Molentargius, il Parco naturale nato dalla salina: a due passi da Cagliari c’è una meravigliosa oasi naturalistica
Giovanni Bosi, Cagliari / Sardegna
Per due secoli e mezzo è stato il bacino più ricco dell’Isola per l’estrazione del sale marino, oggi per i sardi è ̀un’oasi di svago a pochi passi da casa, e per i fenicotteri rosa la dimora perfetta. Per tutti è uno straordinario patrimonio naturalistico da vivere in simbiosi con l’ambiente, tra mare e cielo. E’ l’ulteriore conferma della bellezza della Sardegna, peraltro a poca distanza da Cagliari e da quello spettacolo che è la Spiaggia del Poetto. Questo è il Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline.
(TurismoItaliaNews) Ci sono tante buone ragioni per venire a Cagliari. La città è un avvolgente luogo in cui si incrociano storie, tradizioni, racconti, esperienze che le derivano da una posizione strategica nel Mediterraneo. Ricca di verde e di testimonianze architettoniche, può sfoderare il Parco di Molentargius che con i suoi oltre 1.600 ettari di estensione, rappresenta una delle aree naturali protette più importanti di tutta Europa (classificata come Sito di importanza comunitaria, Zona di protezione speciale e Zona umida di importanza internazionale) dove il protagonista è “il fenicottero rosa, che popola stabilmente le acque del Parco di Molentargius e dello Stagno di Cagliari con circa cinque-seimila esemplari, e la cui colonia arriva a circa quindicimila coppie durante il periodo di nidificazione, motivo per il quale è diventato l’animale simbolo della città” spiegano dal Comune di Cagliari.
Così diventa un must andarlo a vedere, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, per poi incamminarsi a piedi o in bicicletta nei sentieri che costeggiano la zona umida e vivere così un’esperienza unica tra storia e scienza, in un luogo in equilibrio tra uomo e ambiente, tra specchi d’acqua e vestigia di antiche saline. “Grazie ad un percorso di riqualificazione e trasformazione – sottolineano dal Parco - ora è uno dei siti più ricchi di specie dell’avifauna dell’intera Sardegna, testimone dell’attività di estrazione del sale marino – interrotta nel 1985 – come rivela lo stesso nome, riferito a molenti, cioè l’asino, antico mezzo di trasporto dei preziosi carichi di sale”.
Il cielo si specchia sulle acque celesti del bacino e i fenicotteri vi stazionano pigramente, intenti più a mangiare e riposarsi che ad infastidirsi da quanti – comunque “in punta di piedi” – sono impegnati in un avvincente birdwatching. Nel 1977 con la Convenzione di Ramsar è stata inserita tra le zone umide di rilevanza internazionale, mentre dal 1999 l’area è diventata parco regionale come opportunità di tutela e valorizzazione di uno dei principali siti di sosta e nidificazione di uccelli acquatici in Europa. Se la cornice è meravigliosa, l’immagine complessiva del Molentargius e delle saline riesce ad assumere un aspetto onirico, soprattutto quando il Sole rende i colori ancor più vividi.
Dal punto di vista geografico il parco si estende nell’estrema propaggine meridionale del Campidano, affacciato sul golfo degli Angeli e delimitato dai centri abitati di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Quartucciu e Selargius, e dal lungomare del Poetto; a fare da quinta c’è l’unicità di Monte Urpinu e della Sella del Diavolo (altro luogo ideale per il trekking).
Ovviamente la storia del Molentargius è strettamente legata alla storia delle Saline. “L'eccezionalità di questa area - sottolineano dal Parco - è dovuta ai bacini sia di acqua dolce che salata, separati da una piana prevalentemente arida denominata Is Arenas. Le zone ad acqua dolce sono gli stagni del Bellarosa Minore e Perdalonga, nati come vasche di espansione, mentre le zone di acqua salata rappresentano l’ex sistema produttivo delle Saline di Stato di Cagliari, costituito dal Bellarosa Maggiore o Molentargius (vasca di prima evaporazione), dallo Stagno di Quartu (vasche di seconda e terza evaporazione), dalle altre vasche salanti (saline di Cagliari) e dal Perda Bianca (ex bacino di raccolta delle acque madri)”. Il colpo d’occhio che si può avere dall’alto del Colle di Monte Urpinu conferma lo stretto legame tra uomo acqua e natura, facilmente individuabile nel disegno di canali, saline, stagno ed edifici, che qui si conserva ininterrottamente da migliaia di anni.
Peraltro anche la storia è di grande interesse perché rimanda a Fenici, Punici e Romani, tutti grandi esportatori del sale. Anche se poi è con i quattro regni sardi che le Saline hanno acquistato importanza internazionale per poi essere utilizzate ancora da Pisani, Aragonesi, Spagnoli e Piemontesi, fino al Monopolio di Stato.
Per saperne di più
parcomolentargius.it
sardegnaturismo.it
comune.cagliari.it
Il sito per le visite
Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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