“Le Nuove”: nel Museo del Carcere a Torino un'esperienza immersa nella storia di un luogo sconosciuto

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Fabrizio Salce, Torino

In più di 100 anni di storia ha ospitato ed accolto di tutto. Oggi il Museo Carcere "Le Nuove" di Torino propone ai suoi visitatori un'esperienza immersa nella storia di un luogo sconosciuto attraverso la scoperta di tre Percorsi guidati. Il percorso storico-museale propone la scoperta delle celle dove uomini comuni soffrirono per l’affermazione dell’Italia libera e democratica...

 

(TurismoItaliaNews) Anno 1857. Una triste nota storica ci ricorda che in quell’anno gli stati schiavisti registrarono la loro più alta vittoria dovuta alla decisione di Dred Scott, con la quale si ritenne che gli schiavi non diventavano liberi con il passaggio in uno stato non schiavista; inoltre non potevano intentare cause e neppure il Congresso poteva proibire la schiavitù in qualsiasi territorio. Sempre nel 1857, e più precisamente il 27 giugno, a Torino venne introdotta la segregazione individuale mediante l’utilizzo di una singola cella per ogni detenuto in modo tale da garantire l’isolamento sia di giorno che di notte.

“Le Nuove”: nel Museo del Carcere a Torino un'esperienza immersa nella storia di un luogo sconosciuto

“Le Nuove”: nel Museo del Carcere a Torino un'esperienza immersa nella storia di un luogo sconosciuto

Nella seconda metà dell’800, nella prima Capitale d’Italia, Torino appunto, il sistema carcerario utilizzava per la segregazione delle persone differenti situazioni logistiche. Basti pensare al carcere criminale di Via San Domenico, quello delle Torri per le condannate o a quello di Via Stampatori ed altri ancora. Per lo più grandi celle con condannati di diversa estrazione, giovani e meno giovani, delinquentelli casuali e feroci assassini.

Se si leggono alcuni stralci della vita di San Giovanni Bosco non è certo difficile imbattersi nelle sue costanti visite ai più piccoli, incarcerati per qualche banale marachella. A quei tempi per una bestemmia si veniva condannati a 6 mesi di prigione, altra prigione per la seconda e addirittura la pena di morte alla terza parola blasfema. Fu proprio tra il 1857 e il 1869 che, sotto il regno di Vittorio Emanuele II, venne edificato il carcere conosciuto ancora oggi con l’appellativo di “Le Nuove”. Oltre ad essere una prigione di isolamento totale la nuova struttura sarebbe dovuta servire anche, e soprattutto, per la rieducazione e la rintegrazione dei soggetti malcapitati. Fu progettato dall’architetto Giuseppe Polani e inaugurato e messo in funzione nel 1870.

“Le Nuove”: nel Museo del Carcere a Torino un'esperienza immersa nella storia di un luogo sconosciuto

“Le Nuove”: nel Museo del Carcere a Torino un'esperienza immersa nella storia di un luogo sconosciuto

Il Polani concepì l’edificio suddividendolo in 13 bracci, 4 torricelle, muri di cinta dell’altezza di 5 metri, 6 cortili e 2 cappelle: una femminile e l’altra maschile. Il carcere poteva ospitare circa 650 persone, 600 uomini e 50 donne. Le celle lunghe 4 metri, larghe poco più di 2 e alte 3, erano dotate di una finestra posizionata a 2 metri dal pavimento a forma di “bocca di lupo” in modo tale che il detenuto/a potesse vedere soltanto il cielo.

Le regole della detenzione furono decisamente severe fino alla caduta del fascismo, così come soltanto allora la struttura architettonica subì alcune modifiche: cambiamenti invocati a gran voce dai detenuti nel rispetto costituzionale. Si arriva così al dopo guerra momento in cui vengono ampliate le finestre delle celle, si edificano soluzioni edilizie tra i muri e i bracci e si rende il carcere lentamente più vivibile. Vennero eliminati i muri interni del cortile e nelle celle, oltre all'ampliamento delle finestre si installarono termosifoni e water.

“Le Nuove”: nel Museo del Carcere a Torino un'esperienza immersa nella storia di un luogo sconosciuto

“Le Nuove”: nel Museo del Carcere a Torino un'esperienza immersa nella storia di un luogo sconosciuto

Il carcere, in più di 100 anni di storia, ha ospitato soldati disertori della grande guerra del 15-18, operai scioperanti dell’industria cittadina, oppositori del fascismo, e poi partigiani, ebrei, mafiosi, terroristi; rimanendo in funzione fino a quando non fu sostituito nel1986 dal più moderno carcere "Lorusso e Cutugno" situato nel quartiere Vallette. Proprio durante il periodo fascista vi rimasero reclusi oppositori, partigiani ed ebrei, come Ignazio Vian e Emanuele Artom, deportati e condannati a morte. Famigerato e crudele fu il braccio tedesco, gestito dalle SS, in cui venivano torturati i detenuti.

La storia di “Le Nuove” è lunga e sprigiona ancora oggi tra le sue pareti tutta la sofferenza vissuta dalle tante persone che vi hanno trascorso del tempo. Ecco perché conoscere meglio chi ha commesso reati (uomini e donne) significa comprenderne il ruolo nel contesto sociale, vuol dire adoperarsi per conoscere l'uomo e sé stessi. Le traversie e le vicissitudini sia delle vittime che degli autori di reati ci aiutano ad essere più equilibrati nel giudizio e, soprattutto, nel puntare il dito contro le responsabilità. Per farlo vi consiglio di tutto cuore una visita a quello che oggi è il “Museo del Carcere” che vi propone, grazie straordinarie guide volontarie, un percorso alla scoperta degli spazi dove uomini e donne pagarono per i loro errori o soffrirono per l’affermazione dell’Italia libera e democratica.

“Le Nuove”: nel Museo del Carcere a Torino un'esperienza immersa nella storia di un luogo sconosciuto

Durante il viaggio all’interno del carcere rivivrete gli eventi criminali più noti al pubblico, le storie di fine 800, l’uccisione di 4 agenti, la Prima Guerra, le lotte antifasciste, la Resistenza, la persecuzione raziale, il biennio rosso, il terrorismo. Le visite guidate si svolgono dal lunedì al sabato alle 15 mentre alla domenica alle 15 e alle 17. La seconda e la quarta domenica del mese oltre alle 15 e alle 17 una visita anche alle 9. Oltre al Museo del Carcere, se ne avrete il piacere, potrete anche visitare il Ricovero Antiaereo, ovvero il bunker costruito a 18 metri di profondità con le sue peculiarità architettoniche e storiche davvero uniche. E inoltre un tour definito Sacro e Profano che si snoda all’interno del braccio centrale della struttura proponendo un’esperienze legata alla spiritualità e ai percorsi nascosti del Direttore.

Per informazioni e prenotazioni visite
www.museolenuove.it
Via Paolo Borsellino, 3 - Torino
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