Tivoli, la città delle chiese: a Tibur un ricco patrimonio ecclesiastico con pregevoli opere d’arte che stupiscono i visitatori

Ribattezzata “la città delle chiese”, in questa città non è mai banale andar per chiese, alla scoperta di tesori di storia, di fede e di architettura, che insegnano da secoli la resilienza e la bellezza. Questa è Tivoli, nel Lazio. Ve ne proponiamo alcune, incastonate nel centro cittadino, impreziosendo il tessuto urbano, la comunità tiburtina e la visita culturale di turisti e visitatori.
(TurismoItaliaNews) Partendo da piazza Trento si può ammirare la chiesa di S. Maria Maggiore, costruita in un’epoca in cui avvennero eventi cruciali nella storia del mondo romano, come le invasioni barbariche e la fine del governo imperiale in occidente. La struttura, rimaneggiata dopo molti secoli, presenta una facciata romanica, austera e spoglia; l’unico elemento di decorazione è un portale e un rosone tardo gotico. Gli appassionati di arte sacra non possono lasciarsi sfuggire, all’interno, un crocefisso ligneo attribuito allo scultore e architetto toscano Braccio da Montelupo, nel XV secolo, e una Madonna delle Grazie, forse dal pittore e mosaicista Jacopo Torriti, che illumina l’altare maggiore.
Percorsa via delle Missione, si raggiunge piazza dell’Annunziata dove, a pochi metri, è un’altra chiesa, San Pietro della Carità, anch’essa come la precedente edificata sui resti di una villa romana, forse quella di Quinto Cecilio Pio Metello, e poi ricostruita nel XII secolo. Di quel periodo rimangono solo due affreschi raffiguranti una crocifissione e una Madonna con Bambino con i santi Pietro e Paolo ai lati, sfuggiti ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Tutto il resto è stato restaurato nel 1950.
Da via Campitelli si arriva a piazza del Colonnato dove si trova la chiesa di S. Silvestro, in stile romanico, del XII secolo. Anche qui, nella penombra della navata, è conservato un antico tesoro, a discapito del passare del tempo, delle guerre, dell’oblio: alcuni affreschi nell’arco trionfale e nell’abside che risalgono tra le fine del XII secolo e l’inizio del seguente. Le opere, raffiguranti la leggenda dell’imperatore Costantino e di San Silvestro, affiorarono nel 1911 agli occhi meravigliati dei restauratori che stavano lavorando nella chiesa.
Continuando per via del Colle e passati sotto un arco si giunge in un androne che conduce all’antico foro, piazza del Duomo, dove “esplode” la cattedrale di San Lorenzo, che prese vita forse nel V secolo per essere completamente ricostruita nel 1650 dal cardinale Giulio Roma. Di quel periodo è il possente campanile, alto 45 metri, che domina la città. All’interno del monumento sacro, è il capolavoro della città, il Trittico del Salvatore, esposto nella seconda cappella a sinistra: una pittura su tavola del XII secolo, attribuita ai monaci benedettini di Farfa, che i tiburtini onorano con devozione ogni anno in occasione dell’Inchinata, fra il 14 e 15 agosto.
Il tesoro brilla per il rivestimento d’argento sbalzato e per il trono intarsiato di gemme, in cui è seduto il Salvatore, con S. Giovanni e la Vergine negli sportelli laterali. Da non perdere, sempre nella Cattedrale, il gruppo ligneo in cedro di Libano della Deposizione di Cristo, composto da sei statue e realizzato fra il 1220 e il 1230.
ph Archivio Comune di Tivoli
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