quello di farne un luogo in cui sarebbe affluita la ricchezza culturale e svolta una cospicua attività espositiva. Il museo si rivolge al pubblico con duplice ruolo, come galleria civica e come mostra permanente, con le opere di maggior rilievo appartenenti ad un ricco fondo culturale: mostra archeologica, marineria, collezione di vecchi maestri d’ arte, arte contemporanea croata, la sala di Alexader Kircher.