Con la slitta e sei magnifici cani nella notte artica: in Norvegia come esploratori estremi per un’avventura senza tempo
Giovanni Bosi, Tromsø / Norvegia
Potete sentirvi come Jack London, o magari come i grandi esploratori del calibro di Knud Rasmussen (il padre dell’eskimologia), Helge Ingstad o Helmer Hanssen. Condurre una slitta trainata da sei splendidi cani sulla neve attraverso la Tamok Valley, in un paesaggio dominato dalla foresta disabitata e circondati da montagne maestose, è un’esperienza straordinaria che almeno una volta nella vita si deve provare. Noi l’abbiamo fatto in Norvegia, partendo da Camp Tamok, ad una novantina di chilometri a sud-est della città artica di Tromsø.
(TurismoItaliaNews) I cani trottano leggeri sulla pista tracciata nel manto bianco immacolato trainando la lunga slitta, tra il turbinio della neve che fiocca e delle luci a led che i conduttori delle altre slitte hanno applicato sulla loro fronte. Tutt’intorno il buio della notte artica è totale e ogni tanto, col cielo sereno, balena l’aurora boreale facendosi spazio in un cielo stellato senza paragoni.
Sembra di essere in un sogno, magari in un film che racconta l’epopea degli esploratori artici piuttosto che le avventure di viaggiatori estremi. Invece succede normalmente nel nord della Norvegia, all’interno del Circolo Polare Artico ed è una delle numerose, emozionanti esperienze che si possono vivere visitando Tromsø, “la moderna città nella regione artica dove natura e cultura vanno di pari passo” ci dice Elisabeth Ones, direttore di Tourism Innovation Norway a Milano. Infatti Tromsø (a 350 chilometri a nord del Circolo Polare) è ritenuta la destinazione popolare per eccellenza dai tantissimi che vogliono vedere l’aurora boreale, con una stagione che va da settembre a marzo. O magari il sole di mezzanotte che splende nei cieli dal 20 maggio al 20 luglio. Ambientazioni diverse per partecipare a varie attività tutto il giorno.
E quella del dog sledding (con la variante delle renne) è a dir poco emozionante. Lyngsfjord Adventure propone attività all’aperto a Camp Tamok di Øverbygd, che si raggiunge dal centro di Tromso ogni giorno con circa un’ora e mezzo di bus navetta messo a disposizione dall’operatore. Un viaggio che si rivela già di per sé interessante, in uno scenario suggestivo che si snoda lungo la costa merlettata dei fiordi, a due passi dal confine fra Norvegia, Svezia e Finlandia. Una volta arrivata a Camp Tamok nella omonima Valley, giusto il tempo di orientarsi e di notare le tradizionali lavvus circolari - le tende dei pastori nomadi Sami (le usavano per seguire le migrazioni delle loro mandrie di renne) al cui interno balena il chiarore del focolare posto al centro - perché è già tempo di vestirsi adeguatamente con le pesanti tute e i moon boot messi a disposizione dei novelli esploratori per affrontare adeguatamente il freddo artico della notte.
Poi è il momento dell’approccio con la propria slitta e soprattutto con loro, i cani, gli autentici protagonisti, compagni con cui condividere l’escursione. Loro – in genere 5 o 6 - si girano a guardarti e si capisce che ti stanno studiando. Scalpitano e si capisce che sono pronti per l’azione, abbaiano ma si comprende che lo fanno in modo molto amichevole. Sì, perché tra loro e te conduttore musher si stabilisce un feeling che solo provandolo si capisce davvero. Infatti i cani trainano e davanti sulla sinistra c’è il cane capo-muta, ma il conduttore della slitta ha il suo ruolo e la sua responsabilità. Per avviare la marcia è infatti lui a spingere, determinando una condizione di “lentezza” del cavo di traino a cui sono collegati i cani che li induce a cominciare il trotto (ma non la corsa forsennata). E ogni qualvolta lungo il percorso si presenta una salita, pur leggera che sia, il musher deve cominciare a spingere con un piede o con tutti e due se necessario, prima di riposizionarsi sui pattini della slitta. Il concetto è quello che non si deve far affaticare gli animali. E la sensazione più strana è quando il capo-muta si volta indietro a guardarti, segnalando con lo sguardo la necessità che tu musher ti dia da fare con i piedi. A quei cani manca soltanto la parola.
Sulla slitta si va in coppia: uno conduce e l’altro è il passeggero, seduto nella parte anteriore; in genere a metà percorso avviene il cambio in modo da dare la possibilità ad entrambi di condurre. I sentieri nella Vass Valley che si seguono hanno una distanza totale di circa 10-12 km e si resta sulla slitta per circa 1,5-2 ore; alla fine del percorso si ritorna a Camp Tamok, dove in una lavvu sono a disposizione degli esploratori thé e caffè bollente e un’ottima zuppa al salmone che rigenera. Gustata davanti al fuoco che danza al centro della tenda circolare, è un’esperienza che non ha prezzo. A Camp Tamok si può anche dormire negli chalet di legno e si possono provare anche altre esperienze, come un safari in motoslitta oppure ciaspolare, ammirare l’aurora boreale o ancora pescare nel lago ghiacciato dopo avervi praticato il classico buco. Le avventure sono disponibili dal 15 novembre alla fine di marzo.
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Per saperne di più
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