Il Timna Park e le Miniere di Re Salomone: alla scoperta del sito archeologico israeliano Riserva Naturale

Annarosa Toso, Eilat / Israele
Se capitate a Eilat e avete già visto l'acquario, il delfinario, avete fatto un bel bagno con relativo snorkeling nelle acque trasparenti del Mar Rosso e avete una mezza giornata a disposizione, allora prendete un taxi e allungatevi al Timna Park, più conosciuto come le miniere di Salomone.
(TurismoItaliaNews) Da Eilat sono circa 30 km e se sarete così fortunati da trovare un autista di taxi di origine italiana, uno dei tanti cittadini della comunità ebraica che ha lasciato il Paese natio per andare a vivere in Israele e che vi farà da guida durante il tour nel parco, la vostra giornata rimarrà tra quelle indimenticabili. Il parco è immenso – circa 60 km quadrati - e non può essere visitato a piedi.
Il nome, Timna Park, deriva dal monte Timna che domina tutta la Valle. Molti amanti del trekking si cimentano nelle scalate delle alture soprattutto per vedere il panorama dall'alto, ma l'escursione in auto con le soste davanti ai luoghi più significativi, come ai pilastri di Re Salomone o vicino l'Arco Antico, sarà quanto di meglio un turista possa desiderare. Sarete accecati dai colori e rimarrete meravigliati di quante sfumature di rosso, di rosa, di giallo e di arancione esistono. Perché i colori cambiano in continuazione, grazie sia ai riflessi della luce, che alla diversa composizione dei terreni. E sopra di voi ci sarà un cielo talmente blu, da sembrare finto o pitturato.
Tutta la Valle è di alto valore archeologico e dal 2002 tutta la zona è stata dichiarata Riserva Naturale. La storia ci racconta che le miniere furono sfruttate già dal decimo secolo avanti Cristo dagli Edomiti che la Bibbia conferma fossero nemici degli Ebrei. Ma molti popoli tra cui gli Ebrei stessi, i Nabatei, gli Arabi e successivamente i Romani, si diedero da fare per cercare ed estrarre il rame da queste miniere, attività che si è svolta fino al VII secolo dopo Cristo. Ovviamente, oggi, ogni scavo minerario è stata sospeso, mentre viceversa, continuano le ricerche archeologiche per stabilire nel dettaglio effettivamente quanti popoli in passato abbiano sfruttato le miniere di rame e abbiano lasciato nel parco le loro tracce.
Una delle più belle formazioni rocciose è in pietra arenaria ed è conosciuta come il fungo grazie alla sue forme che ci ricordano un fungo gigante. Su molte pareti rocciose troviamo incisi disegni di animali, per lo più serpenti, cane e struzzi, ma anche figure di soldati egizi. Secondo lo studioso Erez Ben Yosef dell'ateneo di Tel Aviv è sicuro che al tempo di Re Salomone le miniere erano sfruttate alla ricerca del prezioso metallo, ma che altrettanti popoli, come gli egiziani, non solo abbiano scavato, ma abbiano lasciato qui elementi che lo confermino. Difatti è stato rinvenuto un piccolo tempio egizio dedicato alla dea delle miniere Hathor. Ed è per questo che all'ingresso del parco si trovano statue colorate che rappresentano gli egizi. Statue, che ci avevano meravigliato, ma poi, conoscendo la storia della loro presenza, ne abbiamo compreso il significato.
I colori, dicevamo, sono sono quelli del deserto, della sabbia che cambia sfumatura a seconda di dove batte il sole. In un punto del parco è stato realizzata un'oasi con tanto di verde, laghetto, un punto vendite e di ristoro. Anche noi ne usufruiamo come tutti e ci portiamo a casa una bottiglietta di vetro, omaggio del parco, riempita al momento con la terra di diversi colori, come ricordo di una giornata super. Una serie di eventi sono programmati per la prossima estate, soprattutto in notturna. In calendario il 12 agosto “La Notte delle Stelle al Timna”. A novembre, un grande evento legato allo yoga.
fotoservizio di Annarosa Toso