Ecco largo Li Madou: Macerata è il luogo di incontro tra Oriente e Occidente con l’opera di Yang Dogbai
Li Madou ovvero Padre Matteo Ricci, simbolo di dialogo tra civiltà. Nel cuore di Macerata un nuovo spazio “tra storia, memoria e dialogo interculturale”. Un intervento di rigenerazione urbana ha restituito alla città marchigiana un luogo carico di storia e di significati simbolici nel nome del più illustre cittadino.
(TurismoItaliaNews) Con questo nuovo intervento Macerata rinnova il suo legame con Padre Matteo Ricci e riafferma la sua vocazione internazionale, capace di costruire ponti tra tempi, saperi e culture. E’ il nuovo largo Li Madou, con cui si rende omaggio al gesuita matematico, cartografo e sinologo vissuto al tempo della dinastia Ming, che ha impresso un forte impulso all'azione evangelizzatrice e riconosciuto come uno dei più grandi missionari in Cina. E’ in questo ritrovato spazio nel centro storico, che è stata collocata la fusione in bronzo dell’artista Yang Dogbai di Shanghai, donata alla città dalla Fondazione Internazionale Padre Matteo Ricci in collaborazione con la Shanghai Xujiahui History and Culture Research Association; l’opera è ispirata al ritratto apparso per la prima volta nel China Illustrata di Kircher (1667) dove Ricci e Xu Guangqi – i soggetti protagonisti della fusione – sono rappresentati in dialogo intenti a un profondo scambio culturale e al reciproco aiuto nel percorso di fede. I due saggi del XVII secolo furono pionieri del proficuo incontro tra le civiltà cinese ed europea, indicando la giusta direzione del cammino da percorrere insieme.
L’intervento, finanziato grazie ai fondi del Pnrr ottenuti attraverso il bando per la rigenerazione urbana, rappresenta molto più di una riqualificazione fisica: è la rinascita di un luogo che si trasforma da cortile | giardino isolato all’interno di un’area scolastica a piazza aperta e accogliente, in dialogo con la città e la sua memoria ed è una parte significativa del “teatro paesaggistico urbano” che invita alla socializzazione, alla bellezza diffusa, al vivere condiviso degli spazi pubblici. Un segno forte della volontà di Macerata di investire sul proprio centro storico, sulla cultura e sull’identità.
“Largo Li Madou rappresenta un luogo di incontro tra Oriente e Occidente, uno spazio dove il dialogo e l’ascolto trovano il loro ambiente naturale – commenta il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli - poter valorizzare la figura del più illustre cittadino di Macerata, Padre Matteo Ricci, attraverso la rigenerazione e il restyling di uno spazio centrale della città, permetterà anche di proiettare la nostra tradizione e la nostra storia verso il futuro. Uno spazio di riferimento anche per il nostro storico Ateneo dato che, vista la vicinanza con l’Università, siamo convinti sarà frequentato da molti tra studentesse e studenti. Voglio ringraziare, per la collaborazione, la Fondazione Padre Matteo Ricci e tutti coloro che si sono impegnati nella realizzazione di un progetto – architettonico, culturale e sociale – che guarda al passato con un occhio attento alla modernità e all’attualità”.
“Questo progetto architettonico – evidenzia da parte sua l’assessore all’urbanistica Silvano Iommi - ha voluto restituire valore all’identità storica stratificata del sito, riproponendo l’idea della primitiva piazza delle erbe con le sue gradinate ottocentesche che collegano al portico dell’ex Foro Annonario, richiamando idealmente l’unione tra agorà e stoà, due archetipi dell’architettura classica: la piazza scoperta e quella coperta. Non è un caso che questo spazio sia stato intitolato a Padre Matteo Ricci, nato nel 1552 proprio in questo quartiere di San Paolo dove si trovavano la sua casa e la spezieria del padre Giovanni Battista”.
“Siamo orgogliosi di questa piazza – ci dice l’assessore allo sviluppo economico e attività produttive Laura Laviano nell’accompagnarci a visitare il nuovo Largo Li Madou – l’intervento ha riqualificato un’area strategica del cuore di Macerata, consolidando al contempo il ricordo, la celebrazione e l’omaggio ad un personaggio che porta il nome della nostra città nel mondo”.


