Ti ammalia per la sua imponenza e la raffinatezza dei dettagli: ecco l’Arco Etrusco, il monumento simbolo di Perugia

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Giovanni Bosi, Perugia / Umbria

E’ uno dei simboli indiscussi di Perugia, al pari della duecentesca Fontana Maggiore in piazza IV Novembre o del Palazzo dei Priori. L’Arco Etrusco ti ammalia per la sua imponenza, la maestosità dei grandi blocchi di travertino e la raffinatezza degli dettagli architettonici, sia quelli originali che quelli aggiunti nel corso dei secoli. E’ uno dei tasselli della storia del capoluogo umbro, di cui si scoprono testimonianze e indizi ad ogni angolo dell’acropoli. Ecco perché visitare la Città del grifo è sempre sorprendente…

 

(TurismoItaliaNews) Trovarsi a Perugia in una tranquilla domenica d’agosto, quando tutti (o quasi) sono in fuga verso il mare o il vicino lago Trasimeno, significa impossessarsi della città e godersela. Traffico zero, poca gente per strada, se non turisti altrettanto incuriositi, e la possibilità di apprezzare tutti quei dettagli – e sono tantissimi – che affollano ogni angolo, ogni facciata di palazzo, ogni vicoletto del centro storico di questo straordinario centro umbro. Del resto, dici Perugia e dici Etruschi. Ma dici anche possenti mura e porte, perché da buona città murata ancora oggi si possono contemplare tutte quei passaggi fortificati attraverso i quali un tempo avveniva necessariamente il transito di persone e merci dirette nel cuore dell’acropoli. E i cui nomi ci tramandano notizie storiche o dettagli curiosi.

La Fontana Maggiore di Perugia

Il portale del Palazzo dei Priori a Perugia

Dall’Arco della Mandorla di Porta Eburnea al Cassero di Porta Sant’Angelo, dalla Porta Cornea (o di Sant’Ercolano) a Porta San Pietro, dalla Porta della Madonna della Luce (Porta Trasimena) all’Arco di Braccio, da Porta Santa Susanna a Porta dei Gigli (Porta Sole). Ma queste sono soltanto alcune delle tante porte perugine, fermo restando che la più famosa ed amata è di certo l’Arco Etrusco, annoverato tra i monumenti di maggior rilievo, la cui valenza archeologica, storica e architettonica è riconosciuta in tutto il mondo.

Ora abbiamo la fortuna di vederlo nella sua condizione migliore, grazie allo smalto recuperato a seguito del recente intervento di restauro e valorizzazione elaborato dal Comune di Perugia e dal ministero dei Beni e delle attività culturali (con i suoi organi periferici, quali la Direzione per i beni culturali e paesaggistici dell’Umbria, la Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Umbria e la Soprintendenza per i Beni architettonici e del paesaggio dell’Umbria) con il milione e 300mila euro messi a disposizione dallo sponsor privato Brunello Cucinelli, l’imprenditore re del cachemire altrettanto famoso in tutto il mondo. Un regalo prezioso - il suo - alla città, ma in fondo a tutta l’Umbria e all’umanità intera.

Ti ammalia per la sua imponenza e la raffinatezza dei dettagli: ecco l’Arco Etrusco, il monumento simbolo di Perugia

Ti ammalia per la sua imponenza e la raffinatezza dei dettagli: ecco l’Arco Etrusco, il monumento simbolo di Perugia

Ti ammalia per la sua imponenza e la raffinatezza dei dettagli: ecco l’Arco Etrusco, il monumento simbolo di Perugia

Chiamata anche Arco di Augusto, questa porta costituiva l’ingresso settentrionale all’antico centro etrusco, dal quale iniziava il cardo (nord-sud) che tagliava la città raggiungendo l’opposta Porta Marzia. L’apparato murario del monumento è composto da grandi blocchi di travertino (proveniente dalle vicine cave di Santa Sabina), disposti “a secco” e dunque privi di malta di collegamento tra gli stessi e di ripartizione dei pesi; la struttura si compone di due bastioni (torrioni) a forma di tronco di piramide a base quadrilatera, alti circa 20 metri, e dall’arco, con la struttura muraria su di esso gravante, sulla cui ghiera è scolpita la scritta “Colonia Vibia”. L’arco, a tutto sesto, è formato da una doppia armilla di cunei (conci) accuratamente levigati e precisamente aderenti tra di loro. Le uniche modifiche, oltre alle sue parti ricomposte in antico, entrambe collocate sul bastione di sinistra, sono l’elegante Loggia rinascimentale costruita sulla sua sommità e una fontana secentesca posta al livello dell’attuale Piazza Fortebraccio (già piazza Grimana).

Di fatto, il restauro e durato più di due anni, ha consentito di ridare una nuova immagine all’Arco Etrusco: innanzitutto l’intervento ha avuto notevole rilevanza, anche come esempio di sponsorizzazione privata su beni pubblici, il primo in Umbria, e il secondo in territorio nazionale, dopo il Colosseo. L’opportunità concessa dal finanziamento ha dato risposta ad una diffusa domanda di restauro e valorizzazione da parte della collettività, che nell’imponente manufatto ha sempre individuato un elemento identitario, sottolineano dal Comune di Perugia (che ne è il proprietario). Le iscrizioni sull’arco Augusta Perusia e Colonia Vibia furono aggiunte in età romana: la prima dopo l’incendio di Perugia del 40 a.C. a seguito della conquista della città da parte dell’imperatore Augusto, di cui rimangono estese tracce sulla superficie di molti blocchi; la seconda dall’imperatore umbro Vibio Treboniano Gallo (251-253 d.C.).

Ti ammalia per la sua imponenza e la raffinatezza dei dettagli: ecco l’Arco Etrusco, il monumento simbolo di Perugia

Ti ammalia per la sua imponenza e la raffinatezza dei dettagli: ecco l’Arco Etrusco, il monumento simbolo di Perugia

L’intervento ha interessato la porta e i bastioni, per un totale di circa 1.400 metri quadrati, esclusi il retroprospetto e il sottarco, già oggetto di un primo stralcio realizzato nel 2012 con fondi pubblici e privati. Sono stati eseguiti i rilievi plano-altimetrici e tematici, le indagini strutturali (endoscopiche, petrografiche, termografiche...), le verifiche statiche, le mappature del degrado e delle fasi cronologiche di costruzione e dei precedenti restauri, propedeutiche all’intervento complessivo.

Le indagini strutturali hanno portato alla esclusione di dissesti in atto ed a una diagnosi rassicurante sullo stato di conservazione dell’arco, escludendo qualsiasi intervento di consolidamento statico. Il restauro, comprendente la rimozione della vegetazione infestante, la pulitura delle superfici con varie tecniche appositamente testate, la rimozione dei depositi dovuti ad agenti inquinanti, le stuccature e le integrazioni delle lacune, si configura, essenzialmente, come operazione manutentiva straordinaria che ha migliorato sia la conservazione del monumento sia il suo aspetto, senza modificarne sostanzialmente l'immagine storica consolidata nel tempo. L’intervento condotto sulle superfici ha inoltre evidenziato tracce di rubricatura nelle lettere di Augusta Perusia.

Le sculture originali che erano apposte sulla facciata del Palazzo dei Priori

Il Palazzo dei Priori di Perugia

Nel commentare il restauro, Brunello Cucinelli ha sottolineato come “Porta Pulchra tra passato e futuro, è un simbolo non soltanto della memoria, ma anche della viva identità ed operosità di noi umbri che nel corso dei secoli abbiamo trasmesso al mondo, ben al di fuori delle mura dei nostri bei borghi e città. Oggi, ammirando la sua bellezza antica e nuova al tempo stesso, crediamo che ascoltare la voce del genius loci, sia la premessa fondamentale per realizzare il miglioramento dell’uomo, e coltivare quello spirito di custodia che consente di restituire alle generazioni a venire, un valore antico: l’umanità. Sono certo che quel genio del nostro padre ispiratore Augusto Imperatore, se fosse qui oggi dopo 2.000 anni, sarebbe ancora meravigliato dello splendore di questo monumento”.

 

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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea.
(A.F.)

 

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