Lo “struscio” sul Liston della Old Corfù: la città Patrimonio Unesco è un ensemble di arte e culture

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Giovanni Bosi, Isola di Corfù / Grecia

La passeggiata sulla Spianada e lungo il belvedere che consente un magnifico colpo sulla Fortezza vecchia con la sua neoclassica chiesa di Hagios Georgios, prima di tuffarsi attraverso il Liston nel dedalo di strade e viuzze della zona antica, cuore pulsante della città storica. Kórkyra, ovvero l’attuale Corfù che dà il nome all’intera isola jonia posta di fronte alle coste dell'Epiro, al confine tra Grecia e Albania, è un’autentica scoperta in tutte le ore del giorno e in qualsiasi stagione dell’anno.

 

(TurismoItaliaNews) D’estate, sotto il sole cocente, aggirarsi nelle sue stradine lungo le quali a negozietti che vendono di tutto si alternano antiche chiese, musei e palazzetti che documentano le variegate culture che si sono alternate, è un piacere autentico. Così come nelle stagioni in cui il caldo è meno intenso, allo stesso modo della quantità di turisti che l’affollano nel periodo in cui il mare diventa un’attrazione irrinunciabile, la Old Corfù si presenta ben disposta con il medesimo fascino mediterraneo. Insomma, per arrivare qui ogni momento è buono.

Da sempre Corfù esercita in noi italiani un forte interesse, anche per la relativa vicinanza appena al di là del mare, facile da coprire oggi con voli low cost che la collegano a vari aeroporti del Belpaese, oltre che con i traghetti. E di motivi per essere sull’isola ce ne sono diversi, a partire proprio dalla città capoluogo che l’Unesco ha voluto iscrivere nel Patrimonio mondiale dell’umanità.

E’ la storia a raccontarlo, ma ancor più ciò che si vede passeggiando per la città, a partire dallo “struscio” nel salotto buono della città, il Liston: l’insieme urbano e portuale, dominato dalle sue fortezze di origine veneziana, costituisce un esempio architettonico di eccezionale valore universale sia nella sua autenticità che nella sua integrità. La forma complessiva delle fortificazioni è stata mantenuta e mostra tracce dell’occupazione veneziana, tra cui l’antica cittadella e il nuovo forte, ma principalmente anche gli interventi del periodo britannico, con un assetto complessivo di una città neoclassica che è quello definito tra il XIX e il XX secolo. In effetti va detto che rispetto allo stereotipo dell’isola greca classica, l’immagine di Corfù città ha risentito del ruolo strategico e predominante assunto nel corso del tempo, evolvendosi secondo il gusto e lo stile del governante di turno, ma pur tuttavia nel pieno rispetto di quello che era venuto prima.

Di fatto, la storia di questo luogo affonda le sue radici nell’VIII secolo a.C.: i tre forti della città, progettati dagli ingegneri veneziani, sono stati utilizzati per quattro secoli per difendere gli interessi commerciali marittimi della Repubblica di Venezia contro l'Impero Ottomano. Nel corso del tempo, i forti sono stati riparati e in parte ricostruiti più volte, più recentemente sotto il dominio britannico nel XIX secolo. Il tessuto edilizio abitativo, in gran parte neoclassico, della città vecchia risale in parte al periodo veneziano, in parte a quello successivo, soprattutto al XIX secolo. Con il risultato che quale porto fortificato del Mediterraneo, l’insieme urbano e portuale di Corfù è conosciuto per il suo alto grado di integrità e autenticità.

Proprio la sua posizione strategica, l’ha sottoposta inevitabilmente a varie influenze e ad un mix di popoli diversi: dal XV secolo, Corfù è stato sotto il dominio veneziano per circa quattro secoli, passando poi a francesi, britannici e greci. In varie occasioni, ha dovuto difendere l'impero marittimo veneziano contro l’esercito ottomano confermando quella sua fama di ottimo esempio di ingegneria fortificata, progettata dall'architetto Sanmicheli. Tra i i luoghi da non mancare (oltre a quelli più tipicamente votati alla movida notturna grazie all’infinità di ristorantini, bar, caffè e gelaterie, molti dei quali con spazi anche all’aperto) c’è prima di tutto il Liston con il suo porticato pieno di ristoranti e caffè. Quest’ultimo è praticamente una “citazione” di Parigi e della sua Rue de Rivoli: la sua ideazione e costruzione risale alla dominazione francese (1807-1814) e si deve a Mathieu de Lesseps.

E poi le due fortezze (quella nuova con il simbolo veneziano del Leone di San Marco), la chiesa di San Spiridione (costruita nel 1590, dove in un’urna d’argento del XIX secolo si conservano le amatissime reliquie di San Spiridione, santo protettore di Corfu), il quartiere Campiello, il quartiere Spilia (dove in via Filellinon al numero 18 c’è l’edificio più vecchio edificio della città, datato 1497, con un balcone che i più romantici dicono essere uguale a quello di Giulietta e Romeo a Verona), il Museo Bizantino all’interno della Chiesa della Madonna Antivouniotissa, la Spianada. E ancora, da vedere sono il Palazzo dei santi Michele e Giorgio (unico esempio di architettura georgiana in tutto il Mediterraneo, adibito a Museo dell’arte asiatica), il Municipio (in origine la Loggia dei Nobili), la cattedrale cattolica di San Giacomo, la chiesa della Santissima Vergine Spiliotissa, la chiesa San Giovanni (tipico esempio dello stile architettonico delle isole Ionie), la chiesa della Madonna dei Forestieri del XVIII secolo, l’antica Porta di San Nicola, il vecchio porto, la chiesa di Pantokratoras risalente ai primi del XVI secolo, il Parlamento Ionico costruito da Ioanni Chroni nel 1855 in via Mustoxidi, l’Accademia Ionica che era in origine una caserma veneziana.

Insomma un’esperienza a tutto tondo nella old Corfù, dove vale la pena perfino aggirarsi senza meta, scoprendo strada dopo strada, tutto quello che c’è da vedere. Di giorno e di notte.

Come si arriva. In aereo con i voli di molte compagnie che collegano l’Italia da vari aeroporti della penisola. Oppure con i traghetti che diverse compagnie collegano l’isola ad Ancona, Bari, Brindisi, Venezia. A corfù si arriva spesso anche con crociere nel Mediterraneo.

 

Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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