Nel sottosuolo di Castiglione in Teverina viaggio sorprendente dentro il museo del vino più grande d’Europa: ecco il Muvis

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Giovanni Bosi, Castiglione in Teverina / Lazio

A Castiglione in Teverina, piccolo borgo sospeso tra il Tevere e il lago di Bolsena, nella Tuscia viterbese, un luogo è capace di trasformare una semplice visita in un’immersione totale nella storia, nella cultura e nell’anima produttiva di una comunità: il Muvis – Museo del Vino e delle Scienze Agroalimentari, il più grande museo europeo dedicato al vino. Un colosso museale che si sviluppa dentro l’imponente complesso produttivo dei Conti Vaselli, un tempo cuore pulsante dell’enologia della Teverina e oggi straordinario contenitore culturale.

 

(TurismoItaliaNews) Con l’arrivo dell’autunno, il Muvis diventa ancora più vivo: visite guidate, eventi, spettacoli musicali e rappresentazioni teatrali arricchiscono un percorso già di per sé suggestivo, capace di sorprendere sia i viaggiatori che gli appassionati di storia e tradizioni.

Nel sottosuolo di Castiglione in Teverina viaggio sorprendente dentro il museo del vino più grande d’Europa: ecco il Muvis

Nel sottosuolo di Castiglione in Teverina viaggio sorprendente dentro il museo del vino più grande d’Europa: ecco il Muvis

Il Muvis non è un museo da visitare: è un museo da esplorare

I numeri parlano da soli: 2.000 metri quadrati di spazi espositivi, cinque piani di cui quattro sotterranei e un percorso che supera i 3.000 metri quadrati. Una discesa nella collina che conduce nel ventre della storia agricola della Teverina, fino a raggiungere il livello -4, dove si apre la spettacolare “Cattedrale”, un ambiente monumentale che custodisce le botti antiche più grandi d’Italia, con diametri che superano i tre metri. L’atmosfera, fatta di silenzi, luci soffuse e legni imponenti, restituisce l’emozione di un luogo dove, per decenni, il vino è stato atteso, curato, perfezionato.

Le Cantine Vaselli: quando un sogno diventa impresa internazionale

È impossibile parlare del Muvis senza evocare la figura del Conte Romolo Vaselli (1898–1967), l’imprenditore che nel 1942 acquistò il complesso dal conte Luigi Vannicelli Casoni e lo trasformò in una delle realtà enologiche più dinamiche del secondo dopoguerra. Dalle profondità di Castiglione in Teverina partivano bottiglie dirette in tutto il mondo: Orvieto Classico Doc Vaselli, Sangiovese Santa Giulia, spumanti e vermouth apprezzati da un mercato internazionale in crescita. Vaselli non solo rese celebre il nome della Teverina, ma contribuì a modernizzare tecniche e processi produttivi. Tra queste mura ha mosso i suoi primi passi anche il giovane Riccardo Cotarella, oggi uno dei più noti enologi italiani.

Nel sottosuolo di Castiglione in Teverina viaggio sorprendente dentro il museo del vino più grande d’Europa: ecco il Muvis

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Un allestimento che racconta con emozione

Ciò che rende il Muvis unico è la sua capacità di coinvolgere. Non è un museo che si osserva: è un museo che si vive. L’allestimento, pensato con un approccio scenografico e immersivo, comprende strumenti agricoli originali, macchinari storici, fotografie e gigantografie, video e racconti orali, installazioni che ricostruiscono ambienti e gesti del lavoro contadino. L’esperienza diventa così un viaggio emozionale nella memoria collettiva di un territorio, attraverso ciò che il vino rappresenta: storia, cultura, economia, identità.

Cultura e forma del vino

“Il vino è un potentissimo produttore-creatore di immagini” sottolinea la guida che ci conduce alla scoperta della cantina-museo. Proprio nel vino hanno trovato ispirazione filosofi e medici, poeti e artisti, romanzieri e drammaturghi, scienziati e tecnici. Al Muvis si vuol dunque tentare una sintesi dell’immaginario evocato ed evocabile dal vino in un gioco di rispecchiamenti, di colori, di trasparenze. I contenitori del vino sono tanti, sono diversi. Il vino sceglie le sue forme, si modella, ma non è mai fermo, non è immobilizzabile. Il vino crea e ricrea continuamente l’immaginario.

Nel sottosuolo di Castiglione in Teverina viaggio sorprendente dentro il museo del vino più grande d’Europa: ecco il Muvis

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Il vino, legame dell’uomo al suo territorio

Il percorso del vino attraversa infiniti aspetti della sapienza umana mettendo insieme i momenti del lavoro, dello studio così come quelli dei riti collettivi e delle espressioni più intense della creatività. C’è il momento della coltivazione che mette a dura prova la pazienza di chi sceglie il luogo e il vitigno più adatto; c’è la vendemmia che avvia il frutto della terra ad una trasformazione in cui ogni gesto deve rispondere ad un preciso ordine per assicurare la maturazione del prezioso succo. Oggi intervengono in questo processo macchine moderne e conoscenze scientifiche ma c’è una verità che nessun progresso riuscirà a modificare: il potere del vino di legare l’uomo al suo territorio; un vero e proprio patto che ha segnato il momento in cui all’antico nomadismo si sostituirono le civiltà stanziali.

Le sale tematiche: un percorso coinvolgente

La visita inizia con il racconto delle Cantine Vaselli, tra documenti, immagini e prime suggestioni sul ruolo del vino nella storia del borgo. Nella Sala dei Riflessi e delle Trasparenze viene sollecitata una riflessione sulle forme, i colori e l’immaginario del vino nell’arte e nella vita delle persone, un percorso visivo che accompagna alle radici culturali della viticoltura. La Sala della Mappa offre una panoramica sospesa sulla Valle del Tevere: il visitatore si “solleva” idealmente sul territorio, confrontando vitigni locali con realtà regionali e nazionali. Qui si ammirano anche le antiche vasche in cemento, autentici reperti di archeologia industriale. La Sala della Memoria è forse la più evocativa: si cammina letteralmente dentro le vasche vinarie, tagliate per consentire il passaggio. Luci soffuse e silenzio accompagnano in un percorso che sembra materializzare la memoria stessa del vino.

La Sala delle Spedizioni è il luogo in cui il vino, completato il suo ciclo, incontrava il mondo. Macchinari dell’imbottigliamento, strumenti di laboratorio, etichette, manifesti pubblicitari: tutto contribuisce a restituire l’atmosfera di un’impresa moderna e proiettata verso l’esterno. La Cantina Storica è un ambiente prezioso, popolato da botti bordolesi, tini e una riserva di bottiglie custodita un tempo dietro una grata. È la parte più intima del complesso, dove maturavano i vini più pregiati. La Cattedrale è il gran finale: un corridoio curvilineo, una discesa lenta, la penombra… poi l’apertura improvvisa di uno spazio monumentale. Le grandi botti, alte tre metri e mezzo, disegnano un ambiente unico, quasi sacro nella sua solennità. Un luogo che da solo vale la visita.

Nel sottosuolo di Castiglione in Teverina viaggio sorprendente dentro il museo del vino più grande d’Europa: ecco il Muvis

Nel sottosuolo di Castiglione in Teverina viaggio sorprendente dentro il museo del vino più grande d’Europa: ecco il Muvis

Un museo che guarda al futuro

Il Muvis non è soltanto un percorso di memoria: è un progetto culturale strategico per la valorizzazione del territorio della Teverina. Inserito nella rete dei musei demoetnoantropologici del Lazio e nella Associazione Nazionale Città del Vino, nasce come volano di sviluppo culturale, turistico ed enogastronomico. Castiglione in Teverina, attraversata dalla Strada del Vino della Teverina, trova proprio nel Muvis un punto di riferimento per chi desidera conoscere la storia, il paesaggio e le tradizioni della viticoltura locale.

Visitare il Muvis: un’esperienza da mettere in agenda

Autunno e inverno sono stagioni perfette per scoprire questo luogo sorprendente, impreziosito da eventi speciali, degustazioni, spettacoli e iniziative culturali che amplificano il valore del percorso sotterraneo.

Nel sottosuolo di Castiglione in Teverina viaggio sorprendente dentro il museo del vino più grande d’Europa: ecco il Muvis

Nel sottosuolo di Castiglione in Teverina viaggio sorprendente dentro il museo del vino più grande d’Europa: ecco il Muvis (foto Muvis)

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