Oman, fra modernità e continuità la sua vera identità è il territorio: è la sua voce e il suo strumento

Margherita Moretti, Muscat / Oman
Torno a Roma in un caldo pomeriggio di fine aprile, un caldo profumato, con un cielo limpido e di un celeste palpabile, qualcuno potrebbe dire che io più di altri a quel caldo sono abituata perché ho trascorso gli ultimi giorni in Oman, ma non è così. L'Oman, Paese del Golfo arabo, è famoso negli ultimi anni per il progresso crescente e il turismo dilagante. Se volessi riassumerlo, userei sicuramente le tradizionali definizioni di modernità e continuità.
(TurismoItaliaNews) L’Oman vuole essere un Paese moderno, palesemente ispirato a quella modernità che i vicini di casa negli ultimi decenni hanno non solo conquistato, ma consolidato, penso agli Emirati Arabi e all'Arabia Saudita. L'identità dell'Oman risiede però nel suo territorio, che è poi la sua voce e il suo strumento. Se si passa del tempo in questo Paese non si possono non ricordare le sue montagne e i canyon e insieme i loro colori grigio e ocra. Per gli amanti della montagna la vetta omanita è certo diversa da quella progressione nel verde tipica dell’Appennino, in cui le diversità del paesaggio che pur si attraversano, sono tutte a colori.
Anche l'Oman conosce il colore verde, quello dei suoi Wadi, delle acque in cui nuotare e delle palme sotto cui ripararsi. Il Wadi rispecchia forse l'anima più misteriosa di questo paese, quella della conquista e della scoperta, Wadi Shab e Bimmah Sinkhole non si mostrano facilmente, si deve camminare, attraversare corsi d'acqua, arrampicarsi, per poi immergersi in acque cristalline e in grotte prepotenti. Il Wadi rimane la parentesi a colori di questo territorio che solo all'apparenza sembra essere identico, ma che un occhio attento definirebbe di cangiante interesse.
In questo viaggio si possono ammirare tantissimi delfini, centinaia di delfini e tartarughe marine in un oceano di bellezze. Le sue acque evocano l'Oceano Indiano, la costa africana di Zanzibar a cui l'Oman è legato per ragioni storiche e politiche, luogo di incontro del Mar Arabico con il Golfo persico. Non so se l'Oman vincerà la sua sfida più grande, quella di saper contemperare tradizione e innovazione, una cosa è certa: Masquat, con le sue moschee, il suk, il porto, il lungomare e un moderno museo nazionale e Nizwa, il Forte di Bahla, Al Hamra, Jebel Shams e Sur vanno ammirate, vissute, si deve dormire in una casa omanita, curiosare nei sistemi di irrigazione, Aflaj, opere di altissima ingegneria, trovare riparo tra le mura dei forti, stupende dimore del passato e assaggiare la speziata e colta cucina araba.
I miei ricordi non possono non volare sul tappeto di stelle delle notti nel deserto, scaldarsi con il tè dei beduini e provare adrenalina tra le dune con le Jeep. Il deserto mette paura perché li non sai se le tue idee troveranno ordine o si perderanno per sempre. L’Oman mi ha insegnato che il passato non si può cancellare nemmeno quando riscrivi il tuo futuro, devi solo rispettarlo, ricordarlo e farlo tuo, ciascuno a suo modo.
Ringrazio, come sempre i miei compagni di viaggio e di avventura, i miei driver e gli amici vecchi e nuovi per avermi accompagnata con il sorriso della scoperta e della condivisione.