Archeologia: il Mac di Colfiorito, l’antica civiltà umbra va in museo

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Giovanni Bosi, Colfiorito /  Umbria

Reperti archeologici di grande valore documentario ma anche artistico, come i raffinati bronzetti votivi dedicati alla Dea Cupra, risalenti al sesto-quinto secolo avanti Cristo. Ma anche decorazioni architettoniche, utensili, lastre di rivestimento decorate. E molto altro nel  Mac, il Museo Archeologico di Colfiorito aperto dall'agosto 2011. Cerniera tra Umbria e Marche, l’altopiano folignate è un patrimonio dell’Umanità per la sua zona umida. Adesso in vetrina ci sono definitivamente anche i tesori restituiti dopo anni di scavo.

 

(TurismoItaliaNews) Se non fosse per la straordinarietà ed unicità dei reperti archeologici esposti, già di per sé la semplice visita alla struttura del Mac di Colfiorito sarebbe decisamente appagante. La modernità del contenitore - in acciaio e vetro, connesso alle due piccole costruzioni in muratura preesistenti e di pertinenza dell'infermeria del vecchio campo di internamento - trova una perfetta simbiosi con le testimonianze restituite dall’altopiano in tanti anni di scavo: dai reperti riguardanti i primi insediamenti delle popolazioni Plestine, risalenti al IX secolo avanti Cristo, ai reperti portati alla luce dagli scavi nel castelliere di Monte Orve e nel tempio della Dea Cupra, per arrivare all’interessantissimo “bothros“ appartenente ad una domus (ovvero una fossa di fondazione scavata accanto al perimetro della casa) con i resti dei riti di purificazione che venivano gettati al suo interno (oggetti ceramici legati al rituale, resti di animali sacrificati).

 

La struttura del Mac - il progetto architettonico e la direzione artistica sono dell’architetto Roberto de Rubertis e del MtStudio_Architetti di Matteo Clemente e Tommaso Empler - ha consentito di mettere insieme circa 1.400 reperti archeologici, nonché l’estensione delle funzioni e delle zone di servizio.

 

Notevoli i bronzetti votivi del sesto-quinto secolo avanti Cristo, tra cui un “Marte in assalto“, figure femminili e un Ercole del terzo-secondo secolo a.C. Ma anche la raccolta numismatica, le decorazioni architettoniche con antefisse a testa di Ercole con leonté. Oppure i frammenti di intonaco decorati giunti fino a noi.

 


 

“Il museo – ci spiega l’archeologa Laura Bonomi che ne ha curato l’allestimento scientifico -  è la conclusione di 50 anni di scavi, iniziati nel 1962. I reperti presenti, dal paleolitico al neolitico, dall’età del bronzo alle necropoli, testimoniano che il territorio è stato abitato in modo costante nel tempo perché nodo importante stradale. La popolazione dimostrava anche una certa ricchezza”.

 

 

L’apertura definitiva del Mac costituisce un motivo ulteriore di richiamo per questa stupenda fascia di Umbria che  è il cuore del Parco di Colfiorito, con i suoi 338 ettari il più piccolo tra le aree protette della regione e dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco per la sua zona umida di montagna. “L’apertura al pubblico del museo archeologico di Colfiorito costituisce un importante obiettivo raggiunto che completa la rete museale di Foligno che può contare su strutture come Palazzo Trinci, Santa Caterina, l’Auditorium, il Ciac e la chiesa dell’Annunziata - sottolinea il sindaco di Foligno, Nando Mismetti - nonostante il difficile periodo economico abbiamo fatto di tutto per investire sulla cultura che rappresenta il nostro futuro”.

I reperti esposti nel Museo archeologico documentano la civiltà plestina dalle origini alla romanizzazione e testimoniano l’inserimento di Plestia nell’ampia trama di scambi culturali tra Etruria, Magna Grecia e Grecia. La ricchezza dei corredi funerari rinvenuti testimonia un alto grado di benessere e una consolidata organizzazione politico-sociale. Degli insediamenti protostorici resta traccia nella fitta rete dei castellieri e nei resti dell’insediamento perilacustre attestato stabilmente dalla prima età del ferro, cui si sono sovrapposti i resti del Municipium romano di Plestia e la basilica paleocristiana di Santa Maria di Pistia.

Il percorso museale continua poi con il materiale proveniente dalle ville rustiche dell’altopiano e con la nuovissima piccola sezione dedicata al periodo tardo antico (dall’VIII secolo dopo Cristo al 1200 circa) nella quale è presente un corredo funerario proveniente da una tomba di origine longobarda ritrovata in località Cassignano (per gentile concessione di Elio Graziosi). Ricca di notizie storiografiche la sezione epigrafica, nella quale è esposto materiale proveniente dal municipio di Plestia e dintorni.

Il Mac è stato finanziato dalla Regione Umbria e dal Comune di Foligno con fondi europei, oltre un milione e 500mila euro, nell’ambito del Docup ed ha riguardato il  progetto di completamento della nuova sede, di proprietà statale, ceduta in concessione ventennale al Comune di Foligno, che ne ha curato l’allestimento di concerto con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria.

La civiltà preromana dei Plestini, popolo umbro documentato da testimonianze letterarie (Plinio, Naturalis Historia, III, 114) ed epigrafiche, insediato sui piani carsici dell'altopiano appenninico di Colfiorito costituisce indubbiamente, sul versante archeologico, la realtà più rilevante del territorio comunale.

L'area archeologica di Plestia, pertinente in età protostorica ai Plestini umbri ed in età romana al municipium di Plestia, si estende per circa tre ettari. Di questi una parte (circa un ettaro e mezzo) è stata oggetto di scavo da parte della Soprintendenza per i Beni archeologici dell'Umbria a partire dal 1962. Gli scavi hanno consentito di tracciare un quadro significativo delle vicende politiche, sociali, culturali della popolazione ivi residente.

Il dettaglio. Il Museo Archeologico di Colfiorito è ospitato in un edificio in acciaio e vetro, progettato dall'architetto Roberto De Rubertis. L'esposizione archeologica, che consta di 1450 reperti, si articola su due livelli con un dettagliato percorso cronologico e tematico. Accanto all'ingresso un piccolo lapidario presenta materiali epigrafici di età tardo repubblicana e primo imperiale (I secolo a.C. - II secolo d. C.). Si passa poi alla Sala delle necropoli umbre, allestimento di circa 600 reperti, testimonianze di età umbra relative all'intero territorio (IX secolo a.C. - III secolo a.C.).

Nel piano superiore, accanto alla Sala degli abitati dell'Età del Ferro con materiali dei primi villaggi di capanne stanziati lungo le sponde dell'antico lago plestino ( fine X secolo a.C. - seconda metà del VII secolo a.C.), c’è la Sala della dea Cupra, con terrecotte architettoniche, antefisse e materiali votivi ceramici e bronzei provenienti dall'area sacra in località La Capannaccia (VI - Il secolo a.C.). A seguire alcuni reperti provenienti dagli scavi del Castelliere di Monte Orve e la Sala del municipio romano di Plestia, che raccoglie suppellettili legate all'epoca romana (II secolo a.C. - III secolo d.C.) e dove sono esposte interessantissime attestazioni dei riti di purificazione di un bothros, fossa sacrificale relativa al sacello della domus pubblica, destinata ad accogliere i magistrati del municipio di Plestia.

Nel percorso sono stati esposti anche alcuni corredi funerari di età romana relativi a necropoli poste fuori l'abitato romano. L'itinerario continua con una piccola sottosezione dedicata a testimonianze di ville rustiche sparse sull'altopiano plestino e con alcuni corredi funerari di età longobarda (VI - VII secolo d.C.).

La ricchezza dei corredi funerari rinvenuti testimonia un alto grado di benessere e una consolidata organizzazione politico-sociale. La gestione del Mac è curata dal Comune di Foligno, che si avvale della competenza dei bravi operatori della Coop Culture.

Degli insediamenti protostorici resta traccia nella fitta rete dei castellieri e nei resti dell'insediamento perilacustre attestato stabilmente dalla prima età del ferro, cui si sono sovrapposti i resti del Municipium romano di Plestia e la basilica paleocristiana di Santa Maria di Pistia.

Un territorio, peraltro, molto caratterizzato dal punto di vista ambientale, in quanto ricade nell'area del Parco regionale di Colfiorito, zona umida protetta in base alla Convenzione di Ramsar che la recente istituzione del Museo naturalistico del Parco di Colfiorito (5 sezioni espositive: Storico-archeologica, Paleontologica, Palinologica, Zoologica, Antartide) promosso dall'Ente Parco di Colfiorito, dal Comune di Foligno, dalle Soprintendenze archeologiche dell'Umbria e delle Marche, dall' Università di Camerino, dal Gal Valle Umbra e Sibillini e dall' Enea permette di leggere a tutto tondo.

 

Gli orari
venerdì 10.00 - 13.00
sabato/domenica 10.00 - 13.00 / 15.00 - 18.00 invernale; 16.00 - 19.00 estivo
Info: 0742/681198 - 330584
www.comune.foligno.pg.it
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