Meravigliose: nel mare del Salento le Due Sorelle raccontano una storia d’amore

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La storia è di quelle tramandate oralmente di generazione in generazione. Una storia mitica ed epica a cui tutti vogliono credere nel momento in cui si trovano al loro cospetto. Perché come sempre la bellezza della Natura va oltre la fantasia più estrema. Loro sono le Due Sorelle, i meravigliosi faraglioni che spuntano dal mare azzurro e cristallino di Torre dell’Orso.

 

(TurismoItaliaNews) In Salento Torre dell’Orso è una delle marine di Melendugno e i due faraglioni raccontano una vicenda che li rende ancor più suggestivi. Una storia che, a ben guardare, compendia tutto l’amore che la gente di questo tratto di Salento affacciato sull’Adriatico tributa da sempre al suo mare. La leggenda racconta che quei due faraglioni altro non sono che due sorelle bellissime ammaliate dal fragore delle onde e dal profumo di salsedine. Un’attrazione fatale per loro, con il mare che ha finito con avvolgerle in un abbraccio mortale, trasformandole in due grandi rocce.

Quelle che oggi, arrivando a Torre dell’Orso, si va subito a guardare provando un moto di commozione misto ad un sentimento di stupore per la loro bellezza e particolarità. Ma del resto la Puglia e il Salento sono questo: meraviglia, ammirazione, amore per una terra che è l’essenza più pura del Bel Paese. Siamo a poco meno di trenta chilometri dal capoluogo Lecce, testimonial del Barocco più prezioso, e Torre dell’Orso è una delle punte d’attrazione delle Marine di Melendugno insieme a San Foca, Roca, Sant’Andrea e Torre Specchia. In quella che è di certo una delle località più rinomate dell’estate salentina, in un mare particolarmente limpido per le correnti del Canale d’Otranto affiorano i due faraglioni davanti ad una lunga distesa di finissima sabbia color argento.

Condizioni che hanno portato in dote a Melendugno il titolo di Bandiera Blu e le Cinque Vele di Legambiente e l’ammissione al selettivo club dei Borghi più belli d’Italia. Il boom turistico è arrivato poco più di una cinquantina di anni fa con una riscoperta a dir poco eccezionale in termini di flusso negli ultimi anni. Di sicuro il pregio di questa zona è che ha saputo mantenere intatto non solo il fascino, ma anche le qualità ambientali della costa al pari dell’entroterra, dove lo sviluppo delle strutture ricettive è avvenuto in modo rispettoso. L’amenità dei luoghi ha spinto fin dall’antichità la creazione di insediamenti abitativi come dimostrano i resti di siti preistorici (la grotta di San Cristoforo, nella quale sono stati rinvenuti graffiti antichissimi), dolmen e menhir, ma anche di città fortificate, rocche e torri di avvistamento. Come Torre dell’Urso (o Creta Russa), eretta nel XVI secolo per avvistare le navi saracene e che ha dato origine al nome della località.

La mano dell’uomo ha avuto più di un ruolo nel plasmare il territorio: basti considerare che alle spalle della lunga spiaggia si trovano basse dune con una pineta impiantata fra gli altri Trenta e Quaranta del Novecento, e poi la distesa di ulivi, autentico patrimonio che si difende con le unghie e con i denti (soprattutto dopo il flagello dell’epidemia di xylella, il batterio responsabile nel corso degli ultimi anni di una massiccia morìa di piante) da sempre fonte principale per l’economia del territorio. E’ facile dunque comprendere che Torre dell’Orso costituisce una meta privilegiata per l’estate (peraltro le temperature miti la rendono appetibile già dalle vacanze pasquali fino al primo scorcio d’autunno) e una base ideale per andare alla scoperta dell’entroterra, che in estate si anima grazie alle numerose feste patronali e alle tipiche sagre.

Il gusto, poi, è ineccepibile e le sensazione che si provano vagando lungo le spiagge o inoltrandosi verso la costa ionica, si ritrovano a tavola per intero, dalle Sagne ncannulate (pasta fatta in casa condita con sugo di pomodoro accompagnato con la ricotta forte) alla purea di fave sgusciate con le cicorie selvatiche; dai Muersi fritti (tocchetti di pane fritti associati a fagioli o rape) ai Turcinieddhi, interiora di agnello con fegatini vari. Fino al famosissimo Pasticciotto.

Il sito del Comune di Melendugno

Il sito del Turismo in Puglia

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