A spasso per Delhi con il tuk tuk: sulle strade della chiassosa metropoli da 20 milioni di persone

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Giovanni Bosi, Delhi / India

Venti milioni di abitanti non sono uno scherzo. Basta muoversi per le strade di Delhi per rendersene conto. La colorata e chiassosa metropoli capitale dell’India negli ultimi cinque anni ha fatto passi da gigante per migliorare la mobilità urbana e rendere più fluida e alternativa la circolazione motorizzata al pari delle persone. Mettersi in auto durante il giorno, lungo qualsiasi arteria della città, è come scoprire che quei venti milioni di persone si sono messi in movimento tutti insieme, contemporaneamente.

 

(TurismoItaliaNews) Clacson che strombazzano all’impazzata, “frecce umane” che stendono il braccio sporgendosi dal finestrino per segnalare che il proprio veicolo sta per girare a sinistra, veicoli di ogni genere che si incastrano e disincastrano con la stessa abilità con cui un campione manipola il cubo magico di Rubik. Tutto questo è anche Delhi: crogiuolo di culture e religioni, ma anche un pout purri di persone che si muovono senza sosta nell’immensità della città, ormai sempre più protesa in altezza dopo essersi allargata a dismisura in lunghezza e larghezza. E pure sotto terra: la metropolitana unisce con più linee la capitale alle città satellite di Gurgaon, Noida, Faridabad e Ghaziabad della National Capital Region dell’India ed oggi è tra i più grandi sistemi del mondo sia in termini di lunghezza che numero di stazioni. E si continua a costruire per ampliare il numero delle linee, insieme al nuovissimo sistema sopraelevato auto/metro che punta a raddoppiare le possibilità di comunicazione.

Tantissimi continuano a spostarsi in autobus sovraccarichi e a scegliere quello straordinario mezzo che è il tuk tuk, l’auto-risciò che si ritrova anche in altri Paesi asiatici come Cina, Sri Lanka, Thailandia, Bangladesh e che assomiglia moltissimo all’italiano Piaggio Ape Calessino (anzi, in molti casi è proprio l’Ape). Compiere un viaggio a bordo di un tuk tuk è un’autentica avventura da provare: brivido e divertimento si alternano nel guardare l’abilità e l’incoscienza con cui gli indiani guidano, suonando ma mai guardandosi in cagnesco se l’uno taglia la strada all’altro. L’importante è muoversi, fare presto. E il bello è che strada facendo si cambiano compagni di viaggio, perché se è vero che l’autorikshaw viaggia verso una meta prestabilita (il prezzo è in genere 4 euro ogni 20 km) lungo il percorso si sale, si chiede conferma del tragitto, si scende al momento giusto e si paga il conducente del ciclo a tre ruote, sul quale si dovrebbe viaggiare in cinque (autista compreso) ma dove si può arrivare anche in otto persone. Uno spasso, provatelo quando sarete in India!

La necessità per le autorità municipali di Delhi di dare una svolta alla mobilità è stata accentuata dall’assegnazione nel 2010 dei XIX Giochi del Commonwealth, evento sportivo di grande rilievo che ha imposto consistenti investimenti nel sistema infrastrutturale. Di fatto le distanze qui, in città come negli Stati della federazione - non si calcolano in km o ore perché l'imprevisto è sempre in agguato, a partire proprio dal traffico caotico, con code, ingorghi, semafori, fermate ad un passaggio a livello in attesa di un treno che sembra non arrivare mai, oppure per una vacca sacra che lentamente e quasi indispettita dai veicoli che le sfrecciano accanto (con il massimo rispetto, beninteso) attraversa la strada.

Tantissimi anche i tradizionali risciò a pedali, le biciclette e le moto, sulle quali tutti (o quasi) viaggiano con il casco indossato e su cui può capitare anche di vedere un'intera famiglia di 4 persone che viaggia. Dopo i casi di violenza sulle donne verificatisi nella capitale, a Delhi è entrata in vigore una legge che vieta i vetri oscurati sui veicoli e di tenere le tendine chiuse sugli autubus (che devono essere completamente sollevate) per consentire di vedere dall’esterno chi e cosa viaggia all’interno. E se a Delhi è così, non sono da meno Mumbai (l’ex Bombay) dove gli abitanti sono 25 milioni di abitanti, oppure a Calcutta, 22. La città del Qutub Minar a ben guardare è solo la terza metropoli del sub-continente.

Anche tutto questo è una delle tante sfaccettature dell’Incredible India che sorprende e si lascia amare con i suoi colori, i suoi rumori, il suo immenso patrimonio umano ed artistico. Da vivere assolutamente. Namastè!

 

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