Rota das Catedrais, il Portogallo delle antiche cattedrali fa scoprire le eccellenze dei territori

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Eugenio Serlupini, Lisbona / Portogallo

Lisbona, Évora, Setúbal, Bragança, Miranda do Douro, Beja, Elvas. Cos’hanno in comune queste città del Portogallo? Con i loro antichi (ma non solo) edifici sacri fanno parte di una vera e propria Rota das Catedrais, ovvero una Strada delle Cattedrali che attraversa tutto il Paese e che è espressione non solo della fede dei lusitani, ma anche di un patrimonio storico, artistico e culturale di tutto rilievo. Del resto il Portogallo è una terra di chiese, culti e feste religiose che formano un itinerario da percorrere spinti dalla fede o da una spiritualità di carattere più universale, alla ricerca del sacro o di se stessi.

 

(TurismoItaliaNews) Se è vero che per la promozione turistica ogni mezzo è buono, a solleticare la curiosità sono gli otto francobolli da 0,42 euro mandati in pista dalle Poste portoghesi ad agosto 2014 e dedicati proprio alla Rota das Catedrais, terza infornata di una serie poliennale che con ventisei “dentelli” (come li chiamano gli appassionati) ha portato all’attenzione del mondo e di tanti potenziali turisti le cattedrali più belle e più antiche. Certo Fátima, capitale della pace e uno dei principali luoghi di peregrinazione mariana, è una delle più conosciute con il suo santuario, ma al di là del significato più profondo, percorrere la Strada delle cattedrali o partire alla scoperta di piccole e semplici cappelle consacrate ai santi patroni, in Portogallo può rivelarsi un viaggio edificante. E poi ci sono i cammini verso Santiago de Compostela, che ancora oggi molti seguono, ripercorrendo i passi dei pellegrini del passato.

“In fondo siamo tutti uniti dallo stesso spirito di uguaglianza nella differenza – sottolineano a Lisbona - e legati ad una causa comune che è l’ancestrale apertura verso l’altro che contraddistingue i portoghesi. Proprio perché crediamo a questo spirito, e ne siamo ispirati, accogliamo con gioia chi ci visita, qualsiasi sia il suo credo religioso”.

Lisbona, adagiata in riva al fiume Tago, è una meta vincente in Europa e tra i gioielli da proporre ai turisti, c’è anche la Sé Patriarcal de Lisboa, ovvero la cattedrale costruita al posto di una grande moschea moresca per celebrare il trionfo della cristianità sulla dominazione araba. L’aspetto complessivo, nonostante i numerosi rimaneggiamenti, è quello di una fortezza medievale, ricca all’interno di elementi romanici e gotici. Il “Tesouro” conserva le reliquie di São Vicente, il patrono della città, oltre ad un trono liturgico e ad un ostensorio d’oro (che pesa ben 17 kg) reso unico da 4120 pietre preziose. Inutile dire che il suo valore è inestimabile.


Sé Patriarcal de Lisboa è una delle otto cattedrali raffigurate sugli altrettanti nuovi francobolli portoghesi marcati 2014. Le altre sono la cattedrale di Évora (Basilica di Nostra Signora di Assunção) iniziata nel 1186; la cattedrale di Setúbal (Santa Maria da Graça) del XIII secolo; l'antica cattedrale di Bragança, completata nel 1561 e chiesa del Collegio dei Gesuiti; la cattedrale di Miranda do Douro, iniziata nel 1552, con la città elevata a sede episcopale nel 1545; la cattedrale di Beja (São Tiago) del XVI secolo; e la Cattedrale di Elvas (Chiesa di Nostra Signora di Assunção), sempre del XVI secolo.

E la Rota das Catedrais conduce inevitabilmente alla scoperte dei luoghi oltre che degli edifici sacri. Évora, dominata dalla sua imponente cattedrale, con il suo centro storico protetto da un’ampia cinta muraria è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. I Romani, che la conquistarono nel 59 avanti Cristo, l’avevano chiamata “Liberalitas Julia” mentre più tardi, diversi re del Portogallo della prima e della seconda dinastia la sceglieranno come sede della corte, arricchendola di palazzi e monumenti, soprattutto sotto i regni di Don João II e Don Manuel, tra il  XV e il XVI secolo.



Setúbal – luogo abitato fin da tempi immemorabili da Fenici e Romani che si stabilirono sulla sponda meridionale del fiume Sado – è sempre stata legata alle attività marittime, tanto da divenire, già nel XIV secolo, uno dei principali porti del Paese. Le sue eccellenze enogastronomiche oggi sono particolarmente apprezzate sull’onda di una tradizione legata alla commercializzazione di uve, vini, arance e pesce. Meritano una menzione i vini da tavola e soprattutto il Moscatel di Setúbal, che si può degustare nelle cantine della vicina Azeitão, dove si producono anche formaggi e torte da leccarsi i baffi. Da vedere ci sono anche il Convento de Jesus in stile gotico-manuelino (che ospita il Museo della città) e il Forte de São Filipe, trasformato in una pousada ottimo belvedere sulla città.


Bragança è una cittadella medievale dove è nato il Ducato di Braganza. L’imponente Torre di guardia del Castello, il Pelourinho, il palo della gogna, la Igreja de Santa Maria e la Domus Municipalis, esemplare unico di architettura civile, costituiscono il nucleo storico. La mano del re e dei vescovi si può notare nella Igreja de São Vicente, nel Museu do Abade Baçal, nella Capela da Misericórdia, nell’Igreja de Santa Clara e infine nella Sé Catedral. E la storia della città non è completa senza una visita alla secolare Igreja de Castro de Avelãs o una passeggiata al Parque Natural de Montesinho. A Bragança, che si trova nella regione nord-orientale di Trás-os-Montes, c’è tra l’altro la cattedrale più moderna, inaugurata nel 2001.


Anche Miranda do Douro è di origini antichissime, occupata prima dai Romani e più tardi, nell’VIII secolo, dagli arabi che le diedero il nome di Mir Andul. Nel XVI secolo è stata elevata a città ed è divenuta sede del Vescovado del Trás-os-Montes, entrando in una fase di prosperità durante la quale sono stati costruiti edifici grandiosi, come l'Igreja de Santa Maria Maior che per quasi due secoli ha conservato lo status di “Sé”, ovvero di cattedrale. Oggi, Miranda do Douro è famosa per il folklore variopinto e animato, come nel caso dei Pauliteiros de Miranda, che con i loro vestiti tipici eseguono la danza del palo accompagnata dal suono delle cornamuse, la cui origine risale all’occupazione celtica della regione, nell’Età del Ferro. In campo gastronomico, da non perdere la Posta mirandesa, preparata con l’eccellente carne dei bovini allevati nella regione.


Beja ha avuto un ruolo speciale nella storia: il dominio romano ha contribuito al suo sviluppo ed è qui che, nel I secolo avanti Cristo, l’imperatore Giulio Cesare ha firmato un trattato di pace con le tribù lusitane che occupavano il territorio. Il luogo cominciò pertanto ad essere chiamato Pax Julia e divenne la capitale giuridica e amministrativa. L’attuale tracciato urbano di Beja si basa sulla città romana e le porte di Évora e Mértola corrispondono agli antichi ingressi nelle mura. La crescita economica è provata dalla grande quantità di reperti archeologici rinvenuti, oggi ospitati al Museu Regional Rainha D. Leonor. Il mecenatismo reale ha lasciato tracce indelebili in alcuni monumenti che meritano una visita, in particolare il Convento da Conceição, l’Igreja da Misericórdia, il Convento de São Francisco, trasformato in pousada, l’Igreja de Santiago e l’Igreja do Pé da Cruz. Per scoprire Beja, la Região de Turismo da Planície Dourada promuove una visita guidata della città con un sistema audio e mette a disposizione biciclette per una mobilità dolce. Il momento migliore per una visita è il mese di marzo, durante l’Ovibeja, fiera in cui la produzione agricola regionale è solo un pretesto per mettere in mostra la cultura, l’etnografia e l’economia della regione.


E infine c’è Elvas, il cui simbolo (arrivando dalla strada che la collega a Estremoz) è l’Aqueduto da Amoreira. Situata vicino alla frontiera con la Spagna, è stata costruita all’interno di mura, in un sistema difensivo complesso. La cinta iniziale, del XIV secolo, è stata rinforzata nel XVII e nell’insieme la città murata forma, con il Forte de Sta Luzia e il Forte da Graça, una linea di difesa che durante le Guerre di Restaurazione (1640) ha rivestito un ruolo di grande importanza. Andando verso la Praça da República, dove si trova l’antica cattedrale, oggi Igreja de Nossa Senhora da Assunção, si passa per l’Igreja das Domínicas, dall’originale pianta ottagonale, per il pelourinho manuelino (colonna della gogna) e per la Torre Fernandina. Nel 2012 le fortificazioni di Elvas sono state classificate come patrimonio mondiale dall'Unesco.

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foto Visit Lisboa

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