Fertilia, l’ultima “città del duce” in Sardegna: architetture razionaliste e storia intrigante la rendono un luogo da conoscere
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Giuseppe Botti, Fertilia / Sassari
Doveva essere l’alter ego della catalana Alghero, una sorta di “città ideale”. Torri, edifici e campagne circostanti raccontano origine e vicende: architetture razionaliste, trasformazioni fondiarie, politiche di memoria e rimozione, sovrapposizioni di culture a partire dagli anni Trenta. E’ Fertilia, progettata dal regime fascista, l’ultima “città del duce” in Sardegna, dopo Mussolinia (poi Arborea) e Carbonia, costruita “esplicitamente” sul versante nord della Riviera del Corallo, ben visibile dai bastioni dell’antica città catalana di cui oggi è una frazione, borgata tra mare e laguna. Una storia intrigante la rende un luogo da conoscere.
(TurismoItaliaNews) A Fertilia sono legati eventi importanti e pure drammatici della Storia italiana del primo Novecento. La data ufficiale di nascita è ufficialmente l'8 marzo 1936 con la posa della prima pietra della chiesa parrocchiale, ad opera dell'Ente Ferrarese di Colonizzazione, istituito il 7 ottobre 1933 dal regime fascista per dare una risposta alla popolazione in eccesso della Provincia di Ferrara e diminuire le tensioni sociali. Lo scoppio della Seconda guerra mondiale paralizzando di fatto l’opera di colonizzazione e rendendo così inutilizzata la maggior parte degli edifici, assegnò a Fertilia la riconversione in campo di concentramento per slavi, soprattutto croati. L’ulteriore capitolo nel secondo dopoguerra, quando sono stati gli esuli di Istria e Dalmazia a popolare la borgata, facendola diventare un microcosmo simile a quello catalanofono di Alghero.
Creata sul modello della città giardino di Ebenezer Howard, a firmare il progetto nello stile tipico del fascismo, con i caratteri dell'architettura razionalista del ventennio, è stato il gruppo 2Pst Concezio Petrucci, Mosè Tufaroli, Emanuele Filiberto Paolini e Riccardo Silenzi: il materiale impiegato è quella stessa trachite rosa che richiama le costruzioni di altre città di analoga fondazione quali Carbonia e Arborea. E cos’è oggi Fertilia? Una testimone del suo tempo, come piccolo centro di duemila abitanti molto simile al borgo originario: se il passato recente l’ha vista incentrata su agricoltura e pesca, adesso è in qualche modo la “porta” turistica della Sardegna grazie all’aeroporto, distante cinque chilometri dalla borgata.
Tra gli edifici che punteggiano Fertilia, distribuita lungo l’asse di via Pola che dal mare giunge alla piazza, c’è la Chiesa di San Marco progettata dall’architetto Arturo Miraglia e con all’interno il mosaico sull’altare maggiore dell’artista sardo Giuseppe Biasi. Dedicata in un primo tempo al Sacro Cuore, con l'arrivo dei coloni veneti fu associata anche a San Marco evangelista. La costruzione è iniziata l'8 marzo 1936, ma risale al 1957 il campanile alto 22 metri che si richiama ad analoghe strutture venete: la parte alta ricorda infatti il campanile della Basilica di San Marco a Venezia. E poi la scuola elementare con la sua audace architettura, il palazzo comunale con torre littoria, la casa del fascio e l’albergo; lungo i porticati, l’edificio postale, la caserma e la sede dell’ente di bonifica. La situazione tragica della seconda guerra mondiale costringe ad interrompere i lavori, che riprenderanno solo a cavallo della metà del ventesimo secolo, quando arrivano i profughi dalle terre italiane passate alla Jugoslavia.
Ma Fertilia racconta anche molto altro, che di sardo ha ben poco per la verità. Come gli influssi ferraresi rintracciabili in cognomi, dialetto e cucina, mentre i riferimenti veneti e friulani sono in vie, piazze e simboli: nel lungomare c’è una colonna commemorativa sormontata da un leone alato ‘veneziano’. Nei pressi sullo stagno di Calich, è visibile un antico ponte di origine romana ricostruito in epoca medievale che per millenni ha collegato Nurra e Bosano.
La spiaggia della borgata è Punta Negra, dal colore degli scogli che la contornano, pochi chilometri distano Le Bombarde e il Lazzaretto, le spiagge più celebri della Riviera insieme a quelle ‘cittadine’, Lido di San Giovanni e Maria Pia. Gran parte del litorale è protetto dall’area marina di Capo Caccia, le cui bellezze sono raggiungibili via mare dalla marina di Fertilia.