Tra antico e moderno: due ponti della Croazia parlano di storia, tradizioni e tecnologie avanzate
Eugenio Serlupini, Dubrovnik / Croazia
Quanta storia raccontano le strade? Quelle dei territori che attraversano, dei personaggi che le hanno voluto, dei luoghi che collegano. Ma anche delle strutture che si sono rese necessarie per bypassare gli ostacoli sul terreno, come ad esempio i ponti. In Croazia ce ne sono di antichissimi, ma anche di moderni e tecnologicamente avanzati, a dimostrazione di come l’ingegno umano sa trovare soluzioni sempre più arditi. E dove c’è un ponte, spesso c’è anche un fiume. In questo caso quello che sarebbe nientemeno che il più corto del mondo: appena 30 metri.
(TurismoItaliaNews) A Novigrad na Dobri, villaggio nella contea di Karlovac, c’è un antico ponte di pietra che costituisce una vera e propria attrazione. Realizzato per scavalcare il fiume Dobra, si trova a poca distanza dal castello costruito su una collina all’inizio del XVI secolo ed era di proprietà delle famiglie Frankopan, Zrinski e Patacic. La strada che si percorre è quella costruita fra il 1725 e il 1738, intitolata allimperatore all’epoca regnante Carlo IV, resasi necessaria all’indomani della guerra di successione spagnola e della guerra contro l’impero ottomano per risollevare l’economia e il commercio nell’area dell’attuale Croazia mettendo in collegamento la Pannonia e la zona costiera attraverso la zona montuosa di Gorski kotar, in particolare da Karlovac attraverso Novigrad na Dobri, Delnice e Javornik fino al porto di Kraljevica. La strada è lunga circa 108 km e i costi sostenuti 70.000 fiorini dell’epoca, inclusi fiumi e dislivelli da superare con ponti in legno o in pietra.
E’ stato il progetto curato da Matija Antun Weiss (1661 - 1738) designer e costruttore della Via Augusta, oggi nota come Karolinska cesta, a regalare a Novigrad na Dobri quel Ponte di pietra che in questo 2018 la Croazia ha deciso di mettere in vetrina tramutandolo in un francobollo a marchio Europa nell’ambito delle emissioni a tema congiunto deciso da PostEurop, ovvero i ponti.
Il Kamini Most, come si chiama in croato, è lungo 114,5 metri, largo 5,8 e attraversa il fiume con 10 archi semicircolari con una campata di 4,9 metri. Le colonne sono massicce, armoniosamente modellate con estensioni pronunciate. I parapetti sono in pietra: 50 centimetri di larghezza e con altezza da 60 a 75 centimetri. Il profilo del ponte è convesso, con il punto più alto nel mezzo della struttura, posizionata perpendicolarmente al flusso del fiume. È interessante notare che, secondo alcuni resoconti, i proprietari del castello e le proprietà circostanti hanno dovuto finanziare la costruzione del ponte anche se la strada era stata pagata dalla corte viennese. Di fatto il ponte è un monumento prezioso per l’abilità dimostrata nella costruzione ed è in condizioni relativamente buone considerando che ha più di 250 anni. Per questo è un monumento culturale protetto. Può essere raggiunto da un'uscita sulla tangenziale Zagabria - Rijeka 1 allo svincolo di Novigrad e poi da mediante la strada locale che porta a Novigrad na Dobri.
C’è un altro ponte ad aver ottenuto la vetrina mondiale in questo 2018 con un secondo francobollo: è il Most Franje Tudmana a Dubrovnik, ovvero un modernissimo ponte intitolato al primo presidente croato Tudman. Siamo nella di Rijeka Dubrovaçka, che si estende per 6 km a nord-ovest di Dubrovnik, l’antica “Ragusa di Dalmazia”, perla dell’Adriatico che affascina i visitatori per la sua storia turbolenta da cui è rinata con splendore e per la sua elegante bellezza. E qui c’è il piccolo fiume Omble, il più corto del mondo secondo alcune fonti perché a soli 30 metri dalla sorgente sfocia nella baia sull’Adriatico con la sua prima sezione. Nella parte terminale c’è il grande ponte che ha ridotto la distanza da Spalato a Dubrovnik di oltre 10 km sulla Statale 8: la sua forma e la soluzione costruttiva - un pilone con un ponte strallato - è la prima e unica struttura del genere costruita in Croazia. In termini di spazio e tempo, il ponte è una struttura moderna che si contrappone alle antiche fortezze, alle mura e ai ponti di Dubrovnik.
La sua costruzione è iniziata nel 1989 ma poi interrotta a causa della guerra dei Balcani, per riprendere nel 1999 secondo il progetto di Zlatko Savour della Facoltà di architettura dell'Università di Zagabria. L’idea originale prevedeva una sovrastruttura in acciaio, poi parzialmente sostituita nella parte ovest con una struttura in cemento precompresso. I duecentottanta metri di larghezza della baia di Rijeka Dubrovacka sono stati superati con un ponte sospeso la cui campata principale è di 304 metri, con viadotti laterali di 87,35 metri sul lato di Spalato e 80,7 metri sul lato di Dubrovnik. Il costo complessivo è stato di circa 31,5 milioni.