A Cipro per i buoni vini della tradizione mediterranea: con la Commandarìa si brinda con la storia

images/stories/cipro/VinoCommandaria03.jpg

Giovanni Bosi, Limassol / Cipro

A Cipro tutto parla dell’antica storia di questa meravigliosa isola mediterranea. Compreso il gusto, espressione delle contaminazioni assorbite in migliaia e migliaia di anni. E pure quell’ingegnosa trovata umana che si chiama vino. Chi dice Cipro dice inevitabilmente Commandarìa, che Riccardo Cuor di Leone definì “vino da re e re dei vini”: si produce con uve passite bianche e rosse dei villaggi di Kalokhorio, Zoopiyi, Yerasa e di altri pochi villaggi vicini. Il tutto in uno scenario che rapisce...

 

(TurismoItaliaNews) Cipro isola del vino? E’ proprio così, del resto è la sua collocazione geografica il miglior biglietto da visita. La storia, ci poi ci mette del suo. E per capirlo meglio bisogna ovviamente essere sull’isola, andando nei luoghi che sono i caposaldi di questa antichissima produzione: dagli straordinari mosaici del parco archeologico di Kato Pafos (annoverato nel Patrimonio dell’umanità Unesco) al Castello medievale di Kolossi, dall’area di Krassochoria con i suoi villaggi del vino (dove si produce il Rosso secco dell’isola) al Cyprus Wine Museum di Erimi.

Da questi parti i vigneti connotano il paesaggio con le loro dimensioni ridotte, mantenuti bassi per consentire la corretta idratazione delle viti e dei loro grappoli perché qui il sole fa sentire eccome i suoi effetti. Questa coltura è tradizionale e dunque i metodi di coltivazione sviluppati sono un patrimonio prezioso di tecnica e conoscenza. Che si ritrova per intero quando si degusta la Commandarìa. Ma perché questo vino liquoroso è così famoso? Partiamo dal Castello di Kolossi, diventato in qualche modo proprio il testimonial della Commandarìa: costruito al centro della valle più fertile nel sud dell’Isola, nei dintorni occidentali di Limassol, è stato ricostruito nella versione attuale nel 1454 dal Gran Comandante dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Louis de Magnac.

Qui aveva sede il quartier generale militare dei Cavalieri, ovvero la “Commanderie”, parola da cui è derivato il nome del più noto vino cipriota, nato proprio in questo territorio. Quando Riccardo Cuor di Leone conquistò l’isola nel 1191 d.C., iniziò un’età d'oro per la produzione vitivinicola che divenne famosa in tutta Europa: al matrimonio di Richard e Berengaria, la figlia del re di Navarra, a Limassol, furono serviti “i migliori vini dei vigneti ciprioti, meglio di quelli di qualsiasi altro Paese”.

Le varietà locali di vitigni sono diverse: tra i Bianchi ci sono Xynisteri, Malaga, Moshato, Promara, Spourtiko, Katomiliko, Kanella e Morokanella; tra i Rossi il Mavro, Maratheftiko, Ofthalmo Lefkada, Vlouriko e Vamvakada. Sono le uve appassite di Xynisteri e Mavro a finire in cantina per la Commandaria, le cui origini si perdono in realtà nei tempi, già al tempo degli antichi greci. In effetti l’archeologia conferma l’antichissima attitudine a produrre vino sull’isola e a documentarlo è il Cyprus Wine Museum di Erimi.

“Gli archeologi hanno riportato alla luce nella nostra zona parti di pitharia, grandi vasi di ceramica dalla forma caratteristica, risalenti al 3.500 avanti Cristo - ci spiega Francis Guy, proprietario del museo – sul cui fondo sono stati rinvenuti depositi sottoposti ad analisi che hanno dimostrato la presenza di una grande quantità di acido tartarico, il caratteristico acido del vino. Queste osservazioni suggeriscono che i vasi di Erimi erano stati realizzati appositamente per conservare il vino”.

Vasi dall’interessante forma oblunga, con un lungo collo stretto e una base a capezzolo, con una sorprendente somiglianza con l’anfora per il vino di epoca greca e romana, la cui cronologia intorno al 3500 a.C. fa pensare che potrebbero essere un’evoluzione diretta degli otri egizi. I ricercatori italiani hanno dato un contributo sostanziale nei reperti di ceramica ritrovati da Porfyrios Dikaios nel 1933: il team dell’archeologa Maria Rosaria Belgiorno e del paleontologo Alessandro Lentini del Cnr ha prelevato campioni dai residui originali e li ha analizzati con la collaborazione del laboratorio del Museo Archeologico di Cipro, a Nicosia, e del dottor Pavlos Flourentzos, direttore del Dipartimento di antichità cipriota.

Buoni, talmente buoni, che per i vini ciprioti nei secoli c’è stato anche chi ha perso la ragione. Si racconta che Cipro fu conquistata da Selim II nel 1570 a causa del grande amore che aveva per il vino: ordinò al capo del suo esercito di conquistare Cipro perché “C'è un grande tesoro su quest’isola che solo il Re dei Re può godere”. Questo vino era la Commandarìa. E oggi? A parte la Commandarìa, sull’Isola sono ormai decine le cantine nate nei paesini collinari dei distretti dove si coltiva la vite, fruotto anche dell’operazione di sostegno condotta dal Governo negli anni Ottanta del Novecento per incoraggiare la creazione di piccole aziende vinicole, con un continuo miglioramento qualitativo e l’introduzione di nuovi vini che raccolgono interesse sui mercati internazionali. Decisamente consigliato l’itinerario enologico che si rivela un’escursione panoramica nell’interno dell’isola, scandita dalle delizie dei vini locali. Nella parte occidentale, nel Distretto di Pafos, ad un’altitudine superiore agli 800 metri, l’itinerario Vouni Panagias – Ambelitis offre un’impareggiabile esperienza.

Siamo andati a visitare l’azienda vinicola Tsangarides, nel villaggio di Lemona, ad una quarantina di minuti da Pafos. “È qui che il nostro bis-bisnonno ha preparato la terra e piantato i primi vigneti, curando e nutrendo il frutto della vite più o meno allo stesso modo dei suoi discendenti oggi – ci spiega Angelos Tsangarides - inizialmente il vino prodotto era principalmente destinato al consumo domestico, ma lentamente, nel corso di molti anni, la conoscenza accumulata dai viaggi e dall’educazione attraverso viticoltori stranieri ha portato i nostri vini a diventare appetibili per le tavole europee”. Oggi la cantina produce su 150 ettari circa 350mila bottiglie di vini organici e biologici destinati per lo più all’esportazione.

Adesso è il momento di sedersi a tavola, magari nel consigliatissimo Dionysus Mansion a Limassol e degustare il tradizionale “Mazè” con un bianco Xynisteri ben freddo. Possiamo assicurarvi che non c’è di meglio!

Per saperne di più
Ente Nazionale per il Turismo di Cipro
via Santa Sofia, 6, 20122 Milano
tel. 02-58319835
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Sede centrale di Cipro
Cyprus Tourism Organization
CY 1390 Lefkosia (Nicosia)
tel. 22691100
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.visitcyprus.org.cy

The Cyprus Wine Museum
42 Pafos Street - Erimi CY-4630 - Limassol
www.cypruswinemuseum.com

 

Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
(A.F.)

 

Chi siamo

TurismoItaliaNews, il web magazine che vi racconta il mondo.

Nasce nel 2010 con l'obiettivo di fornire un'informazione efficace, seria ed obiettiva su tutto ciò che ruota intorno al turismo...

Leggi tutto

Questo sito utilizza cookie, di prima e di terza parte, per inviarti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Leggi la Cookie Privacy...