Una pila di pietre per una foto “zen”? Il prezzo è la natura stessa: nella Norvegia artica lo “stone stacking” minaccia paesaggi fragili
Giuseppe Botti
La domanda sembra banale, ma è tutt’altro: una pila di pietre per una foto “zen”? Beh, il prezzo è la natura stessa. La Norvegia artica in pericolo: il fenomeno dei “stone stacking” minaccia paesaggi fragili. Dall’Arctic Circle Centre a Saltfjellet fino alle scogliere spettacolari di Capo Nord, il paesaggio continua a richiamare viaggiatori da tutto il mondo. Tuttavia, un gesto all’apparenza innocuo – impilare pietre per immortalare il momento – sta lasciando segni preoccupanti su un ecosistema già delicato.
(TurismoItaliaNews) La tendenza del stone stacking, rilanciata da challenge virali su TikTok e Instagram con hashtag come #stonestacking e #stonebalancing, si è intensificata negli ultimi anni. Secondo un recente report della Direzione per la Conservazione dei Parchi Nazionali della Norvegia (2025), in alcune aree protette il numero di mucchi di pietre è cresciuto del 60% rispetto al 2022. “È un gesto che nasce da un desiderio genuino di connessione con la natura, ma che purtroppo ha effetti devastanti sul terreno, sulla vegetazione artica e persino su siti culturali protetti”, spiega Kari Nystad-Rusaanes, direttrice del Nordland National Park Centre.
Un danno invisibile (ma irreversibile)
Spostare pietre, in queste regioni, non significa semplicemente “fare ordine” in natura. Le rocce spesso proteggono muschi e licheni secolari, già minacciati dai cambiamenti climatici. Inoltre, smuovere il terreno espone l’area all’erosione del vento e della pioggia artica. Non solo: alcune formazioni rocciose fanno parte di antichi insediamenti Sámi o tracciati di culto ancestrali. “Abbiamo documentato la distruzione di almeno tre siti archeologici nell’area del Finnmark dal 2023 a oggi, riconducibili proprio a interventi non autorizzati da parte dei turisti”, riferisce Roger Johansen, responsabile progetti del Northern Norway Tourist Board.
Alternative sostenibili per un viaggio memorabile
La soluzione? Smettere di “costruire” e iniziare a osservare. Quando si attraversa il Circolo Polare Artico, l’Arctic Circle Centre di Saltfjellet offre tutto ciò che un viaggiatore può desiderare: viste spettacolari sul Parco Nazionale Saltfjellet–Svartisen, mostre sulla flora e fauna locale, e persino deliziose cialde norvegesi calde.Nel Centro Nazionale del Parco di Nordland a Saltdal, i visitatori possono esplorare il patrimonio culturale della Norvegia settentrionale in modo rispettoso e informato. E proseguendo verso nord, sull’altopiano del Finnmark, si può osservare la vita delle comunità Sámi e dei branchi di renne libere, immersi in una natura incontaminata. Infine, a Capo Nord, il punto più a nord dell’Europa continentale, il vero spettacolo resta la natura stessa: il sole di mezzanotte d’estate o l’aurora boreale d’inverno. Il centro visitatori, incastonato nella roccia, è il luogo ideale per vivere queste emozioni senza lasciare tracce.
Rispetto, non souvenir
La campagna “Embrace the Journey, Leave Only Memories” lanciata nel 2025 dal Northern Norway Tourist Board è chiara: celebrare il proprio viaggio sì, ma senza modificare l’ambiente che lo rende unico. “Il modo migliore per dire ‘ce l’ho fatta fino all’Artico’? È lasciare la natura esattamente com’era. La vera magia non ha bisogno di filtri né di pietre sovrapposte”, conclude Johansen.
Per riassumere:
-io stone stacking danneggia habitat fragili e siti culturali;
-il fenomeno è aumentato del 60% dal 2022 secondo dati 2025;
-le autorità invitano a vivere l’esperienza senza alterare il paesaggio;
-i centri visitatori offrono alternative educative e coinvolgenti.
Per saperne di più su come visitare responsabilmente la Norvegia artica


