[ REPORTAGE ] IndustrieMuseum di Chemnitz, “cavalcata” nella produzione industriale della Sassonia per scoprire la storia dell’ingegno

Giovanni Bosi, Chemnitz, Germania
Un viaggio nell’ingegno, con grandi suggestioni. E che sia un viaggio affascinante si comprende subito appena ci si trova davanti all’imponente facciata in mattoni a faccia vista del grande complesso che un tempo accoglieva la fabbrica costruita da Hermann e Alfred Escher, nel 1907. Un luogo spettacolare che è già museo di se stesso come capolavoro di archeologia industriale, recuperato e trasformato in Museo Industriale. E una “collezione” incredibile che abbraccia di tre secoli di sviluppo economico. Ecco l'IndustrieMuseum di Chemnitz.
(TurismoItaliaNews) Lavoro, economia, sviluppo. Ma anche attitudine, perché questo ai tedeschi bisogna riconoscerlo. Così qui a Chemnitz, Capitale Europea della Cultura, si racconta una storia che parte davvero lontano, con lo sfruttamento delle risorse naturali dei vicini Monti Metalliferi. Siamo nel Land della Sassonia e quando dici industria, i nomi altisonanti sono davvero. Ex Karl-Marx-Stadt nella ex Ddr socialista, dalla riunificazione all’indomani della caduta del Muro di Berlino, questa città e il territorio circostante hanno fatto passi da gigante, non mettendo mai in secondo piano la qualità della vita.
Così quando arrivi a Chemnitz è imperdibile la visita all’Industriemuseum, una “cavalcata" che ti entusiasma alla scoperta di quel che qui hanno saputo fare, nel lontano passato come nel passato più recente. E se si la fortuna di essere accolti per la visita da Susanne Richter, responsabile commerciale del Museo, l’esplorazione ha un valore aggiunto. “Il 28 agosto 1991 è la data in cui si è deciso di istituire un museo industriale - ci spiega - questa data è considerata la nascita del Museo industriale, anche se le idee iniziali risalgono al 1827. Con impulsi sempre nuovi, la gente di Chemnitz ha cercato di realizzare la propria visione di un museo del commercio e dell'industria. A questo scopo sono impegnati soggetti provenienti da una vasta gamma di categorie professionali e si può affermare senza ombra di dubbio: il Museo industriale è un museo per la gente di Chemnitz”.
Una giusta sottolineatura, che cela anche un legittimo orgoglio. Del resto come dimenticare che qui in Sassonia è nato un autentico mito della produzione automobilistica come la Trabant. Ma c’è pure l’Audi (le cui origini ruotano intorno ad August Horch, uno dei pionieri e principali protagonisti della nascita e dello sviluppo del settore automobilistico in Europa). E persino un meraviglioso industriale che ad un certo punto proprio in questa città ha deciso di cominciare a costruire locomotive a vapore pur non avendo la sua fabbrica binari collegati alla rete delle Ferrovie Reali dello Stato Sassone… Si scoprono tante storie curiose che ti lasciano a bocca aperta. Tutto documentato con pezzi originali di grande fascino, proposti al pubblico in un percorso interattivo e coinvolgente, che spingono il visitatore a non perdersi nulla.
Facendo leva sulla moderna architettura in vetro che sposa benissimo la vecchia fabbrica tirata a lucido, il Museo racconta dunque gli inizi della storia industriale sassone fino allo sviluppo odierno. Dalle storiche macchine tessili e dal motore a vapore monocilindrico a contropressione del 1896, ancora funzionante, ai moderni robot industriali. Il museo vi invita a stupirsi e a scoprire. Le pietre miliari di tre secoli di sviluppo industriale moderano autentici capolavori tecnici. I veicoli e le macchine “Made in Saxony” fanno rivivere lo spirito innovativo e le conquiste ingegneristiche dei Sassoni. E inevitabilmente accanto alla storia della tecnica, i tesori della collezione abbracciano molti altri ambiti, come la storia sociale, economica e artistica, dall'inizio dell'epopea industriale fino ai giorni nostri.
Ma l’Industriemuseum è un luogo vivo e non solo un luogo di conservazione. Nell'anno della Capitale Europea della Cultura 2025, il Museo industriale di Chemnitz ha deciso di esaminare i rapporti con altre realtà tessili europee come Manchester, Mulhouse, Łódź, Tampere e Gabrovo. Dal 25 aprile al 16 novembre 2025 con “Tales of Transformation” verrà illustrato come Chemnitz è diventata un polo industriale nel XIX secolo e come la città si è reinventata negli ultimi decenni. Uno sguardo alle altre cosiddette “Manchester europee” spiega che Chemnitz non è l’unica ad affrontare le sfide della deindustrializzazione attraverso numerosi esempi della riconversione di ex edifici industriali e dell'ulteriore sviluppo dell'industria a Chemnitz, Gabrovo, Łódź, Manchester, Mulhouse e Tampere, e osa anche guardare al futuro.
Per saperne di più
Industriemuseum Chemnitz
Zwickauer Straße 119 - 09112 Chemnitz
saechsisches-industriemuseum.de
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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