Slovenia, la meraviglia di perdersi sui sentieri del Parco Naturale delle Saline di Sicciole: sulle tracce della tradizione plurisecolari dei salinari

images/stories/slovenia/Pirano_Saline_di_Sicciole_01.jpg

 

Giovanni Bosi, Pirano / Slovenia

Sono loro a darti il benvenuto quando arrivi. D’altronde sono frequentatrici assidue del Parco durante tutto l’anno, anche se non nidificano nel sito. La loro presenza è talmente significativa ed emblematica che hanno finito con il diventarne le testimonial assurgendo al ruolo di simbolo di questo luogo straordinariamente bello. Siamo nel Parco Naturale delle Saline di Sicciole, a due passi da Pirano e Portorose, nella zona slovena dell’Istria. Decisamente da vedere, magari al tramonto quando i colori dorati rendono tutto più suggestivo, comprese le bianche garzette che lo sorvolano alla ricerca di cibo nei bassi fondali dei campi saliferi o lungo i canali.

 

(TurismoItaliaNews) Siamo all’estremità sud-occidentale della Slovenia, praticamente al confine con Croazia. Se si percorre la strada costiera che consente di esplorare ormai senza soluzione di continua l’Istria, è impensabile non fermarsi alle Saline di Sicciole, autentico patrimonio ambientale e culturale. Di fatto, sono la testimonianza di secoli di vita e lavoro dei salinai nell’Adriatico nord-orientale, le uniche saline affacciate sul Golfo di Trieste a rimanere attive fino ad oggi insieme a quelle vicine di Strugnano. E’ per questo motivo che la loro testimonianza è tanto più preziosa, con un valore che ha tanti risvolti, da quello etnologico a quello tecnico, da quello storico a quello urbano e territoriale.

Slovenia, la meraviglia di perdersi sui sentieri del Parco Naturale delle Saline di Sicciole: sulle tracce della tradizione plurisecolari dei salinari

Slovenia, la meraviglia di perdersi sui sentieri del Parco Naturale delle Saline di Sicciole: sulle tracce della tradizione plurisecolari dei salinari

Pirano

Così non puoi fare a meno di incamminarti a piedi sui lunghi percorsi che si perdono per 700 ettari, cercando di immagine come nel corso dei secoli l’attività di produzione del sale abbia consentito di mantenere intatta questa porzione di territorio. Riconosciuta zona umida di importanza internazionale nell’ambito della convenzione di Ramsaar, oggi è rigorosamente protetta per conservare l’ambiente paludoso e la varietà biotica del tipico ecosistema delle saline, permettendo solo quelle attività riconosciute ecologicamente sostenibili. Dal punto di vista amministrativo siamo nella parte meridionale del comune di Pirano, lo splendido borgo marinaro sloveno proteso sull’Adriatico, lo stesso che annovera tra le sue attrazioni Portorose, centro vacanziero e termale de luxe.

L’area del Parco (Krajinski park Secoveliske soline) in cui avviene la produzione attiva del sale si chiama Lera, con il fiume Derniga (Drnica) che la separa dalla parte meridionale chiamata Fontanigge, la più attraente e dunque anche la amata dai visitatori perché scorci e panorami indimenticabili, con numerosi volatili, praterie di piante alofite e più di un centinaio di case abbandonate dai salinai, ormai in rovina, che contribuiscono a creare un ambiente del tutto particolare. Questa zona è delimitata da un lato dalla diga per l’alta marea, e dall’altro da una superficie destinata ad attività agricole; c’è poi una rete di canali che in passato servivano sia per portare l’acqua marina ai singoli campi di sale (oltre che per farle defluire dopo l’utilizzo), sia come vie navigabili per il trasporto. In mezzo, un’infinità di testimonianze frutto dell’ingegno dell’uomo: oltre alle valli salifere, argini e muretti in pietra per delimitare i canali; chiuse, paratoie e gradini di servizio; stradine, sentieri, ponti, pompe e così via.

Slovenia, la meraviglia di perdersi sui sentieri del Parco Naturale delle Saline di Sicciole: sulle tracce della tradizione plurisecolari dei salinari

Slovenia, la meraviglia di perdersi sui sentieri del Parco Naturale delle Saline di Sicciole: sulle tracce della tradizione plurisecolari dei salinari

Slovenia, la meraviglia di perdersi sui sentieri del Parco Naturale delle Saline di Sicciole: sulle tracce della tradizione plurisecolari dei salinari

“Le Saline di Strugnano e di Sicciole sono ormai le ultime della costa adriatica orientale – ci viene spiegato durante la visita - dove il sale viene prodotto ancora con le tecniche tradizionali in ogni fase della lavorazione, compresa la raccolta giornaliera sul particolare biosedimento chiamato ‘petola’. Queste saline adriatiche anno influenzato sensibilmente per secoli la vita economica delle cittadine che vi si affacciavano”.

Neanche a dirlo, nel corso del tempo sono state la causa scatenante di contese e guerre, perché il sale era autentico oro bianco e se ne faceva largo uso, soprattutto per la conservazione degli alimenti e la produzione della polvere da sparo. Dunque molto prezioso e considerato una mercanzia strategica. “Nel passato, oltre alle saline piranesi di Sicciole, Lucia e Strugnano, nel Golfo di Trieste, come pure lungo la costa istriana, erano attive parecchie saline di varie dimensioni, ad esempio a Muggia, Capodistria ed Isola, che non erano oggetto solo di interessi politici ed economici, ma anche dell’umore della natura, la quale alle volte impediva per lunghi periodi la produzione del sale, mentre altre volte era magnanima, concedendo raccolti più che abbondanti”.

Slovenia, la meraviglia di perdersi sui sentieri del Parco Naturale delle Saline di Sicciole: sulle tracce della tradizione plurisecolari dei salinari

Slovenia, la meraviglia di perdersi sui sentieri del Parco Naturale delle Saline di Sicciole: sulle tracce della tradizione plurisecolari dei salinari

Slovenia, la meraviglia di perdersi sui sentieri del Parco Naturale delle Saline di Sicciole: sulle tracce della tradizione plurisecolari dei salinari

Oggi il Parco ha una triplice funzione: ambientalistica, culturale ed economica. Sì, perché sono tre le attività che vi si svolgono tuttora: l’estrazione e la produzione del sale (come rinunciare a portare a casa un sacchetto di questo ‘oro bianco’ viste le sue numerose proprietà), le visite, le attività ricreative ed altre attività integrative. Del resto è proprio la descrizione dell’ambiente a far subito comprendere qual è il valore naturale delle saline di Sicciole, “costruite” sui depositi alluvionali del fiume. In origine l’area era un vasto bacino fluviale con diversi habitat naturali più o meno integrati tra loro. I continui interventi umani nella foce durante i secoli e la trasformazione dell’area il campi saliferi, che hanno dato il via alle attività di produzione del sale, hanno composto un mosaico di ambienti simili seppur sufficientemente diversi tra loro, che hanno attratto uccelli con differenti abitudini alimentari e di nidificazione.

Ma anche la trasformazione al contrario ha avuto i suoi effetti: nelle vaste superfici d’acqua che hanno finito col prosciugarsi in alcuni punti e in quei bacini semi-aridi o completamente aridi contingui alle valli saline hanno cominciato a crescere numerose piante alofite (che sopportano o addirittura necessitano di una marcata concentrazione salina) modificando la composizione delle specie di organismi, uccelli compresi. Miracoli che solo la Natura riesce a compiere e che per questo l’Uomo deve proteggere. Anche perché da queste parti sono state osservate oltre 300 specie diverse di volatili, che utilizzano questa grande massa d’acqua per il nutrimento, il riposo notturno o per lo svernamento, mentre alcune specie anche per la nidificazione. E comunque gli uccelli non sono gli unici abitanti delle saline: “Le paludi salate brulicano di vita – ci raccontano i ‘rangers’ del Parco - nell’acqua bassa vivono policheti, granchi, conchiglie, le larve di alcune mosche e numerosi altri esseri, che costituiscono un’ottima riserva di cibo per gli uccelli. Nelle saline vivono alcune varietà di api, presenti in Slovenia solamente nelle Saline di Sicciole”. Meraviglioso!

Strugnano

Strugnano

Abbiamo detto della ‘petola’, Ma cos’è esattamente?, chiediamo. “Nelle saline di Sicciole e di Strugnano la petola viene coltivata artificialmente nelle vasche di cristallizzazione a partire dal quattordicesimo secola. In pratica è uno strato composto da cianobatteri (organismi acquatici cosmopoliti ) e da altre specie, nonché da gesso, carbonati ed in misura minore pure da argilla, con la funzione di impedire la commistione del sale al fango marino sul fondo del bacino di cristallizzazione, diventano così un filtro biologico”. Incredibile! In sostanza nulla è cambiato e la tradizione qui si può toccare con mano: pensate che nel settore di Lera il sale viene prodotto nel rispetto della modalità medievale, con un ammodernamento introdotto nel 1904 dagli Austriaci unificando più bacini di cristallizzazione in uno più grande nel centro delle saline, circondato da bacini con acqua di diversi livelli di salinità. La vera e propria produzione intensiva è stata però abbandonata negli anni '60 del Novecento continuando nel contesto delle attività divulgative del “Museo dei salinai” (allestito in un gruppo di edifici che servivano come alloggio per le famiglie dei salinari e per stivare il sale) con la produzione del sale alla maniera medievale.

Visitare le Saline (che peraltro si possono costeggiare sul perimetro esterno grazie ad una pista ciclabile) significa dunque apprezzare il loro valore naturale e storico, contribuire alla conservazione delle tradizioni legate all’arte dei salinai (che aiuta a sensibilizzare le persone su quello che è il loro valore culturale), vivere da vicino un’oasi per specie animali e vegetali e conoscere un ambiente naturale intatto a tutela della stessa umanità, anche come testimonianza di quello che un tempo è stato il ricco patrimonio culturale e territoriale del Mediterraneo, che purtroppo sta scomparendo.

Per saperne di più

 

Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – twitter: @giornalista3

 

Chi siamo

TurismoItaliaNews, il web magazine che vi racconta il mondo.

Nasce nel 2010 con l'obiettivo di fornire un'informazione efficace, seria ed obiettiva su tutto ciò che ruota intorno al turismo...

Leggi tutto

Questo sito utilizza cookie, di prima e di terza parte, per inviarti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. Leggi la Cookie Privacy...