[ REPORTAGE ] Freiberg, la culla d’argento della Sassonia sfodera la ricchezza dei secoli d’oro: oggi è un viaggio nel tempo

Giovanni Bosi, Freiberg / Germania
La sua fama la precede nel mondo, perché per secoli il suo nome è stato sinonimo di ricchezza. E a ben guardare lo è tuttora. Eppure solo arrivando qui puoi renderti conto di come una piccola città possa custodire così tanta meraviglia. Ecco Freiberg, la culla d’argento della Sassonia, che ti accoglie e ti avvolge con la sua storia potente e il fascino di un passato che pulsa ancora tra le sue vie acciottolate. Passeggiando tra i suoi scorci antichi, sembra quasi di avvertire ancora il tintinnio dei primi picconi che - era il 1186 - scoprirono i filoni d’argento che avrebbero cambiato il destino di questo territorio.
(TurismoItaliaNews) È da qui che tutto è cominciato. L’argento di Freiberg ha reso grande la Sassonia, le ha donato indipendenza, prestigio e una fiorente comunità mineraria. Ancora oggi, respirando l’aria che profuma di storia e tradizione, ci si sente parte di qualcosa di grande. “Glück auf”: è così che si salutano ancora oggi gli abitanti di questo antico borgo. Un tempo era un modo di dire associato alla speranza di ricchi ritrovamenti d’argento e di un felice ritorno dalle profondità della montagna. Un saluto benaugurante insomma. Adesso il saluto racconta l’orgoglio dei cittadini e il loro amore per la città d’argento della Germania, la cui origine risale intorno all’anno 1170. Il suo volto è segnato dalla ricchezza e dallo splendore portati da oltre 800 anni di estrazione dell’argento. Ricchezza e bellezza che si ritrovano negli oltre 500 edifici in stile tardo medievale che punteggiano il centro storico, il cui recupero è iniziato soltanto dopo la riunificazione delle due Germanie. Con la Ddr tutto era caduto nell’oblio…
Così, ogni angolo di Freiberg ha qualcosa da sussurrare: le sue piazze, i palazzi dei ricchi minatori, le chiese cariche di mistero, la cappella sepolcrale degli Elettori, decorata con colori vibranti che sfidano il tempo; i tetti "cigliati" con quegli abbaini a forma di occhi che sembrano strizzare l'occhiolino al visitatore… È un luogo che ti parla piano, ma lascia il segno. Una visita slow, perdendosi nel dedalo di stradine del cuore antico, fa subito intuire che Freiberg non è solo una meta, è un viaggio nel tempo. Fino a trovarsi davanti all’incanto della cattedrale di Santa Maria, l’edificio sacro medievale per eccellenza, centro della fede vissuta dalla congregazione evangelica. Nata come basilica romanica nel 1180, nel tempo ha subìto modifiche assumendo all’inizio del XVI secolo un’immagine tardo-gotica che oggi caratterizza lo skyline della città.
L’interno riserva una serie di tesori artistici, come l’insolito pulpito “a tulipano” di Hans Witten, una delle opere di fantasia del tardo gotico più famose dell’arte tedesca; la già citata cappella sepolcrale degli Elettori, la più importante cappella votiva della Sassonia; e naturalmente l’organo monumentale di Gottfried Silbermann, un capolavoro scolpito nel metallo e nella musica. Ma di certo l’attrazione principale ci conferma la cosiddetta “Porta d’Oro”, straordinaria opera d’arte tardo romanica di fama europea che faceva parte della precedente chiesa gotica costruita fra il 1484 e il 1512. E’ stata la potenza dei colori ormai perduta a fargli guadagnare il nome di gulden thure, la cui prima attestazione risale al 1524. “Come una Bibbia aperta, rappresenta un esempio di arte tardo romanica; ma soprattutto una testimonianza della fede cristiana – spiegano gli storici dell’arte - nel timpano il tema è l’Epifania, l’apparizione del Signore in questo mondo attraverso la Vergine Maria. Le otto figure sui pannelli destro e sinistro hanno una relazione simbolica con il tema: Aronne e Daniele, Davide e Betsabea, re Salomone e la regina di Saba, nonché Giovanni Battista e Giovanni Evangelista”.
E poi l’Accademia Mineraria! Fondata nel 1765, la più antica al mondo nel suo genere: un tempio della scienza e della conoscenza. Le collezioni di minerali, affascinanti come gioielli grezzi, raccontano l’epoca in cui Freiberg era il cuore pulsante dell’Europa mineraria. Al Castello Freudenstein la mostra conserva qualcosa come oltre 80.000 esemplari di minerali provenienti da tutto il mondo e perfino dalle profondità dello spazio, con molti dei reperti che sono estremamente rari o addirittura unici. Secondo gli storici, se non fosse stata per Freiberg la storia della Sassonia sarebbe stata ben altra…
Insomma tanto da vedere. Ma con una particolarità: questo borgo della Sassonia è un luogo che non si mostra tutto subito, ma che conquista passo dopo passo, svelando meraviglie nascoste dietro ogni angolo: un portale dorato, un organo che canta, un’antica fonderia che oggi risuona di voci curiose. E sì: Freiberg non è solo una meta, è una scoperta luminosa. Siete pronti a lasciarvi sedurre dal suono dell’argento?
Per saperne di più
www.freiberg.de/en
www.sassoniaturismo.it
www.germany.travel/en
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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