Quella leggenda della pietra di mare: a Biassa, nel cuore della Liguria, l’entusiasmo di Andrea, Francesca, Luca e Nausicaa rende un borgo magico
Giovanni Bosi, Biassa / Liguria
C’è un alone di mistero intorno a quella pietra che oggi campeggia come un reperto nel cuore di Biassa. L’antico borgo collinare a due passi dalle Cinque Terre custodisce una pietra quasi perfettamente sferica che si ritiene sia il frutto dell’azione erosiva del mare in secoli e secoli di moto perpetuo. E quella pietra, praticamente una leggenda, è il cuore dell’amore di Andrea Cidale e di sua moglie Francesca proprio per Biassa, da tempo impegnati per l’affermazione turistica di questo paese di arenaria durissima. E non sono i soli...
(TurismoItaliaNews) Andrea è un entusiasta. Lo conosco da una manciata di minuti e già mi ha snocciolato una quantità impressionante di notizie sul borgo. Sembra quasi una sua creatura. Nel senso che da come si esprime, traspare chiaramente tutto il suo amore per questo paese dolcemente abbarbicato sulle colline al di là delle quali si estende maestoso il Mar Ligure nell’abbraccio del Golfo dei Poeti. Lo scenario è quello delle Cinque Terre, a un vero e proprio tiro di schioppo dai meravigliosi paesini di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare, in provincia della Spezia. Ma la vera scoperta, a fronte di borghi famosissimi nel mondo, è proprio Biassa. Sembra un presepe vivente. Un luogo senza tempo, o meglio dove il tempo sembra essersi fermato, “incastrato” fra le stradine lastricate di arenaria (sulle quali si leggono qua e là incisi i nomi di chi ha messo in opera le pietre), case secolari e scorci mozzafiato, con il golfo di La Spezia che spunta ad ogni angolo. Impossibile non innamorarsene.
E Andrea Cidale insieme a Francesca ha voluto fare leva proprio su questo: intuendo il valore del “suo” paese ha preso in mano l’immobile eredità di famiglia, tramandato di generazione in generazione, e l’ha trasformato in guest house, proprio per spingere sulla capacità ricettiva del paese. E quella pietra di mare che era annidata chissà da quanto in un tratto di muratura, è diventata la testimonial di “Pietra di Mare”, ovvero la struttura sapientemente recuperata e adeguatamente resa tecnologica, perché l’antico va bene, ma il comfort di un viaggiatore-visitatore deve essere garantito…
“Coraggioso? Beh in fondo sì – ammicca Andrea Cidale – ma ho avvertito la volontà di sostenere il rilancio di Biassa e contribuire, nel mio piccolo, all’economia del paese. Perché la vocazione turistica c’è, perché i luoghi sono bellissimi, perché possiamo diventare un nuovo baricentro nell’accoglienza delle Cinque Terre, proponendoci come meta qualificata. La Pro loco guidata dalla presidente Nausicaa Pomini del resto è molto impegnata su questo fronte”. Del resto a Biassa ci sono una serie di eccellenze: dal forno in cui si preparano ottimo pane e l’immancabile focaccia, al Ristorante del Gallese, dove si gustano tra l’altro i tradizionali panegacci, fino all’associazione “Per Tramonti” che lungo la Via dei Santuari produce per passione il vino “Cimento”, un Cinque Terre Doc dal meraviglioso colore giallo dorato, luminoso e cristallino; e un Passito frutto delle uve stese al sole. Insomma, tradizioni e passioni fanno il paio. E dunque i motivi per venire a Biassa ci sono eccome.
Ma Andrea e Francesca non sono i soli a remare per Biassa: c’è anche Luca Natale (e da queste parti il suo cognome è praticamente un bollino Igp) che insieme a sua moglie Silvia Baglioni (lei biassea d’adozione, ma altrettanto entusiasta) non perde occasione per promuoverla. Non è un caso che il regista CarloAlberto Biazzi abbia deciso di incardinare proprio qui il suo commovente film “Al di là del mare”, pronto al debutto, racconto poetico e drammatico di un bambino che perde il padre e, attraverso i racconti favolistici del nonno, riesce a trovare il coraggio di andare a cercarlo.
Territorio straordinario, si diceva. E sì: proprio qui scorre l’Alta Via del Golfo, itinerario escursionistico di elevato interesse culturale e paesaggistico che congiunge gli antichi borghi che si affacciano sul Golfo dei Poeti, tre parchi (Montemarcello Magra-Vara, Porto Venere e Cinque Terre) e i percorsi escursionistici di lunga percorrenza Sentiero Liguria e Alta Via dei Monti Liguri. Tra Biassa e Campiglia, l’Avg realizza un dislivello di circa 200 metri con un percorso però molto regolare e quasi interamente all’ombra del bosco. C’è tempo e motivazione quindi per realizzare una breve deviazione per la vetta del Monte Santa Croce dove, oltre all’eccezionale panorama, è possibile ammirare (caso unico nel Golfo) i fusti dei cannoni delle batterie antiaeree realizzate negli anni Venti, ancora lì dislocati. Si può anche utilizzare il sentiero n.504 quale variante che passa sul versante Tramonti, in mezzo ai vigneti di Schiara, piccolo nucleo a picco sul mare dove i coltivatori di Biassa costruirono le loro cantine per la preparazione dei preziosi vini.
Tra Biassa e La Foce l’Alta Via procede sulla mezza costa, sempre in vista del Goldo, aggirando così le vette maggiori, come il Verrugoli (663 metri di quota) ed il Parodi (669). E’ un antico percorso che unisce i piccoli nuclei abitati del lato occidentale del Golfo, collegati a loro volta, spesso tramite storiche scalinate lastricate, alla città: come Sant’Anna lungo la via di Maggiano e la Madonna della Guardia (punto panoramico) lungo le scalinate del Vignale. Tra Biassa e la Madonna della Guardia l’Avg transita per il cosiddetto Redemé, sentiero impegnativo da affrontare con prudenza; in alternativa si può transitare per il sentiero n.520. Dunque Biassa, l’antico paese dall’arenaria durissima. Davvero una bella scoperta in una Liguria sempre sorprendente.
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