MOSTRA | L'alpinismo a Trieste e le donne: al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto c’è “Verso le vette”

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“Verso le vette. L’alpinismo e Trieste” è la mostra proposta al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto fino all'8 giugno 2025: curata da Anna Krekic (conservatrice del Castello di San Giusto e della Risiera di San Sabba) e Flavio Ghio (alpinista e scrittore) avvalendosi della collaborazione e della consulenza scientifica di numerosi studiosi ed esperti, l'esposizione racconta la storia dell'alpinismo a Trieste attraverso i suoi principali protagonisti, dalla fine dell’Ottocento al secondo dopoguerra e oltre.

 

(TurismoItaliaNews) Intitolata “Il K2 e Trieste”, la prima sezione della mostra è dedicata al 70° anniversario della conquista italiana della seconda montagna più alta del mondo, avvenuta il 31 luglio 1954, stesso anno del ritorno di Trieste all'Italia, nell’ambito della spedizione guidata dal friulano Ardito Desio, cui partecipò anche lo scienziato triestino Antonio Marussi, gigante della geodesia, fondatore dell’Istituto di Geodesia e Geofisica dell’Università di Trieste e per molti anni docente nell’Ateneo triestino. La storica impresa viene raccontata con l'approccio interdisiplinare e con la pluralità di linguaggi che contraddistinguono l’intera mostra. I numerosi reperti archeologici, beni naturalistici, documenti, cimeli della spedizione, fotografie, strumenti scientifici provengono dai Musei Storici, Artistici e Scientifici del Comune di Trieste, da prestatori privati e da altre istituzioni pubbliche, quali lo smaTS-Sistema Museale dell’Ateneo di Trieste, il Museo Friulano di Storia Naturale di Udine (Archivio Ardito Desio), il Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” - CAI Torino, oltre che dalle tre associazioni alpinistiche partner della mostra. Infografiche e filmati storici (Teche Rai e Cineteca di Bologna) arricchiscono il percorso espositivo.

L'alpinismo a Trieste e le donne
Dallo spunto di interesse nazionale e dal suo riverbero locale prende le mosse la seconda sezione della mostra, intitolata “L’alpinismo a Trieste” la cui storia, affascinante e molto peculiare, si svolge lungo quasi un secolo sullo sfondo delle complesse vicende di Trieste e del confine alto-adriatico. Il racconto proposto non è antologico ma si dipana attraverso alcune figure-chiave di alpinisti, scelte per le loro unicità, capacità di rappresentare un’epoca e soprattutto di imprimere delle svolte significative nel modo di interpretare e vivere l’alpinismo. Da Julius Kugy e Vladimir Dougan a Napoleone Cozzi, Emilio Comici, Guglielmo Delvecchio, Enzo Cozzolino, Bianca Di Beaco, Tiziana Weiss e molti altri, il ricco percorso espositivo si snoda attraverso opere d'arte, immagini, attrezzature alpinistiche, filmati, documenti d'archivio, cimeli, beni naturalistici, appunto provenienti dalle collezioni civiche, dalle raccolte delle tre società alpinistiche triestine che collaborano alla mostra, da varie istituzioni italiane e da numerosi prestatori privati.

Una parte della mostra, come sottolineato dalla curatrice Anna Krekic, è dedicata nello specifico alle “donne di roccia” e cioè alle molte alpiniste che hanno contribuito a scrivere la storia di questa disciplina. Multidisciplinare ed eterogeneo, il percorso offre spunti nei più vari campi, dalla botanica alla letteratura e all’arte figurativa (fra i dipinti, opere di Ugo Flumiani e Napoleone Cozzi), dalla tecnica di arrampicata alla costruzione dei rifugi e alla maestosa bellezza delle montagne, prime fra tutte le Alpi Giulie.

 

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