[ REPORTAGE ] Tra le braccia del tramonto: Little Venice a Mykonos è la visione onirica che racconta la storia dell’isola

Giovanni Bosi, Mykonos / Grecia
C’è solo il mare, e il tempo che sembra rallentare. A Little Venice, le case colorate sfiorano l’acqua come se volessero specchiarsi nel cuore dell’Egeo. Le linee architettoniche richiamano i palazzi veneziani, con i balconcini che si protendono sul mare, come sospesi tra cielo e onde. Un tempo dimora di ricchi mercanti e armatori, oggi questo lembo di Mykonos ospita bar e ristoranti esclusivi, luoghi dove il passato incontra l’eleganza moderna. Ogni angolo racconta storie antiche, di viaggi, commerci e fughe silenziose dai pirati che infestavano l’arcipelago. E il tramonto è il momento in cui sembra di tornare indietro nel tempo. Siamo andati a vedere.
(TurismoItalianews) Sensazioni pure davanti all’Egeo azzurro. Siamo nelle Cicladi, il celebre arcipelago dell’Egeo che deve il suo nome alla disposizione “a corona” che le circonda intorno all’isola sacra di Delo. Tra isole e isolotti sono oltre duecento, anche se solo una ventina sono le protagoniste della storia, del mito e del turismo: tra queste Nasso, Paro, Tino, Andro, Milo, Santorini e naturalmente Mykonos. Già gli antichi geografi avevano cercato di catalogarle: Strabone parlava di dodici isole principali, Artemidoro di Efeso ne aggiunse altre tre, mentre Scilace arrivò perfino a dividerle in due gruppi, settentrionale e meridionale. Un mosaico di terre emerse che, nei secoli, ha affascinato viaggiatori e studiosi e che oggi continua a incantare chi arriva qui, sospeso tra storia e leggenda.
Fascino che resta immutato: oggi Mykonos è una destinazione internazionale amatissima, soprattutto da parte dei giovani, anche se a ben guardare questa incredibile isola offre spazi per tutti, famigliole comprese. In questo senso il quartiere di Little Venice è diventato un’icona: il momento più suggestivo arriva al calar del sole: il cielo si accende di sfumature rosa e arancio, mentre il sole si tuffa nell’orizzonte. Si assiste a uno spettacolo naturale che trasforma tutto in poesia. I cocktail si sorseggiano con i piedi penzolanti sull’acqua, mentre le onde accarezzano dolcemente le fondamenta delle antiche case in stile veneziano.
Se la schiera di casette colorate è la testimonial dell’isola, non da meno sono i mulini a vento che si trovano sulla punta di fronte a Little Venice: basta uno sguardo per capire di essere in uno dei luoghi più iconici dell’Egeo. Con le loro sagome bianche e coniche, allineate sulla collina che domina Chora, sono da secoli il biglietto da visita dell’isola. Costruiti nel XVI secolo sotto il dominio veneziano, i mulini sfruttavano i venti impetuosi che hanno fatto guadagnare a Mykonos il soprannome di “isola dei venti”. Per oltre quattrocento anni hanno macinato il grano locale, trasformandolo in farina destinata ai mercati del Mediterraneo orientale, diventando così il motore silenzioso dell’economia isolana. Oggi le pale non girano più, ma uno dei mulini è stato riconvertito in museo etnografico: al suo interno, fotografie e testimonianze raccontano la vita quotidiana di chi lavorava in queste strutture. Intanto, dalla collina, lo spettacolo rimane intatto: un panorama che abbraccia i tetti bianchi di Chora, si allunga fino al blu infinito dell’Egeo e raggiunge le vicine Delos e Rinia, sospese sull’acqua come presenze senza tempo.
Insomma, l’atmosfera è intima. Non si parla ad alta voce. Si osserva, si ascolta, si respira. A Little Venice, l’amore non ha bisogno di parole: vive nei colori, nei suoni e nei silenzi del tramonto. E ogni sera, quando il sole scivola dietro il mare, si rinnova la sensazione che questo luogo non appartenga solo a Mykonos, ma a chiunque sappia riconoscere la bellezza dell’attimo perfetto. Perché questo luogo è come un segreto sussurrato al cuore: case colorate che sfiorano l’acqua, pareti che conservano storie di mercanti, di sogni salpati e di ritorni sospirati. Ogni angolo di quel quartiere sembra custodire la promessa di un amore che sfida il tempo. I passi dei secoli si fanno eco nei legni antichi sotto i nostri piedi, eppure tutto sembra nato solo per chi è lìin quel momento, per quel preciso istante.
La leggenda. Secondo la mitologia greca, Mykonos non è solo un’isola, ma un palcoscenico mitico. Qui, racconta la leggenda, Ercole avrebbe sconfitto i Giganti, i loro corpi sepolti sotto le rocce che ancora oggi ne modellano il paesaggio aspro e pietroso. Non a caso, il nome stesso dell’isola viene tradotto come “mucchio di pietre” o “terra rocciosa”. Un’altra tradizione, più tarda, lega invece le origini al giovane eroe Mykonos, figlio di Anio, re di Delo. In entrambi i racconti, mito e geografia si intrecciano, restituendo all’isola quell’alone di mistero che continua ad affascinare viaggiatori e visitatori moderni.
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Giovanni Bosi, giornalista, ha effettuato reportages da numerosi Paesi del mondo. Da Libia e Siria, a Cina e India, dai diversi Paesi del Sud America agli Stati Uniti, fino alle diverse nazioni europee e all’Africa nelle sue mille sfaccettature. Ama particolarmente il tema dell’archeologia e dei beni culturali. Dai suoi articoli emerge una lettura appassionata dei luoghi che visita, di cui racconta le esperienze lì vissute. Come testimone che non si limita a guardare e riferire: i moti del cuore sono sempre in prima linea. E’ autore di libri e pubblicazioni.
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